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Terrazza Borromini, che posto è, che se magna e perché Garofani è il classico cliente romano a cui piacciono gli aperitivi sul rooftop

  • di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

  • Foto: Ig Terrazza Borromini

20 novembre 2025

Terrazza Borromini, che posto è, che se magna e perché Garofani è il classico cliente romano a cui piacciono gli aperitivi sul rooftop
La Terrazza Borromini, rooftop esclusivo affacciato su Piazza Navona dove turisti, diplomatici e curiosi inseguono caviale e tramonti perfetti. Il cliente ideale romano? Francesco Garofani, sempre in giacca e cravatta, pronto a trasformare ogni aperitivo in un piccolo salotto politico, finché qualcuno non gli fa un brutto scherzetto

Foto: Ig Terrazza Borromini

di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

Che te ne pare di una burrata di Andria con alici del Cantabrico? Mi tengo leggero, preferisco un carpaccio d’ombrina con caviale Beluga disidratato. Un generico scambio di battute da parte di un tipico cliente della Terrazza Borromini. Forse lui non sa che tra tutti quei turisti americani potrebbe esserci qualche orecchio indiscreto. Oppure qualche notaio dal volto anonimo che ha organizzato la sua festa di pensionamento poco più in là, che nel frattempo non può fare a meno di ascoltarlo. Qualche piano sotto, c’è pure l’ambasciata del Brasile, un paese che fa parte dei Brics, e si sa che i funzionari di quell’ambasciata e i suoi ospiti, spesso, finito il loro turno di lavoro, se ne vanno a farsi un bell’aperitivo sul rooftop romano per eccellenza. A Roma ci sono le terrazze ed i salotti. Nei salotti ci si conosce tutti. Le terrazze son dei porti di mare, dei luoghi indiscreti, dove però, forse anche per la competizione che dimostra Milano con le sue di terrazze, si mangia molto bene e si paga relativamente poco.

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Francesco Garofani, romanista, è il tipico cliente di quella terrazza di Palazzo Pamphili che si affaccia su Piazza Navona e sulla statua dei quattro fiumi. E’ quel tipico personaggio sempre in giacca e cravatta che non ha mai il tempo di togliersi l’abito, perché pure nelle occasioni informali, sarebbe per lui come strapparsi di dosso una seconda pelle. Difficile indovinare, senza conoscerlo di persona quale potrebbe essere il suo primo preferito tra quelli proposti dal menù. Essendo romano di nascita e democristiano di formazione, amico di vecchia data di Sergio Mattarella, tiriamo a indovinare, probabilmente per commemorare lo storico capitano giallo rosso Agostino Di Bartolomei, avrà scelto le casarecce alla gricia con guanciale di maiale nero calabrese e pecorino d.o.p, ma non è detto che abbia scelto di scartare le fettuccine al ragù di lepre. E’ una questione di fedeltà alla terra, scegliere carne invece del pesce. Poi il pesce è impegnativo perché si rischia di sporcarsi, dunque le classiche linguine con un’aragosta intera, al modico prezzo di 120 euri, forse è meglio di no. Bisogna imbavagliarsi, imbracciare l’artiglieria delle tenaglie per spezzare l’esoscheletro, spaccare le chele. Certamente più pratici i tagliolini con tartare di gamberoni e caviale disidratato. Però sto caviale disidratato ce lo mettono un po’ ovunque, pare chett’oo tirano dietro! Ad ogni modo nemmeno così expensive se ci pensate (24 euri), per essere una delle più belle terrazze di Roma. Secondi, sempre di carne a partire da 16 euro per le polpettine dello chef, sino a giungere al filetto di manzo alla griglia con lardo di colonnata. Ma non è certo una questione di soldi. Però un “filetto alla Rossini”, pe’na piotta me pare un po’ na robba da amerigani. Sti c**o d’amerigani che un giorno sono pro Ucraina, e quello dopo sono contro l’invio delle armi e bla bla bla. Un giorno odiano la Russia, quello dopo la rispettano. Dopo tutto il caviale russo è qualcosa di prelibato.

Francesco Garofani Ansa
Francesco Garofani at his best Foto Ansa

La terrazza Borromini è abituata ad allietare ogni tipo di palato, da oriente ad occidente, e infatti offre una grande varietà di caviale, rigorosamente italiano. Osietra Imperial, Beluga Siberian e Golden Sterlet. Stornioni da non meno di otto anni l’uno, per 250 euro a mezz’etto. Se c’hai sete na bottija d’acqua a cinque euri, coca cola a dieci euri, caffè di nuovo a cinque euri. Insomma prezzi simili a quelli della Milano da bere. Tranne che per il gelato di Pizzo Calabro. Tutto sommato un menù eccellente. Con ottimi vini, ma soprattutto ottimi cocktails, molto utili per parlare con disinvoltura di politica. A Roma, in fine, uno, alla fine, perché alla fine dell’adolescenza si butta in politica? Generalmente, quando accade, a parte quelli che c’hanno proprio quella vocazione pseudo monacale, tendenzialmente perché A: non si scopa. B: si vuole avere ragione al bar con gli amici. Garofani potrebbe pure da esse na B. E’ lui quello che se non gliela dai vinta ti trattiene fino a notte tarda con lunghe chiacchiere a proposito dei problemi di questo paese, del magna-magna, della corruzione, de Putin, Netanyahu e di tutto il resto che n’ce frega nc**o, mentre il tempo se ne va e non ne resta più per essere felici. E pensa te, il povero Garofani che pure ad un incontro de romanisti sfegatati - che tutto fuorché di politica, evidentemente, avevano voglia di parlare -costretti a sorbirsi l’ennesimo sproloquio non richiesto. Anvedi questo! E allora qualcuno s’è detto. Sai che c’è? Je famo mbello scherzetto che se lo ricorda tutta’a vita. Così aa prossima ce pensa du vorte. A Maggica nun s’ha da mischià coa politica. Daje tutta!

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