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Delitti Moro, Mattarella, Borsellino. Perché proprio ora si torna a parlarne? Qual'è il file rouge che li unisce, tra ieri e oggi?

  • di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

  • Foto: Ansa

28 ottobre 2025

Delitti Moro, Mattarella, Borsellino. Perché proprio ora si torna a parlarne? Qual'è il file rouge che li unisce, tra ieri e oggi?
Caso Aldo Moro, omicidio Piersanti Mattarella, strage di via d'Amelio. Perché tornano fuori dall'omvra dettagli di queste tre vicende proprio ora? Cosa sta succedendo adesso che permette il riemergere di alcuni dettagli? Cosa accomuna a livello geopolitico questo periodo con il 1978, il 1980 e il 1993? È come se si stia preparando il terreno per qualcosa. È l'impressione è ancora una volta stiamo per cambiare gli equilibri internazionali e ci sia bisogno di ristabilirli. Costi quel che costi

Foto: Ansa

di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

Le gole profonde in questi ultimi giorni hanno la nausea, e non riescono a smettere di vomitare. Tanto meglio, no? Tutte queste veline fanno ubriacare, ma sono notizie. Le notizie fanno fare i numeri ai giornali e poi, tutto sommato, hanno un ciclo di vita abbastanza breve. Lasciano tracce, sì, ma non nella memoria della gente. Solo per quei pochi a cui sono indirizzate non dimenticano. Partono dal basso, arrivano molto in alto, e viceversa, e solitamente il messaggio è simile a: “non dovresti occuparti di questo, ma dai un’occhiata qui, è molto più interessante”. E da quando sono esplose le due auto in casa Ranucci, effettivamente, come dicevamo, le gole profonde hanno la nausea, sono eccitate, hanno la febbre, si divertono a giocare. Il Domani è tornato a ricevere le solite veline – qualche giorno fa ha pubblicato una lettera anonima che indica la pista albanese per l’attentato al giornalista di report – nonostante sulla scrivania del Pm di Perugia vi sia un fascicolo che venne aperto, senza indagati, in seguito all’esposto del Dis contro il Pm romano Francesco Lo Voi. Ricordate? Accadde a proposito della trasmissione di informazioni riservate al quotidiano fondato da Carlo De Benedetti. Si tratta per altro dello stesso Pm che inserì Meloni nel registro degli indagati a proposito della vicenda Almasri. Ma tornando a noi, qualche giorno prima di questa notizia pubblicata dal Domani, la Cassazione ha respinto il ricorso della procura generale di Palermo che chiedeva la sorveglianza speciale e la confisca dei beni nei confronti di Marcello Dell’Utri, rigettando inoltre la tesi secondo la quale Berlusconi avrebbe versato somme di denaro a Dell’Utri per ottenerne il silenzio su rapporti con la mafia, definendola “indimostrata e illogica”.

