Se c'è una cosa che detesto - in realtà, ce ne sono moltissime - è il pezzo autoreferenziale. Ed eccomi qua a scriverne uno. Lo so, non è nemmeno la prima volta, sono recidiva. Pazienza. L'occasione per parlare di nuovo del mio splendido ombelico mi viene data dal ritorno in tv di 'Donne sull'Orlo di una Crisi di Nervi', per la sua terza edizione, su Rai 3. Questo giovedì 8 maggio Piero Chiambretti, sceso dalla barca su cui ha appena dragato il Tevere, riprenderà lo show. Ne parlo perché ho fatto parte del cast fisso e, incredibilmente a mio modesto avviso, qualcuno se ne è perfino accorto. Quindi, negli ultimi giorni c'è chi mi sta domandando se tornerò nell'allegra balotta della trasmissione. Ciò mi dà l'opportunità di fare qualcosa di assolutamente kamikaze ma, sempre a mio modesto avviso, divertente assai. Ovvero dire in modo molto semplice e chiaro le cose come stanno: la risposta è no, non ci sarò. Perché ho altri impegni? Perché ci sono stati scazzi incredibili tra me e chicchessia e ora ve li racconto tutti, uno per uno, all'apice del mio rancore? No. Semplicemente perché nessuno mi ha richiamata. E va benissimo così. Mi dichiaro, mi autodenuncio trombata. E contenta.
"Ma perché lo devi dire?!", questo il commento di madreh, preoccupata per la mia immagine pubblica (ma quale?!), per la figura di merda (ma quale?! Bis) che starei per fare ad ammetterlo. In effetti, non so perché lo stia dicendo. E credo di essere pure l'unica del cast a cui non è squillato il telefono manco per sbaglio, campioni del mondo, record, il cielo è azzurro sopra Corvetto, periferia cessa di Milano. O forse lo so perché mi sto autodenunciando così, lo faccio per il gusto di sfatare un cliché: quando qualcuno, non importa quanto infinitesimale, non viene richiamato in qualunque trasmissione in genere svicola, fa finta che non sia successo, anzi, teme quasi che anima viva se ne possa accorgere, poi magari gli tocca dare spiegazioni. E le spiegazioni, di solito, sono sempre le stesse: altri impegni, appunto, guardate, una vita piena così, non so nemmeno da che parte girarmi, non ci siamo trovati coi tempi, che peccato. Ho sempre avuto sentore che fossero tutte balle. Credo lo siano, nella maggior parte dei casi.
C'è del sacro terrore ad ammettere di non essere richiesti, anzi richiestissimi. Quando, con tutta sincerità, a me ha stupito esserlo già una volta. Mai avrei immaginato che uno come Piero Chiambretti potesse fare il mio nome in generale, figuriamoci per un programma tv. Entrare in quello studio, tra l'altro enorme, truccata e imparrucata da femminone, nulla di più distante dalla mia persona, mi ha dato le vertigini. Ha dato le vertigini a me che pensavo di non aver 'paura' di niente. E infatti non è che avessi 'paura', ero semplicemente stupita, anzi, stupefatta. Cosa ci faceva lì, in quello studio bellissimo, una poltrona per Grazia Sambruna? Il punto per me non è che ora non ci sia più. Ma che ci sia stata. I'm a weirdo, what the hell am I doing here? È uno scherzo?! Ma io mica pensavo a tutto 'sto sfarzo mentre scrivevo le pagelle dei programmi tv col favore delle tenebre, qui mi sa che m'hanno presa sul serio, non ci siamo proprio capiti, vabbè, mo' sto qui, facciamo finta che sia tutto regolare.
