Tremate, i negazionisti sono tornati. Dopo i No Vax e i No Mask, stavolta è il turno dei No Sic, ovvero coloro che non credono al problema della siccità. Nonostante fiumi e torrenti siano in secca o quasi da diversi mesi, e le aziende agricole in ginocchio a causa delle scarse precipitazioni e la carenza di acqua, c'è chi sostiene che la questione della siccità sia una falsa emergenza. Accettare una drammatica realtà è più difficile rispetto che gridare sempre al complotto e tirare in ballo i "poteri forti". D’altronde è uno scenario già visto che non fa che ripetersi in continuazione. Nel recente passato è stato il turno dei negazionisti del Covid, poi di quelli che negano le stragi compiute dall’esercito russo in Ucraina, senza dimenticare terrappiattisti e compagnia.
Mentre in molte città soprattutto del nord Italia ci si prepara a ridurre il consumo dell’acqua (o si è già nel pieno di tale operazione), sui social è esploso l’hashtag dei #rubinettiaperti. Sono in tantissimi a credere che la questione della siccità sia solo una bufala creata dal Governo, con l’aiuto della stampa, per chiedere altri soldi e creare il panico tra i cittadini, che invece diffidano dalle parole delle istituzioni e degli esperti.
"I fiumi italiani sono pieni d’acqua", "La siccità è nel vostro cervello", "Le foto del Po a secco sono vecchie”: queste alcune delle tesi.
Nel mirino dei negazionisti anche rappresentanti delle istituzioni come Attilio Fontana e Luca Zaia, accusati (incredibilmente) di aver chiuso volontariamente i bacini per mettere in crisi le aziende da svendere poi alle multinazionali.