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Il Ministro Giuseppe Valditara e l'umiliazione educativa? Ma i bulli sono essenziali per la storia di ognuno di noi

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

25 novembre 2022

Il Ministro e l'umiliazione educativa? Ma i bulli sono essenziali per la storia di ognuno di noi
“Umiliazione fattore di crescita”. La frase infelice del Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha scatenato l'indignazione dell'opposizione. Eppure il bullo (o antagonista, come il cinema insegna) è parte essenziale di ogni storia, vera o inventata che sia...

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Ma vi siete dimenticati che il bullo è uno dei principali “topos” della narrativa, da quella letteraria a quella cinematografica a quella seriale? Avete dimenticato la gioia esultante che avete provato quando finalmente il bullo le prende di santa ragione? O la compassione lacrimevole quando infine si svela l’altra faccia del bullo, ossia quella di un ragazzetto ferito a morte dalla vita contro la quale non ha ancora sviluppato le armi difendersi? Avete dimenticato “Il signore delle mosche”, o “Karate Kid” o “Teen Wolf”? Non vi viene in mente il “Joker” di “Spiderman” o “La rivincita dei nerds?”. La proposta del ministro Valditara è discutibile, molto discutibile, comminare pene non è la funzione della scuola (anche se io sono andato dai “fratelli delle scuole cristiane” e ricordo le cinque ore passate in piedi, immobile, all’interno del perimetro di una mattonella, e sono ricordi bellissimi che odorano ancora di linoleum – non pensate male, nella mia classe eravamo tutti bulli), ma l’umiliazione del bullo, quella sì che è una gran figata!

 

L’umiliazione pubblica degli studenti per “educarli”.

A proposito di merito: ma #Valditara ha mai letto un qualsivoglia studio di psicologia e pedagogia?

Sembra incredibile. E in effetti è incredibile che, dopo una simile sparata, possa ancora essere Ministro dell’Istruzione. pic.twitter.com/AG93E87QNp

— Marco Furfaro (@marcofurfaro) November 24, 2022

Il ministro Valditara si è scusato per l’uso del termine “umiliazione” ma ha ribadito che “sospendere non basta”, quando forse avrebbe dovuto ripensare alla “pena” e restare fermo sull’uso del termine “umiliazione”. Allo stesso modo, le animelle belle, con la fretta di dire “al lupo al lupo”, si sono lanciate in una difesa dei bulli che li vorrei vedere al cinema, alzarsi in piedi, e parteggiare per Biff Howard Tannen (“Ritorno al futuro”) quando finalmente la sua decappotabile si riempie di stallatico o tifare per Johnny Lawrence (“The Karate kid”) quando Daniel LaRusso sta per sferrargli il calcio della gru (anche se recenti teorie sostengono che il vero bullo sia Daniel e non Johnny).

Esistono tante versioni del “topos” bullo. Dal bullo che si redime e passa dalla parte dei buoni (Steve in “Stranger Things”) al bullo integrale e irredimile… non fatemi passare in rassegna i cattivi-cattivi della narrativa di ogni genere. Esistono tanti tipi di bullo quante sono le sfaccettature e i toni di grigio della vita. Ma in una parola, il bullo, si chiama “antagonista”, e senza antagonista le storie non camminano, come non camminerebbe la Storia in  generale o la storia privata in ognuno di noi. E, cari tutti, l’antagonista è sempre dentro di noi (ed è “sbajato”). E anche quando infine il bullo si guarda allo specchio e riconosce quel lutto che gli causa la rabbia e si scioglie in lacrime, quel guardarsi allo specchio nasce sempre da una qualche forma di “umiliazione”. Siate equilibrati: lasciateci liberi di umiliare il bullo, ma lasciate anche il bullo libero di svolgere il ruolo che gli spetta nella storia di ognuno di noi.

ministro Valditara
ministro Valditara

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