Poi di facile non c'è nulla. Specie quando un mestiere te lo sei sostanzialmente inventata. Mi pago l'affitto a parole, ma nemmeno nei miei sogni più selvaggi lo avrei ritenuto plausibile. Non lo ritengo tuttora plausibile. Di ricordi belli ne ho un sacco, legati a quella trasmissione. E, onestamente, hanno tutti a che fare con me. Roba che non potrei raccontare, se non fosse successa, se non mi fosse stata la possibilità che succedesse. L'esordio, la prima puntata, è stata un elettroshock. Avevo preparato un discorso, doveva durare due/tre minuti - magari non vi sembrerà così ma due/tre minuti di monologo in tv sono tantissimi quando devi farli. Un discorso sulle influencer che piangono per creare empatia con noi pori follower, dunque engagement, quindi soldi. Di fronte a me, oltre a Piero Chiambretti, si materializza Enrico Mentana. Non sapevo che si sarebbe stato pure lui. Perciò mi ritrovo a blaterare davanti a queste due colonne della tv, ma certo, io sono Raffaella Carrà, che problema c'è, sicuro andrà benissimo, ordinaria amministrazione per me, vi pare? Volevo crepare.
Dopo la prima frase, Mentana mi dà sostanzialmente della scema. Cioè io dico "essendo una persona normale" e il Direttore ridacchia, sostenendo che questo, il mio dichiararmi 'una persona normale', fosse opinabile. Porca merda. Invece di andare in blackout, ringrazio e proseguo il mio discorso (che non avevo assolutamente imparato a memoria, mi piace improvvisare ma soprattutto mi annoio a ripetere parola per parola qualcosa che ho già scritto). E menomale che non sono arrivata con la poesiola pronta. Perché Chiambretti avrebbe dovuto dire una roba e invece dice l'esatto contrario, di base levandomi il là per proseguire. Proseguo ugualmente, non so nemmeno come. Ma arrivo fino alla fine di quanto avessi da dire. Il programma non era in diretta, ma era un buona la prima. Se fossi rimasta muta tipo pesce d'acquario, quel pesce d'acquario muto sarebbe andato in onda. Comunque, torno a casa pensando di aver fatto una figura di merda epocale. Insomma, mettiamo insieme le cose: Mentana ha detto che non sono normale, poi ho improvvisato perché mi è saltata la sponda per la battuta. Ma io ci dovevo proprio andare su Rai 3?! Ma cosa mi è venuto in mente?? Mo' sembrerò una scema col botto, non che ci tenga a essere presa sul serio, però questo sarà proprio l'epitaffio definitivo, totale, senza scampo. Forse, meglio impiccarmi in bagno prima della messa in onda, sì, mi pare l'unica via ragionevole. Invece, quando 'sta cosa è andata appunto in onda, mi è risultata dopotutto dignitosa. Sono tuttora sorpresa. Ho fatto bene a non impiccarmi in bagno.
Sempre "sull'orlo di una crisi di nervi', perché questo era il tema della trasmissione fin dal titolo, ho portato altri argomenti a cui tenevo molto. "L'amore è una truffa sentimentale", chiosa di un delirio contro i 'love coach' dei social, non so come mi sia uscito - probabilmente, per esperienza - ma lo credo davvero e suona preciso, chirurgico proprio, l'orrenda verità. Ecco, in qualche maniera sono questo: orrenda. Ma onesta. Non c'è una parola che abbia detto che non fosse, per quanto magari enfatizzata nei toni dal ruolo, qualcosa che non volessi dire, che non avessi urgenza di dire. Che poi sia arrivata a una, due, zero persone non mi riguarda né mi interessa.
Con la medesima brutale e orrenda onestà, ora sono qui a dire che se non ci rivediamo a 'Donne sull'Orlo di una Crisi di Nervi' stasera, giovedì 8 maggio, non è perché io abbia altro di più importante da fare. Ma perché nessuno mi ha richiamata per tornare in quella trasmissione. Tra l'altro, non lo sto scrivendo nemmeno per questua: magari così si ricordano di me e alzano 'sto telefono. Boh, no. Nei miei splendidi 20 anni sognavo di andare in tv, lo volevo fortissimo, scalpitavo. Qualche volta è pure successo, all'epoca. Ma in realtà è successo 'davvero' quando oramai non me ne fregava più nulla. E infatti oggi non me ne frega più nulla. Proprio per questo, grazie a Mefisto, mi diverto così tanto quando e se qualcosa succede. Tanto quanto se e quando non succede. Eccomi qua, dunque, a dichiararmi placidamente trombata e contenta. È stato un piacere.
