Non è un déjà-vu, anche se sembra. Estate 2025, in pieno agosto, e si torna a parlare di Covid, polmoniti e ricoveri che sanno di tempi che speravamo sepolti. Il primo campanello d’allarme arriva dal mondo dello spettacolo: Stash, frontman dei The Kolors, si è trovato di nuovo faccia a faccia col virus. Dopo giorni di febbre e infiammazione “che il cortisone non riusciva a fermare”, ha dovuto annullare i concerti in Sicilia. Poi il sospiro di sollievo: tampone negativo, salute ritrovata, tour che riparte da Gela il 31 agosto. Con un ricordo inciso nella pelle: la polmonite bilaterale del 2020, l’ossigeno al naso, la paura di morire. Non è retorica, è memoria traumatica. E non stupisce che, da guarito, abbia detto: “Non mi isolo per obbligo, ma per buon senso. Non voglio contagiare nessuno”. Ma non è l'unico caso che fa discutere.

Perché il caso più duro è arrivato dal calcio. Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, 80 anni, è ricoverato all’Humanitas di Rozzano. Diagnosi: polmonite, terapia intensiva, intubazione. La famiglia e i medici parlano di condizione “seria ma non critica”. E intanto l’ombra lunga del Covid torna a insinuarsi: non sarà stata la causa diretta, ma il parallelo con i bollettini del passato è inevitabile. Lo dicono anche i dati: il virus circola ancora, nonostante il caldo e le vacanze. Dieci decessi nell’ultima settimana tra i fragili con comorbilità, numeri che negli Usa collegano a due fattori: viaggi e aria condizionata. L’estate come acceleratore, non come freno. La domanda resta sospesa: il Covid è davvero tornato o non se n’è mai andato? Forse è la seconda, e l’illusione di archiviarlo come parentesi chiusa è stata solo un modo di anestetizzarci. Ma basta un cantante costretto a fermarsi e un ex presidente in ospedale per ricordarci che il virus – e i suoi strascichi – sono ancora qui.
