Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso per la sospensiva del provvedimento dell’Asl Roma 1, che dispone l’abbattimento degli animali ospitati nella Sfattoria degli ultimi, la struttura che in tutto ospita circa 140 maiali e cinghiali salvati dagli allevamenti clandestini o recuperati da ambienti urbani. Per gli animalisti, un primo risultato, anche se non è detto che basti. Non solo associazioni, ma anche alcuni influencer (seppur non tra i più famosi) come Naike Rivelli, figlia di Ornella Muti, si sono esposti sui propri profili social per cercare di salvare gli animali a rischio: “Per favore, aiutateci a sostenere la Sfattoria degli ultimi. Abbatteranno maiali, cinghiali e cuccioli perfettamente sani e tenuti in norma. Animali dolci e protetti da giovani ragazzi che hanno faticato tanto per creare un santuario per loro. Immaginate che fossero i vostri animali in pericolo. Immaginate che vengono a controllare il vostro cane e il vostro gatto e dopo averli trovati sani decidono di sterminarli senza pietà e senza che voi possiate farci nulla. Oggi c’è la peste suina, domani potrebbe essere un virus che attacca cani e gatti. Non sarebbe giusto sterminare quelli sani, sarebbe disumano. Aiutateci a fermarli”.
La Rivelli, in un post Instagram, ha sottolineato come a sostegno della causa si siano mossi veramente quattro gatti. Non senza qualche stoccata ha poi menzionato direttamente Chiara Ferragni, che, già attiva per numerose campagne, con la sua grande visibilità potrebbe sul serio fare la differenza per la causa. Viene da chiedersi se la Ferragni potrebbe realmente prendere posizione in merito alla faccenda, dato che come ricorda la Rivelli veste con capi di pelle animale, però i tanti maialini che rischiano la vita potrebbero intenerirla (e visto che con i maiali non si fanno pellicce).
C'è tempo fino al 18 agosto, e non sino al 14 settembre come era stato precedentemente comunicato, per portare la relativa documentazione a sostegno delle tesi di entrambe le parti. Occorre, infatti, acquisire chiarimenti e informazioni in merito all'effettiva sussistenza del rischio di propagazione dell'epidemia di peste suina nella struttura. Le associazioni animaliste intervenute a sostegno della Sfattoria hanno dichiarato che: “Il rischio dell’abbattimento non è scongiurato, ma siamo certi che una soluzione si possa trovare e la sospensione dell’abbattimento, per consentire un approfondimento da parte del Tar, è la prima luce in fondo al tunnel”. Il Presidente del Tribunale ha riconosciuto la necessità di approfondire la questione: “Occorre acquisire chiarimenti, onerandone entrambe le parti, ricorrente e resistente, in merito all’effettiva sussistenza del rischio di propagazione dell’epidemia nella struttura gestita dalla ricorrente, ove sono confinati i capi in contestazione, sterilizzati i maschi; a tale incombenza le parti provvederanno nel termine sopraindicato di tre giorni lavorativi dalla comunicazione del presente decreto”.