Nel 2017 era finita sulle prima pagine di tutto il mondo per l’inchiesta del Russiagate insieme al marito George Papadopoulos, ex collaboratore di Donald Trump. Oggi Simona Mangiante, trumpiana di ferro, si racconta a MOW dagli Usa. Sul faccendiere russo Artem Uss: «La richiesta delle autorità americane è assolutamente infondata». Joseph Mifsud? «Una persona non può sparire nel nulla, potrebbe avere una nuova identità». E su Joe Biden: «Un burattino, spero che tra i dem vinca Robert F. Kennedy Jr».
Simona, partiamo dal caso Artem Uss. L’imprenditore russo era ai domiciliari a Basiglio, nel milanese, in attesa dell'estradizione negli Usa, richiesta proprio da Washington. È fuggito in patria appena è stata concessa l'estradizione, probabilmente aiutato dai servizi segreti russi. Che idea ti sei fatta di questa vicenda?
L’imprenditore e fuggitivo russo ha scelto una conveniente “scorciatoia” per sottrarsi alla giustizia italiana e alla “minaccia americana” con la complicità dei servizi segreti russi. Le dichiarazioni dello stesso Uss la dicono lunga sulle motivazioni politiche della scappatoia: totale sfiducia nell’imparzialità delle autorità di giustizia nel clima “anti russo” attuale. La strumentalizzazione politica dei tribunali è una triste realtà, laddove un giusto processo è giusto anche nel condannare a condizione che sia imparziale!
Secondo il Corriere della Sera, nei confronti dell’imprenditore russo gravava una precedente richiesta di estradizione trasmessa all’Italia dalla Russia. Dunque il ministro Nordio non avrebbe potuto, secondo le convenzioni internazionali, soddisfare la richiesta degli Usa. Che ne pensi? Siamo dinanzi a una sollecitazione indebita da parte degli Stati Uniti?
La richiesta delle autorità americane è assolutamente infondata alla luce del diritto internazionale, non solo perché è postuma alla richiesta di estradizione da parte della Russia ma anche perché quando un individuo è accusato di reati commessi nel proprio paese e in un altro Stato, come nel caso del Sug. Uss accusato di malversazione in Russia, deve essere riconsegnato alla madre patria. È tempo che gli Stati Uniti la finiscano di fare le proprie guerre contro la Russia in Europa.
A proposito di spy story internazionali, negli anni passati ti sei trovata tu stessa, tuo malgrado, protagonista di una vicenda - il Russiagate - che poi si è rivelata essere una gigantesca bufala. Tu e tuo marito George Papadopoulos siete finiti su tutti i giornali del mondo e tu sei stata dipinta come una spia russa: com’è cambiata la tua vita da allora?
Da quando sono finita sulle testate giornalistiche di tutto il mondo come “spia russa” non solo è cambiata la mia vita ma è soprattutto cambiata la mia percezione ed interpretazione dell’informazione verso la disinformazione. La “notizia” può’ diventare una lente di ingrandimento su un aspetto minuscolo e distorto della vita di una persona e definirla per intero. Oggi lotto contro la disinformazione, sono commentatrice politica negli Stati Uniti e intervistatrice di documentari politici, ultimo “The everlasting present” sulla storia dell’Ucraina post sovietica. Attualmente sto lavorando su un documentario sulla storia della Presidenza di Trump. Contemporaneamente mi dedico alle mie passioni artistiche e alla mia impresa che ho fondato 3 anni fa negli USA.
Al centro di quella vicenda c’era il misterioso Joseph Mifsud, ex docente alla Link Campus, che tu hai conosciuto al Parlamento europeo. Di lui, dalla fine del 2017 non si sa ufficialmente più nulla, né se sia vivo o morto. Secondo te che fine ha fatto? E perché nessuno ne parla più? Possibile che una persona possa sparire nel nulla in questo modo?
Sono sempre stata molto esplicita al riguardo. Una persona fisica non può scomparire, viva o morta, e non lasciare traccia alcuna. Uno screen writer di Hollywood vedrebbe oggi Mifsud circolare dietro un’altra identità con fattezze dissimulate, nuovo nome, nuova vita, un asset “bruciato” dalle agenzie di intelligence. Io personalmente mi chiedo quando la realtà supera la fantasia?
