C’è qualcosa di tremendamente ironico – o forse solo incredibilmente cinico – nella strategia di Stellantis. Da un lato, il colosso dell’auto si fregia del titolo di “Automotive Premium Partner” per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, sventolando il tricolore con Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Maserati. Dall’altro, mentre sfoggia la propria italianità su scala globale, chiede agli operai Maserati di trasferirsi in Serbia per costruire la Fiat Grande Panda nello stabilimento di Kragujevac.
Operai Maserati in cassa integrazione spediti in Serbia
La proposta, confermata a Milano Finanza da Stefania Ferrari, segretaria della Fiom di Modena, prevede una trasferta fino a sei mesi in Serbia per i dipendenti Maserati, che da mesi sono in cassa integrazione. «Una proposta reale e su base volontaria», precisa Ferrari, anche se «non può certo essere la soluzione» alla crisi del marchio.
E crisi è la parola chiave. Maserati, l’unico brand di lusso di Stellantis, ha chiuso il 2023 con vendite crollate del 45% e uno stabilimento – quello di Modena – praticamente fermo. Nel 2024 non ha ancora riaperto e, secondo la Fiom, «i lavoratori forse rientreranno dopo metà marzo, ma solo per una settimana». Il destino del marchio del Tridente resta appeso a un filo.

La crisi Maserati: modelli cancellati e investimenti congelati
Stellantis naviga a vista sul futuro del marchio. Secondo Milano Finanza, ha deciso di cancellare il modello elettrico MC20 Folgore perché i clienti delle supercar «non sono pronti a passare ai veicoli elettrici a batteria». Il risultato? Un miliardo e mezzo di investimenti messi in standby e perdite per 1.063 milioni di euro nel 2024.
Il problema è che Maserati, più che un asset, per Stellantis sembra diventata un enigma irrisolvibile. «Stiamo lavorando con impegno e definendo una roadmap che condivideremo al momento opportuno», ha dichiarato un portavoce del gruppo. Traduzione? Non hanno ancora idea di cosa fare.
Nel frattempo, Stellantis sponsorizza Milano-Cortina 2026
Mentre Maserati lotta per sopravvivere, Stellantis gioca la carta dell’immagine. Il gruppo sarà sponsor ufficiale delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, fornendo vetture per il trasporto di atleti e staff. «Siamo orgogliosi di mettere le competenze dei nostri marchi italiani al servizio di un evento di questa portata», ha dichiarato Jean-Philippe Imparato, chief operating officer di Stellantis Enlarged Europe.
Ma quale Made in Italy celebra Stellantis? Quello di Maserati in ginocchio o quello della produzione Fiat spostata in Serbia? È legittimo chiedersi quanto sia credibile il messaggio di una multinazionale che vende italianità su un palcoscenico globale, mentre delocalizza la produzione e chiede ai suoi operai di lasciare Modena per lavorare all’estero.

Il futuro dell’auto italiana passa per Torino o per Kragujevac?
La strategia Stellantis si muove su un equilibrio precario tra la ricerca di competitività e il rischio di snaturare i suoi marchi storici. La decisione di puntare sul basso costo della produzione serba mentre si esalta il Made in Italy potrebbe essere solo l’ultima mossa di una strategia orientata al taglio dei costi più che al valore dei brand.
Ma quanto può durare? Maserati è il simbolo di un lusso che non può essere costruito al ribasso. Può Stellantis continuare a vendere “eccellenza italiana” mentre i suoi operai sono mandati in trasferta all’estero? La risposta potrebbe arrivare dalle prossime mosse di John Elkann. Se mai ci saranno (oltre all’annuncio di una nuova presidenza, quella di Vento nel venture capital).