Signori è stato sbloccato un altro livello (verso il basso, purtroppo) dell'informazione italiana. E nessuno dice niente. Ieri a Verissimo sono state intervistate le Donatella, che hanno parlato - con tanto di lacrime, per carità, umanissime - della morte del padre, della madre che sta male, del fatto che una delle due Donatella, la mora, Silvia Provvedi, sia una madre sola. Peccato che alle milioni di persone che guardano Verissimo nessuno ha spiegato che Silvia Provvedi è una madre sola perché è la compagna di Giorgetto De Stefano. I de Stefano sono una delle famiglie più potenti della 'Ndrangheta. Nelle cronache il loro nome si fa anche relativamente all'inchiesta sui legami tra le curve di Inter e Milan e la criminalità calabrese, emersa dopo l'omicidio di un rampollo della 'Ndrangheta Antonio Bellocco. Di Giorgio De Stefano, in tutta l'intervista durata quasi mezz'ora a Verissimo, non si fa nemmeno il nome, tantomeno si dice per quale reato sia in carcere. Ok, forse Verissimo non era il contesto corretto per spiegarlo, oltretutto nella parte finale dell'intervista è entrata anche la loro figlia (e qui, vabbè, ci sarebbe tutto un altro tema sulla presenza dei minori in tv e dell'uso che se ne fa, ma in questo momento lo tralascio). Quindi ci sta che la scelta degli autori e della Toffanin sia stata quella di evitare domande specifiche sulla vicenda. Ma un conto è Verissimo, un conto siamo noi giornalisti. E quindi lo puntualizzo: Giorgetto De Stefano è stato condannato a 12 anni e 8 mesi - in primo grado - perché sarebbe stato incaricato di riscuotere il pizzo e di tenere i rapporti con gli altri rappresentanti delle famiglia della ‘Ndrangheta presenti nel milanese. Nello stesso processo sono state emesse 53 condanne, tutte pesantissime tra cui quelle a Domenico Calabrò, presunto consigliere del boss Filippo Barreca, Orazio De Stefano e Carmine De Stefano.
Chiaramente, e in modo legittimo, gli avvocati di Giorgio De Stefano tengono a precisare che l'episodio estorsivo di cui viene accusato il loro assistito è unico e oltretutto di esiguo valore, che non ci sono le prove che fosse il collettore tra tutte le famiglie e che la condotta dell'imputato è sempre stata collaborativa. Tra un po’ ci sarà l'appello, ma intanto come ha detto Silvia Provvedi a Verissimo sono quasi cinque anni che lui è in carcere. Ripetiamo: non è una critica alla Toffanin perché il contesto non era quello adatto, soprattutto perché c'era appunto la figlia di De Stefano nello studio, ma quando guardiamo queste cose in TV è bene che ci sia qualcuno che ci spieghi i pezzi che mancano per ricostruire bene tutta la storia. Poi la giustizia farà il suo corso e vedremo come andrà a finire. Ma permettetemi una domanda: se sono tutti convinti che Giorgio De Stefano sia innocente e non c'entra niente con la 'Ndranghetag non sarebbe stato bello approfittare del pubblico della domenica pomeriggio per lanciare una presa di distanza netta da determinati ambienti piuttosto che sorvolare come è stato fatto? No, chiedo, per un amico.