Potrebbe essere l’ultima evoluzione dello sputtanamento governativo nell’era dei social. L'11 marzo 2025, Jeffrey Goldberg, caporedattore del The Atlantic, ha ricevuto una richiesta di connessione sull'app di messaggistica crittografata Signal da un contatto identificato come "Mike Waltz", nome corrispondente al consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Due giorni dopo, il 13 marzo, è stato aggiunto a un gruppo di chat denominato "Houthi PC small group", composto da alti funzionari dell'amministrazione Trump, tra cui il vicepresidente JD Vance, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, il segretario di Stato Marco Rubio e il direttore dell'Intelligence Nazionale Tulsi Gabbard.
All'interno di questa chat, i funzionari discutevano apertamente dettagli operativi riguardanti imminenti attacchi contro i ribelli Houthi nello Yemen. Il 14 marzo, JD Vance ha espresso preoccupazione riguardo alla tempistica degli attacchi, suggerendo un rinvio di un mese: "Non sono sicuro che il presidente sia consapevole di quanto ciò sia incoerente con il suo messaggio sull'Europa in questo momento" e ha avvertito che gli attacchi "rischiano di causare un aumento moderato o severo dei prezzi del petrolio". Tuttavia, Pete Hegseth ha insistito per procedere come previsto, affermando che gli attacchi erano fondamentali per "ripristinare la libertà di navigazione, un interesse nazionale fondamentale" e "ristabilire la deterrenza, che Biden ha compromesso".
Il 15 marzo, Hegseth ha condiviso nella chat dettagli specifici sugli attacchi imminenti, inclusi obiettivi, tipi di armi da utilizzare e sequenze di attacco. Due ore dopo la divulgazione di queste informazioni, gli Stati Uniti hanno iniziato una serie di attacchi aerei contro obiettivi Houthi nello Yemen, risultando nell'eliminazione di diversi leader del gruppo ribelle.

La presenza involontaria di Goldberg nella chat ha sollevato gravi preoccupazioni sulla sicurezza delle comunicazioni governative. Il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer, ha definito l'incidente "una delle più significative violazioni dell'intelligence militare". Anche esponenti repubblicani hanno espresso indignazione, chiedendo chiarimenti e responsabilità. Il presidente Donald Trump, interrogato sull'accaduto, ha dichiarato di non essere a conoscenza della situazione, affermando: "Non so nulla dei miei alti funzionari della sicurezza nazionale che inviano per errore piani di guerra a un giornalista."
Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale ha confermato l'autenticità della chat e ha avviato un'indagine per determinare come sia potuto accadere che un giornalista fosse incluso in comunicazioni così sensibili. Esperti di sicurezza nazionale hanno suggerito che la coordinazione di attacchi militari attraverso piattaforme non ufficiali come Signal potrebbe violare l'Espionage Act e il Federal Records Act.
La gestione dell'incidente ha portato a richieste di dimissioni da parte di alti funzionari. Un editoriale del New York Times ha affermato: "Se Pete Hegseth avesse un minimo di onore, si dimetterebbe", sottolineando la gravità dell'errore commesso dal segretario alla Difesa. Goldberg se la ride, immaginate essere dei giornalisti e trovarvi di fronte a una chat autentica gestita dagli altri funzionari della Sicurezza Usa che ti hanno inserito per sbaglio: “Non potevo credere che i leader della sicurezza nazionale degli Stati Uniti potessero davvero comunicare piani imminenti di guerra via Signal”.