Parliamo un po' di Stati Uniti. Sei molto vicina al partito repubblicano. Alla fine chi la spunterà tra Donald Trump e Ron DeSantis, secondo te? E tu chi preferisti sfidasse Joe Biden?
Sette membri prominenti del partito repubblicano in Florida hanno appena comunicato il loro sostegno per Trump. Se pensiamo che il cavallo di battaglia di DeSantis sarebbe “Make America Florida” è un dato significativo per il governatore della Florida sapere che 7 prominenti membri del suo partito appoggiano Trump. Al livello generale DeSantis, sebbene apprezzato, è tutt’ora considerato come “un piano B” rispetto a Donald. I supporter di Trump (che costituiscono una fetta importante degli elettori repubblicani) oggi assimilati nel movimento Maga, non vedono di buon occhio la potenziale candidatura di DeSantis in concorrenza alle primarie repubblicane con Donald Trump. Sarebbe preferibile che Ron finisse il suo mandato come governatore della Florida. Quanto a Joe Biden e ai candidati del partito democratico, Robert F. Kennedy Jr ha recentemente annunciato la sua candidatura. Profilo interessante e sicuramente vincente rispetto al burattino Joe. Sarebbe interessante assistere una sfida finale Trump-Kennedy alle prossime presidenziali.
Secondo te gli americani sono soddisfatti dell’amministrazione Biden e di come sta governando? In America c’è timore per una probabile guerra mondiale con Russia e Cina?
La presidenza di Biden ha portato inflazione, recessione economica, politiche identitarie che hanno esacerbato fratture sociali piuttosto che ridurle, aumento del crimine esponenziale e incontenibile nelle maggiori città americane, conflitti internazionali. Un clima di anarchia degenere. Chiunque vive in America convive con questi disastri, impossibile essere soddisfatti dell’attuale amministrazione. Gli americani cominciano ad aprire gli occhi sul ruolo degli Usa nel conflitto Russia - Ucraina e si materializza sempre più vivido il timore della ormai già consolidata alleanza Russia-Cina contro gli Usa. Siamo di fatto già in guerra.
La sfida tra repubblicani e democratici è soprattutto culturale. Tant’è che si parla appunto di “guerre culturali”, con i dem che hanno sposato l’ideologia woke e del politically correct. Com’è vissuta quesa cosa negli Stati Uniti?
Più che una guerra culturale tra democratici e repubblicani siamo arrivati a una guerra contro il buon senso. Il passe-partout del "politically correct” legittima la normalizzazione imperativa di ogni "diversità” un concetto inclusivo ormai di ogni stranezza di cui non ci si limita ad imporre il rispetto ma si impone la celebrazione. Mi spiego, laddove condivido il rispetto per tutti i generi e orientamenti, sono assolutamente contraria a imporre ai bambini già nelle scuole elementari “lezioni" sul transessualismo, o fare delle transwomen testimonials di prodotti riservati al mondo biologico femminile (il caso di Dylan che pubblicizza i Tampax). Qui in America ormai queste categorie non vanno semplicemente rispettate ed integrate ma sono imposte e celebrate dalle scuole “ai commercials”. Il wokismo insieme alla cancel culture sono programmi sociali per riscrivere storia e valori. Triste realtà che ha preso piede nonostante la resistenza dei conservatori.
Parlaci un po’ delle tue attività. Chiusa la parentesi di presunta spia, ti sei data alla moda e al cinema. Come sta andando?
Dai tempi della “spia russa” a oggi la mia vita è cambiata radicalmente. Alla vena politica che mi abita dai tempi del parlamento europeo alla mia recente candidatura alle elezioni italiane, oggi accompagno anche la passione per il cinema e il design. Sono diventata imprenditrice di moda. La mia azienda “Simona Magiante collection” ha sfilato ormai 3 volte sulle passerelle della Nyfw. È un piccolo sogno diventato realtà. Sto anche recitando in alcune produzioni cinematografiche negli Usa (l’ultima “Untamed justice”) e ho lavorato recentemente in un cortometraggio italiano, diretto da James la Motta intitolato, “T’ho aspettata da una vita” attualmente in competizione al David di Donatello. Il film è stato anche proiettato al Senato lo scorso Marzo 2023. Posso dire oggi con soddisfazione che sto dando spazio alle mie passioni politiche e artistiche anche sul piano professionale.