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Galimberti contro Gramellini: “Giusto eliminare i cellulari dalle scuole, la didattica è insegnante-studente”. E rincara la dose: “Servono vere sanzioni”

  • di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

21 dicembre 2022

Galimberti contro Gramellini: “Giusto eliminare i cellulari dalle scuole, la didattica è insegnante-studente”. E rincara la dose: “Servono vere sanzioni”
Galimberti contro Gramellini. Lo scontro sul divieto dei cellulari in classe mette a tappeto la tesi dell'editorialista del Corriere, che sostiene di “arrendersi alla realtà e usarli per strumento didattico”. Mentre il filosofo difende a spada tratta la circolare del ministro dell'istruzione Valditara, e anzi rincara la dose: “È necessario introdurre delle sanzioni per chi non rispetta lo stop”. Poi affonda: “Non solo i ragazzi si distraggono, ma copiano pure i compiti in classe. Per questo gli smartphone sono da eliminare, e in maniera radicale, la didattica è insegnante-studente”

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

La stretta al telefono. Basta cellulari durante l’ora di lezione, lo smartphone può essere usato, ma solo per finalità didattiche. L’attesa circolare del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ribadisce quanto deciso quindici anni fa con un analogo documento dallo stesso ministero (dell'allora Giuseppe Fioroni) nel tentativo di arginare distrazioni e mancanza di rispetto nei confronti degli insegnanti. Nessuna sanzione prevista, ma comunque un passo avanti, visto che finora l'applicazione era a discrezione delle scuole. Eppure dalle pagine del Corriere Massimo Gramellini sostiene una sua variante, camuffata da dialogo, come da sua stessa ammissione. In verità più un'arringa a uso e consumo dei dispositivi. “Bisogna arrendersi alla realtà. Meglio trasformare gli smartphone in uno strumento di didattica. Se costringiamo gli studenti ad accenderlo per seguire la lezione, non potranno più utilizzarlo per scrollare i video di TikTok”. Utopia, come replica il filosofo, nonché firma di Repubblica, Umberto Galimberti, che entra a gamba tesa, in uno scontro verbale a distanza che mette a tappeto la tesi dell'editorialista del CorSera.

cellulari in classe, lo stop dal Ministero
cellulari in classe, lo stop dal Ministero

Galimberti, stop ai cellulari in classe, un atto di grande civiltà

Assolutamente, ma è necessario introdurre anche delle vere sanzioni per chi non rispetta il divieto.

Eppure Gramellini obietta: “Meglio trasformare lo smartphone in uno strumento di didattica”

Ma per favore. Non solo i ragazzi si distraggono, ma copiano pure i compiti in classe. Cercano sui motori di ricerca e fanno copia e incolla, quindi le verifiche non contano più nulla se hanno libero accesso al cellulare.

Umberto Galimberti
Umberto Galimberti

Un'utopia

Ovviamente, i cellulari vanno eliminati in maniera radicale nelle scuole. Clifford Stoll, uno dei commentatori più autorevoli sullo sviluppo della rete, a inizio anni 2000 ha scritto un libro magistrale intitolato “Confessioni di un eretico high-tech”, in cui sostiene che il computer è utile per un imprenditore, ma non nelle scuole. Peggio ancora se rapportato ai cellulari. E alla tesi che google potrebbe dare delle informazioni utili se gli studenti incappano in cattivi maestri, rispose: “I cattivi maestri si licenziano e si cercano quello buoni”. Ecco, la digitalizzazione delle scuole è da evitare, perché sostituisce l'insegnamento in presenza. La didattica si fa insegnante e studente.

Non dovremmo essere proprio noi adulti a dare l'esempio?

Non siamo in grado e per una semplice ragione. Pensiamo che la tecnica sia uno strumento nelle mani dell'uomo, ma non è così. Un giovane, specialmente, pensa semplicemente di essere escluso dalla socializzazione. Che disastro. 

 

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