«È sempre più difficile trovare tecnici preparati, la ricerca di un candidato può durare anche sei mesi, quindi meglio aprire le porte dell’azienda alle scuole, anche ai giovanissimi per far capire cosa vuol dire essere un programmatore di sistema o muovere una macchina automatizzata». Sono queste le parole con cui Fabrizio Felippone, ceo di Project Automation e vicepresidente del Gruppo Meccatronici di Assolombarda, descrive l’attuale situazione occupazionale in Lombardia. Una forte domanda di competenze scarsamente corrisposta da un’offerta di professionisti nel settore metalmeccanico. D’altronde una recente ricerca, Progetto nuove competenze meccatroniche, condotta da Assolombarda Milano Monza Pavia e Lodi, conferma il giudizio di Felippone. C’è un problema di cambio generazionale che le aziende avvertono sempre più pressante. La richiesta di operai specializzati è altissima ma non si trova personale. L’anno scorso in Lombardia ci sono state 54.420 nuove assunzioni in aziende meccatroniche, in gran parte assemblatori e cablatori (28,8%), attrezzisti per macchine utensili (30%) e operai in grado di gestire macchine utensili automatiche o semiautomatiche (38,64%).
La richiesta di ingegneri elettrotecnici, elettronici o meccanici, complessivamente supera di poco il 10% del totale. Nulla a che vedere con la forte necessità di personale non di così alto profilo ma con competenze davvero consolidate. Nel trimestre giugno-agosto di quest’anno la Lombardia ha segnato ben 4.420 nuovi ingressi per il ruolo di operaio, contro neanche duemila nuovi ingegneri. Per Felipponi il periodo di crisi, la velocità con cui progredisce la tecnologia e la condizione occupazionale attuale, che vede molti operai a un passo dal pensionamento, ha creato questa emergenza. «Non è solo colpa della scuola». Però proprio da lì, crede, si potrà ripartire. È così che è nata l’idea di un liceo Stem, ancora solo un’ipotesi lanciata da Assolombarda. Nel frattempo l’Istituto Tecnico Hensemberger di Monza, che conta più 1.700 iscritti, avrà a disposizione un Robot Lab aperto agli studenti. L’idea è di tornare a rendere appetibile l’opzione lavoro dopo una scuola altamente professionalizzante, mentre oggi, spiega la dirigente dell’istituto Petronilla Ieracitano, «c’è un retaggio culturale per cui i giovani, dopo un percorso di cinque anni e magari due anni di Its, non accettano di fare l’operaio come chi viene da una formazione professionale».