Il settore delle auto a metano è in crisi. A raccontarlo, a Bologna Today, Dante Natali, presidente di Federmetano, associazione di categoria dei distributori di gas metano per auto, che ha sede a Bargellino di Calderara di Reno: “Gli emendamenti che abbiamo proposto non sono stati accolti, il testo della manovra al momento sembra non prevedere interventi sul nostro settore. L’unico provvedimento del governo Draghi che ha avuto qualche effetto concreto è stata la riduzione dell'Iva dal 22 al 5%, un abbassamento per noi irrinunciabile per il 2023, anche se crediamo che il 31/12 non ci saranno deroghe è una grossa delusione e un enorme problema per il settore. Attualmente si opera in una condizione impossibile sul mercato, con una materia prima che ha raggiunto prezzi impensabili e che non ha confronti, nessuna materia prima ha subito aumento fino a 15 volte. Si tratta di un comparto formato in maggioranza da imprenditori piccoli e medi, che non hanno gli strumenti per affrontare questa situazione. Alcuni distributori hanno già chiuso, tanti altri sono già in enorme difficoltà. Quindi abbassare l'Iva è un provvedimento minimo, sebbene non sia sufficiente. I prezzi applicati oggi dai distributori sono con imposta ridotta, riusciamo a immaginare come saranno il giorno in cui cambierà nuovamente l'aliquota? Siamo già ora fuori mercato rispetto ad altri carburanti. Oggi il prezzo della materia prima è di 7-8 volte sopra la media degli ultimi 20 anni". Molto importante anche la salvaguardia dei posti di lavoro: "Calcolando due persone addette alla distribuzione per 1.550 distributori in Italia si stimano 5mila persone. Poi gli addetti alla manutenzione, all'estrattivo, all'assistenza, i costruttori di veicoli, il settore industriale... Il metano per auto, e solo dopo il Gpl, è nato in Italia quindi si sono concretizzate bellissime realtà industriali”.
Un tema che amareggia molto Natali: "Il lavoro che ci ha consentito di portare una rete a coprire il territorio con 56 impianti in autostrada e a fidelizzare il cliente, ora è in fortissima difficoltà. Diversi veicoli a metano hanno un serbatoio benzina sotto i dieci litri, quindi diventa un calvario usare l'auto con l'opzione benzina, non facciamo altro che mettere in difficoltà le famiglie... E poi ci sono le aziende di autotrasporto, che avevano deciso di acquistare mezzi più costosi a Gnl: un mercato in forte crescita con oltre 120 distributori. Ci siamo fatti portavoce presso il Governo, ma evidentemente ha deciso di non intervenire, almeno per il momento, ma il settore in Italia vede un milione e centomila auto a metano, quindi famiglie che hanno fatto una scelta precisa". Circa il 30% di tutto l'erogato è in formato bio: "Il vero valore aggiunto del settore è che dal 2018 è in atto una progressiva sostituzione dei carburanti fossili con quelli bio, in maniera superiore a qualunque altro settore energetico, contribuendo cioè alla decarbonizzazione che l'Europa chiede e che condividiamo. Credo che questa informazione dovrebbe essere interessante per la politica, perché è evidente che l'auto elettrica può essere un aiuto, uno strumento per la riduzione del CO2, ma da sola non ci riuscirà di sicuro, non certo in Italia. Il nostro Paese importa una grande quantità di energia elettrica, il 20%. Se tutti i veicoli diventassero elettrici? Quindi dovrebbe essere ancor più evidente la necessità di puntare su tutte le soluzioni alternative. Il Governo attualmente sta tenendo una posizione di giusta cautela, non escludendo la possibilità di ricorrere a contingentamenti, ma le informazioni che abbiamo ci dicono che il gas c'è per quest'anno. Gli stoccaggi raggiungono oltre il 95%, come negli anni passati e poi i prezzi elevati stanno riducendo i consumi, non solo nell'autotrazione, anche in altri settori, quello civile e industriale, molte aziende ad esempio sono tornate al gasolio o passate al GPL”. Prima della guerra il gas proveniva per il 30% dalla Russia: "Il gas dalla Russia è arrivato, paradossalmente passando attraverso l'Ucraina, l'anno prossimo potrebbero esservi problemi, dipende dall'attivazione di nuovi punti di approvvigionamento Gnl a Piombino e Ravenna. Se tutto andrà bene, diversi miliardi di metri cubi potranno essere convogliati lì invece che provenire dalla Russia, inoltre i consumi diminuiranno con questi prezzi. Il prodotto c'è, quindi non si comprende il motivo di un prezzo tanto alto".