Piersanti Mattarella Ansa
Piersanti Mattarella

A distanza di qualche giorno viene messo agli arresti domiciliari l’ex prefetto Filippo Piritore per il depistaggio delle indagini a proposito dell’omicidio di Piersanti Mattarella, che veniva ammazzato due anni dopo Aldo Moro. Sul Fatto Quotidiano ora si torna a discutere del caso Equalize, che si intreccia con la vicenda dell’incontro tra Marco Mancini e Matteo Renzi all’autogrill di Fiano romano dato che Carmine Gallo, il super poliziotto morto di infarto fulminante prima di essere sentito a processo (a proposito della centrale di dossieraggi illegali celata dietro la società Equalize) avrebbe ricevuto la notizia di questo incontro a distanza di quarantotto ore dal suo avvenimento, evidentemente grazie ai dossieraggi. Tutto questo tran tran per inaugurare la prossima partita delle nomine nelle partecipate di stato? Difficile a dirsi. Si è tornato a parlare di Elisabetta Belloni, in pole position per l’Eni e Leonardo. Chissà. In tutto questa confusione, Fabrizio Corona a proposito del caso di Garlasco - “il vaso di Pandora”, come lo definì qualcuno in tempi non sospetti - Fabrizio Corona è riuscito a tirarci di mezzo pure il Vaticano e dopo qualche giorno il pentito “Scarface” con tempismo perfetto ha rivelato suoi presunti legami con il clan Mazzei. Insomma all’appello ci sono proprio tutti: mafia albanese, ‘ndrangheta, servizi segreti e Vaticano. Chi ne capisce qualcosa fino in fondo è davvero bravo, anche perché stanno venendo fuori cose molto pesanti tutte insieme. Ma perché proprio ora? Il file-rouge che collega tutte queste storie qual è? Eh, verrebbe da rispondere come quel macellaio toscano nel noto video virale dice “ma io he hazzo ne so”. Però, però a ben vedere, sempre lì siamo. Caso Aldo Moro, omicidio Mattarella, strage di via d'Amelio. Oggi. Perché ancora oggi queste tre vicende fanno così paura? Perché certu dettagli di questi tre casi emergano dal buio? Il guanto nell’auto dei killer di Mattarella mica è una notizia fresca, eppure. Ranucci e le minacce “se continui a parlare di Moro...”. E la cosa che fa rabbrividire è che ieri, come oggi, la situazione geopolitica è in crisi e le alleanze vanno rimarcate. Da che parte stai? Guarda che se vacilli tiro fuori gli scheletri. Noi siamo un Paese sovrano? Certo, come no. Però non troppo. E se è il caso torno a fartelo capire. E in tutti questi casi c'è scritto grosso così STATO, connivenze, il leitmotiv di fondo che striscia cauto tra i fili d’erba è sempre lo stesso. Si legge tra le righe, si pensa ma non si dice, ma tutti si adoperano per trovarsi un alibi, prendere le distanze senza che nessuno abbia ancora detto “A”. Trattativa stato-mafia. Non altro che la proiezione, sul piano interno di un paese, dei rapporti di forza che intercorrono con gli altri stati. Ed i servizi segreti di quello o quel paese, in quello o quel paese, anche mentre leggete, mentre scriviamo, si servono della stampa, della criminalità di strada per raggiungere i propri obiettivi politici, incessantemente. Come il corpo umano e la sua fisiologia in ogni momento. E’ il grande albero delle relazioni internazionali, la cui chioma sventola nel cielo blu della diplomazia, e affonda le sue radici nelle profondità della terra, fatte di strade sporche, affollate, di provincie abbandonate, controllate da gerarchie di potere criminali, parallele a quelle riconosciute a livello internazionale. Aggiungiamoci la complicità di un sistema bancario periferico inquinato di funzionari malpagati e quindi corruttibili, abituati ad imbrigliare imprenditori e a ordire sistemi di corruzione attorno alle istituzioni locali e non solo, a fare da esecutori per gli omicidi eccellenti, dietro i quali non basta arrivare alla conclusione che “è stata la Mafia”. Dietro la mafia c’è dell’altro, ma sarebbe opportuno, capirne di politica interna per raccapezzarsi un po’, per avere un quadro organico della situazione.

Sigfrido Ranucci alla presentazione del libro di Rula Jebreal Ansa
Sigfrido Ranucci alla presentazione del libro di Rula Jebreal Ansa

Il problema è che, cito un collega, a proposito della politica italiana esistono mille chiavi di lettura, tutte false. E ragionare di politica interna senza allargare lo sguardo alle relazioni internazionali è inutile. E’ come fissarsi sull’albero senza metterlo a sistema con la foresta. E’ come pensare che Francesco Ferdinando d’Austria sia stato assassinato così, perché a Gavilo Princip stava molto antipatico. Come pensare che l’assassinio di Charlie Kirk non c’entri niente con la guerra a Gaza. Come pensare che la morte della figlia di Dugin, ormai qualche anno fa, non avesse niente a che fare con la guerra in Ucraina. Avete mai notato, poi, che Netanyahu nei suoi vari interventi pubblici ha ripetuto più volte “non siamo stati noi ad uccidere Charlie Kirk”?. Un bel pizzino mafioso. E’ una nuova guerra fredda, sempre che quella vecchia fosse mai finita, in cui gli Stati Uniti tentano di imporre le proprie scelte senza riuscirci, ricercano una pace complessa con l’Asia, la Russia, la Cina. Nel frattempo Israele continua a fare del proprio capitale informativo la propria arma di ricatto e dunque di indipendenza. Dal caso Epstein si arriva a Gaza, dove la pace è traballante e nel resto del mondo, imprenditori formalmente slegati dagli apparati di sicurezza dello stato israeliano, continuano a vendere spywares sia a paesi alleati occidentali - vedi la Grecia e l’Italia con i relativi scandali - sia agli stati canaglia, come accadde per il Madagascar ottenendo il risultato di essere messi nella lista nera degli Stati Uniti e di continuare ad agire secondo i loro interessi. Siamo dunque nel mezzo di una nuova strategia della tensione? Forse, certo è che la diplomazia scarica a terra l’elettricità degli attriti internazionali e questa si manifesta in scontri di piazza, scioperi, omicidi eccellenti, attentati, depistaggi, segreti di stato. E in mezzo a tutto questo, conviene scegliere da che parte stare, perché posti in piedi non sono contemplati. Gli spettatori non esistono. Non c’è niente da vedere. Chi ci prova, chi tenta di rimanere cronista puro, muore, finisce sotto scorta oppure pietrificato per aver scambiato uno sguardo con la Gorgone. Ma pure il mito di Perseo che taglia la testa a Medusa in fondo è l’allegoria politica del trionfo degli Achei sulle popolazioni pre-elleniche. Molto più facile credere che sia solo una poesia, perché nei delitti eccellenti, c’è sempre qualcosa che non torna, un guanto che scompare, un’impronta cancellata nel sangue, un’agendina che non si trova.

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