Putin non mi piace, ma mi pare che Zelensky stia un po’ rompendo i coglioni. Mi sembra il più classico dei “chiagne e fotte”. Chiariamo: non si può essere guerrafondai perché c’è l’umanità, ma non si può essere pacifisti perché c’è l’umanità: cioè questo impasto inestricabile di reazioni chimiche e libero pensiero che dà come risultato tutto e il contrario di tutto. E a farne le spese è sempre la povera gente. ‘Sta cosa che Zelensky chiama in aiuto papà Nato e mamma Europa, quando non sono né sua mamma né suo papà, mi sembra più uno che dice “lo dico ammiocuggino”. E attenzione, non è che siamo in presenza – questa mi sembra la narrazione in atto – di un nerd simpatico e bullizzato: la narrazione da film americano, con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra non mi sembra adeguata. Insomma: la guerra in atto non è Karate Kid.
Zelensky, lo sappiamo, ha avuto conti off-shore (venuti fuori con i Pandora Papers), ha un villone in Versilia non dichiarato (che è un po’ la stessa cosa che si rimprovera a Putin, avere il villone), ha traccheggiato con gli oligarchi, e fermiamoci qui perché mi sembra abbastanza. Se si vuole mettere a fare il presidente-operaio-guerrigliero faccia pure, ma invocare no-fly-zone, interventi armati, invio di armi, con il pericolo, vero, di fare scoppiare la terza guerra mondiale per proteggere il suo personale potere mi sembra esagerato. Perché, così, a fiuto, non mi sembra che si stia facendo problemi ad armare anche le anziane pensionate o i ragazzini. Certo, ovvio, anche Putin lo sta facendo: qui non si parteggia proprio per nessuno, se non per la povera gente. E per tutti coloro preoccupati dalla possibilità che il conflitto degeneri ed esca da quei confini.
Perché sono i “confini”, da sempre, che generano morti e la patria, la matria, o la nutria, sono concetti militari la cui idea fondata su cervelli esplosi, intestini penzolanti, mutilazioni, pezzi di bambini sparsi qui e lì, non mi esalta, come non mi esalta il concetto di eroe nazionale (l’eroe privato, e l’antieroe, dei romanzi sono tutt’altra cosa - è un po’ la differenza tra Iliade e Odissea -, ma sarebbe discorso lungo e complicato in quest’epoca di tifoserie masochiste). Per cui? Per cui non mi dispiacerebbe che Zelensky la smettesse di sfruculiare la Nato, la smettesse di chiedere armi che altri dovranno imbracciare, la smettesse di fare il presidente-operaio-guerrigliero-piagnone e si arrendesse, lasciando il campo alla diplomazia, l’unica in grado di agire in modo mirato e non esagerato. Putin non mi piace, ma non ce l’ha prescritto il medico che Zelensky debba continuare a stare al potere.