L'Europa, stando a una stima sui dati della Fao, è il principale esportatore di animali vivi del mondo. Circostanze in cui si verificano non di rado incidenti anche gravi o disastrosi per le povere bestie, che di norma peraltro nella migliore delle ipotesi arrivano più o meno incolumi solo per venire uccisi da un’altra parte: tra i maggiori disastri degli ultimi anni, oltre a quelli stradali che hanno coinvolto maiali e altra "fauna", gli ottocento tori abbattuti in Francia dopo essere stati rispediti indietro dall'Algeria a causa di “disguidi burocratici” (avevano “addirittura” mangiato fieno africano durante la sosta), alla morte di quasi tutte le 14.500 pecore che si trovavano su una nave cargo rumena ribaltatasi nel Mar Nero.
Ma ci sono rischi anche relativi alle malattie: l'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) – riporta Agrifood Today – “sottolinea che vanno adottate tutte le misure che migliorino la salute e il benessere degli animali immediatamente prima e durante il trasferimento. Il parere infatti individua nella presenza di batteri resistenti negli animali prima del trasporto come uno dei principali fattori di rischio. Altri sono il rilascio di batteri resistenti attraverso le feci, l'esposizione ad altri animali portatori di più o diversi tipi di batteri resistenti, la scarsa igiene dei veicoli e delle attrezzature, la durata degli spostamenti”.
E i pericoli non sono solo per gli animali, ma anche, di riflesso, per l'uomo: tra i principali fattori di rischio, la presenza di batteri resistenti agli antibiotici negli animali prima del trasporto, il rilascio attraverso le feci, “l'esposizione ad altri animali portatori di più o diversi tipi di batteri resistenti, l'igiene insufficiente dei veicoli e delle attrezzature e la durata del trasporto”. Più aumentano la durata e la lunghezza del viaggio, chiaramente, più aumentano i problemi, viste anche le soste in centri di raccolta e posti di controllo che possono far entrare a contatto animali provenienti da posti diversi e moltiplicare la contaminazione: ed essendo molti i batteri che possono essere trasmessi dagli animali all'uomo, se questi batteri diventano resistenti agli antimicrobici curarsi diventa più difficile, se non impossibile. Anche per questo nel formulare le nuove direttive l’Unione Europea starebbe cercando di adottare un approccio “one health”, salute unica. Perché, anche se a volte ce lo dimentichiamo, anche noi siamo animali.