Dopo la notizia dello stop dell’Europa alle auto a diesel e a benzina dal 2035, con lo scopo di ridurre le emissioni di CO2, arriva il commento del colosso Stellantis che sembra andare controcorrente: fino al 2050 vedremo ancora circolare veicoli con motori a combustione interna. Ciò non significa che le cose resteranno come sono: è chiaro, secondo il terzo produttore automobilistico al mondo, che le industrie intanto si adegueranno per ridurre il più possibile l’emissione di carbonio, finchè non ci sarà il passaggio completo ai modelli elettrici. Il riferimento è all’uso di carburanti sintetici, gli e-fuel, che potrebbero essere un buon compromesso. Proprio in questi giorni Stellantis ha infatti effettuato dei test al riguardo con la saudita Aramco, una delle più grandi compagnie petrolifere. Dai risultati è emerso che nei veicoli europei che ha prodotto dal 2014, 24 tipi di motori a combustione interna (ICE) possono usare i carburanti sintetici senza modifica alcuna. Intanto, se l’Unione Europa impone il 2035 come data limite, gli ICE potrebbe essere ancora venduti oltre quella data. A marzo in Commissione Europea si era detto infatti che i mezzi ICE con e-fuel a emissione zero avrebbero potuto continuare a essere presenti sul mercato. Una decisione che andrebbe a colpire chi ha già investito nelle auto elettriche, come le 47 società riunite in un gruppo no profit – tra cui Ford e Volvo – avevano fatto notare già a marzo.
Se dal 2030 Stellantis venderà in Europa soltanto automobili elettriche, molti dei modelli venduti fino al 2029 potrebbero continuare a circolare per altri 20 anni. In Europa ci sarebbero ora circa 28 milioni di veicoli il cui motore è compatibile con gli e-fuel, il che garantirebbe l’emissione di 400 milioni di tonnellate in meno di CO2 tra il 2025 e il 2030. Sia Stellantis che Aramco sono convinti che in futuro, anche grazie alle tassazioni dell’Unione Europea, aumenterà la produzione di e-fuel e ne diminuiranno i costi. Esistono, però, considerazioni più pessimistiche sull’argomento: secondo uno studio pubblicato dal Potsdam Institute for Climate Research, nei prossimi anni la produzione di e-fuel, in base ai piani attuali nei vari Paesi, coprirà solo il 10% della domanda della Germania per settori specifici. Secondo altri bisognerebbe ricorrere a questo sistema nei settori che non hanno alternative green, come l’aviazione, piuttosto che nella produzione di auto per cui le batterie elettriche sono una buona soluzione.