In quel di Sabaudia la droga arriva direttamente in Porsche. Nel luogo di vacanza per tanti vip, la cocaina da anni scorre a fiumi. A rifornire imprenditori, commercianti, e chi più ne ha più ne metta due fratelli, aiutati da una decina di collaboratori. Dal 2020 la squadra mobile di Latina monitora il business, i depositi della sostanza stupefacente e le consegne a domicilio fatte a bordo di una potente Panamera. Il blitz ha portato ai domiciliari Francesco e Leonardo Corni, 31 e 39 anni, mentre per un agente della Polizia, Marco Veglianti, in servizio presso il Viminale, è scattata la sospensione per un anno dal servizio. I fratelli Corni hanno dato vita a un piccolo impero tra Sabaudia, San Felice Circeo e Terracina, gestendo bar, ristoranti, uno stabilimento balneare, un B&B, una tabaccheria e accaparrandosi decine di appalti pubblici, da quelli per la cura del verde a quelli per la manutenzione delle scuole. Hanno avuto però anche qualche grana. Ad esempio, come quando tre anni fa vennero chiuse le scuole di Sabaudia dopo un intervento di disinfezione che, stando a quanto riportato dagli inquirenti, sarebbe stato fatto con un pericoloso pesticida, per cui Leonardo, titolare della società "La Rapida", è stato mandato a giudizio. Tuttavia, nulla è bastato per fermare l'ascesa dei due fratelli. Dopo aver intercettato il giro di spaccio, e raccolto delle confessioni, gli investigatori della Mobile hanno così puntato l'altra attività dei Corni, ovvero quella particolarmente remunerativa della cocaina.
L'inchiesta, portata avanti dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza, ha preso il via. Del resto del giro di spaccio dei Corni aveva parlato pure il pentito Agostino Riccardo. Tra intercettazioni, sequestri, pedinamenti e arresti, le forze dell’ordine si sono convinti che i due siano arrivati ad acquistare fino a 5-6 chili di coca al mese. In totale gli indagati sono tredici, tra cui un rapper già noto per vicende legate allo spaccio. A destare particolare preoccupazione i contatti dei due fratelli con appartenenti dell'arma, tanto che è stata chiesta la sospensione dal servizio anche di un finanziere di Sabaudia, accusato di averli aiutati in cambio di denaro. L’agente, sottoposto a misura interdittiva, sarebbe invece coinvolto direttamente nello spaccio e, mentre risultava assente dal lavoro perché positivo al Covid, sarebbe andato a lavorare con la ditta dei Corni. Affari connessi alla droga sarebbero stati compiuti anche a Roma, a Colli Portuensi e all'Eur. A Sabaudia, invece, le consegne che venivano fatte a bordo della supercar, sarebbero state fatte persino vicino a una chiesa.