Asia Argento è una stronza. Così la vede la pubblica opinione forse addirittura a livello mondiale, soprattutto dopo che si è resa protagonista della detonazione del #MeToo. Ma pure prima. Da sempre ritenuta una specie di mantide mangiauomini, libera parafrasi di quanto detto di lei da un suo celebre ex Vertigo, non si perde mai occasione di darle contro: perché non sa recitare, perché limona con Fabrizio Corona o con un rottweiler (sì, è successo), perchè simula una pompa via storia Instagram (sì, anche questo). Rumore di fondo che cementifica il pregiudizio nazional-popolare su di lei. In questi giorni, però, è stato raggiunto un picco massimo di barbarie nei suoi confronti: l'occasione è l'uscita di Down and Out in Paradise: The Life of Anthony Bourdain, una nuova biografia (non autorizzata) sul celebre chef francese morto suicida nel 2018. E fidanzato con lei quando decise di togliersi la vita. Dal libro, emergono chat che la stampa italiana non evita di definire "incriminanti" per Asia. Come se fosse possibile o addirittura legittimo, attribuirle tra le righe responsabilità in merito all'estremo gesto del compagno. Che schifo.
Il messaggio che, sempre ammesso sia attendibile, "getta ombre" su Asia Argento questa volta è un "Non rompermi le palle" inviato a Bourdain il giorno stesso in cui poi si sarebbe ucciso. Motivo dell'alterco virtuale, pare, alcuni scatti dell'attrice paparazzata la sera precedente in un locale di Roma insieme a un avvenente giovane. E tanto basta. Quattro parole in croce, il sospetto di un possibile tradimento et voilà, ci siamo di nuovo: Asia Argento è una stronza. Per tutta risposta, lei replica via storia Instagram fotografandosi con una maglia dalla scritta inequivocabile: "Stop busting my balls" (letteralmente: "Smettetela di rompermi le palle"). E ha ragione.
Ha ragione perché stavolta si è andati ben oltre il gossip, travalicando ogni etica giornalistica e morale. Non che l'informazione nostrana sia la casa nella prateria, ma in questo specifico caso il letame è andato ben oltre il limite massimo del concimato. E l'odore è intollerabile. Eccoci qui, allora, ancora una volta, nella scomoda posizione di dover spiegare l'ovvio. Partiamo da una semplice domanda: vi rendete conto?
Là dove perfino Morgan ha scelto di tacere, anzi di spendere perfino buone parole come è giusto fare di fronte all'indicibile, gli scribacchini nostrani sfornano pezzi su pezzi in cui dipingono, tra le righe, un'Asia di fatto capace di portare al suicidio l'ex fidanzato. Giornalisticamente parlando, si stanno riportando chat private pubblicate in un libro che, per il momento, non ha alcuna attendibilità (la famiglia Bourdain è in causa con la casa editrice). Potrebbe essersele inventate di sana pianta l'autore? Per quanto ne sappiamo ora come ora, sì. Ma anche fossero vere, non cambierebbe una virgola.
Tappandosi il naso fino all'asfissia in modo da poter considerare i giornalisti persone senza vomitare, non può non venir messo in evidenza un fatto: quando una persona si suicida, non c'è una sola vittima. Chi rimane, resta eroso da uno tsunami di sensi di colpa e rimpianti che forse potrà risolvere da solo, con l'aiuto della terapia. Oppure mai. Lasciar passare il messaggio che una singola frase scritta possa essere in qualche modo causa di un gesto così estremo è disumano. Anche se sono passati quattro anni dall'accaduto. Anzi, forse riesce a essere addirittura peggio. Perché si va a rimestare, a squarciare un dolore infinito con cui magari c'era stato modo di scendere a patti e imparare a convivere.
Sì, oggi Asia ha un nuovo fidanzato, giovane e bellissimo, dalle foto che posta su Instagram sembra pure felice. Ha anche dichiarato di essere sobria da un anno e mezzo. E quanto tale risultato non l'abbia raggiunto con una bella corsetta rigenerante. Le è costato fatica, impegno, sacrificio. Purtroppo, però, è una stronza e tutti questi colori stonano col personaggio dark e spietato che amiamo invece raccontare che sia anche fuori dal set. A prescindere dalla sua persona, quando qualcuno si toglie la vita non lo fa per un singolo bisticcio, perché gli è saltato il wi fi o per noia. E, salvo casi di istigazione conclamata, è da bestie attribuire colpe a chi resta.
Impossibile indagare il profondo dolore che porta alla scelta di farla finita e sicuramente non sarà in grado di farlo uno stagista di Ilmiosegugio.it pagato 2 cent a parola. Sui social si parla tanto di salute mentale, dell'importanza della terapia, dell'estrema attenzione che va attribuita ai possibili segnali di una depressione, alla cautela nei confronti di chi è più fragile e potrebbe rimanere ferito anche solo da una giustapposizione di sillabe fuori luogo. Evidentemente, è tutto solo un trend. Fuori da Instagram, siamo rimasti tutti bestie da Pleistocene. Con la clava sulla tastiera e pubblica forte che questa ci fa il botto di views. Poco importa chi andrà a leggere quelle parole, chissenefotte della reatà distorta che andiamo a costruire, delle possibili conseguenze. Tanto Asia Argento è una stronza.