Antonino Ghiglia è entrato nella sede di Fdi in via della Scrofa a Roma. Lì ha incontrato Arianna Meloni, a suo dire salutata al volo perché molto impegnata. Poi si è visto con Italo Bocchino, per parlare di due libri che dovranno presentare a Torino e Roma. Italo Bocchino, il direttore del Secolo d’Italia, giornalista dall’insospettabile e mai palese posizionamento politico. L’incontro è durato circa un’ora e un quarto. Nelle immagini registrate dai giornalisti di Report lo si vede uscire dall’auto con il telefono all’orecchio, un uomo molto impegnato, quasi di corsa. Il tutto in concomitanza con la sanzione di 150mila euro decisa dal Garante della Privacy. Ghiglia si difende dicendo che la decisione è presa dal collegio, composto da Presidente, vice, e altri due membri. Il Presidente è Pasquale Stanzione, molto apprezzato dal Partito Democratico per le sue qualità di tecnico. La vice, Ginevra Cerrina Feroni, è inoltre membro del comitato scientifico della Fondazione Magna Charta storicamente molto vicina a Forza Italia. Guido Scorza invece è stato fortemente voluto dai 5stelle. Insomma, non è vero che i membri del Garante per la Privacy siano lontani dal mondo della politica, perché effettivamente questi vengono nominati proprio dal parlamento. Ed è proprio l’equa rappresentanza di più anime politiche a garantire, in teoria, l’indipendenza dell’organismo. Però ciascun membro, in teoria, pure, dovrebbe essere nominato in forza della sua estraneità dalla politica. Allora, la colpa è di chi li ha nominati. Un bel cortocircuito. Eh sì, perché indovinate un po’ di che colore era la maggioranza quando questi signori sono stati eletti? Era la maggioranza giallo-rossa, dove il giallo dei 5 Stelle in salsa Luigi Di Maio occupava gran parte dei seggi.
Era il luglio 2020 e al governo c’era Giuseppe Conte in modalità Grande Fratello insieme a Rocco Casalino nel Panoptikon del regime sanitario. Lo stesso Giuseppe Conte che oggi, vabbé qualche giorno fa, scende in piazza per manifestare la sua solidarietà a Sigfrido Ranucci, stracciandosi le vesti per la libertà di stampa ormai irrimediabilmente perduta dopo il grave attentato al giornalista di Report. Fa tutto molto ridere. Come si scriveva su questo giornale, posti in piedi per gli spettatori, non sono contemplati. E allora per i giornalisti che fanno inchiesta occorre trovare un posizionamento, una sponda nella politica per avere protezione. Sì, suona molto mafioso detto così. Ovviamente non è proprio così, ma poco ci manca. Ma cosa succede se quella politica che dovrebbe tutelarti tramite organi indipendenti, finisce per condannarti al rogo? Forse non lo fa neanche apposta, d’altronde il capo dei 5 Stelle era Luigi Di Maio, ora nell’iperspazio del Golfo Persico, dematerializzato ad ologramma dietro le quinte. Come si poteva prevedere la direzione verso cui sarebbero cambiate le cose nei cinque anni seguenti? E’ cambiato davvero tutto. E tutto sta per cambiare ancora. La riforma della Giustizia di Nordio deve ancora dispiegare tutti i suoi effetti. Ranucci, che da sempre è stato contro, come Giuseppe Conte, e come Marco Travaglio, è stato accolto da una standing ovation dell’Anm in Cassazione che lo ha invitato per intervenire contro la separazione delle carriere.
E nonostante ciò, il presidente dell’Anm Cesare Parodi - espressione della corrente di “Magistratura Indipendente”, definita “di destra” - che qualche tempo fa era stato pizzicato a complottare a Genova con Elly Schlein a proposito di chissà quale arcano (evidentemente una strategia comune da adottare contro gli effetti della riforma Nordio, scrisse il Dubbio, oppure a fare il doppio giochista, scrissero altri), dopo la cerimonia, riunendosi insieme alla cerchia ristretta nel mini-parlamento interno all’Anm, il Comitato direttivo Centrale, ha subito frenato l’entusiasmo dei colleghi obbiettando che la prossima volta sarà opportuno scegliere con più prudenza gli ospiti da accogliere, privilegiando “personalità del mondo moderato”, lasciando intendere che Ranucci sia troppo schierato politicamente. Ranucci, però, è totalmente isolato. Pure l’ex senatore Luigi Manconi, dalle colonne di Repubblica dà ragione al Garante della privacy. E allora vi ricordate dell’Iran quando gli Stati Uniti hanno sganciato metà del loro arsenale sul sito nucleare di Fordow? Solidarietà dalla Russia, dalla Cina, dall’India, ma solo a parole. Ranucci se fosse uno stato, ora, sarebbe lo stato più solo al mondo perché né dal governo, né dall’opposizione arriva vera solidarietà. Solo parole. Questo accade perché chi davvero fa inchiesta sta sul cazzo a tutti e in mezzo a sorrisi, abbracci, strette di mano, in verità tutti complottano per farti fuori, perché adesso, il nemico, sei tu.