Il medico legale liquida tutto come suicidio, ma dimentica qualche dettaglio: come il fatto che la donna si sarebbe impiccata toccando terra con i piedi. Oppure che non ci siano petecchie, né rilievi sul posto, né orario del decesso. La salma viene spostata senza senso, il corpo presenta una lesione toracica sospetta, e il referto sembra scritto di fretta e male. Il medico Pasquale Mario Bacco, con la rubrica su MOW “Follia in camice bianco”, ci spiega per ogni caso di cronaca gli errori e le omissioni degli addetti ai lavori…
Patrizia Nettis è una giornalista di Fasano in provincia di Brindisi. Viene trovata appesa ad un lenzuolo nella sua abitazione il 29 giugno del 2023, all’età di 41 anni. Nel periodo in cui perde la vita mantiene una doppia relazione, una delle quali è con Francesco Zaccaria, sindaco di Fasano per il cui comune la Nettis era addetto stampa. Il dottor Alessio Ostuni, medico legale, attesta che la morte è dovuta ad asfissia violenta da suicidio da impiccamento, esprimendosi con certezza. Ma sono proprio le inesattezze nell’esame del corpo che indirizzano la procura a ritenere inutile l’autopsia. Il medico non evidenzia le criticità di ispezionare il corpo in un ambiente diverso dall’accaduto, senza una ipotesi di orario del decesso, con temperature diverse, trasportata e quindi alterata nelle disposizioni cutanee e potenzialmente manomessa. È infatti contro i protocolli medico legali, che la salma venga spostata senza alcun rilievo fondamentale effettuato sul posto del decesso e trasportata presso il cimitero di Fasano e solo qui con calma ispezionata. L’elemento che immediatamente risalta è proprio l’assenza delle misurazioni per l’orario della morte, fondamentale nella ricostruzione dell’accaduto. Tale dato sembra non interessare al medico legale, il quale riferisce niente circa rigidità cadaverica, lesioni emostatiche e macchie cutanee.

Questo costringe a determinare l’orario solo su di un messaggio telefonico. Il medico non fa cenno alla parte più comica della ipotesi di suicidio: Patrizia sarebbe morta impiccandosi ma toccando con i piedi per terra ovvero con quello che viene definito impiccamento incompleto. Quindi una donna giovane, atletica, si sarebbe lasciata morire, lucidamente e coscientemente, per il tempo necessario al giungere della morte ovvero quattro minuti, tra dolori atroci e potendo in qualsiasi momento alzarsi. Il dottor Ostuni descrive un solco sul collo compatibile ed evidente; nella realtà il solco è centrale mentre il lenzuolo agisce in senso laterale; la stessa lesione inoltre è marginale: non profonda, non estesa, non sovvertente la morfologia del collo. Viene raccontata la mancanza di lesioni, ma sul torace vi è una lesione multifocale riconducibile ad una aggressione. Il sanitario parla di segno del guanto e del calzino evidenti; nella realtà sono sfuocati, leggeri, in alcune parti neanche percettibili. Questi sono dovuti alla gravità che sposta i liquidi verso le parti più basse. Sono quindi caratteristici, non di come il medico fa intendere, di suicidio per impiccamento ma solo di come è posizionato il corpo immediatamente pre o post decesso. La Nettis potrebbe essere stata aggredita, uccisa e dopo appesa al lenzuolo. Agli arti inferiori non sono presenti le petecchie, ovvero le chiazze rossastre da stasi di sangue, caratteristiche della morte per impiccamento di cui rappresentano addirittura un elemento di certezza. In ultimo tutti gli elementi riscontrati su questo caso fanno dire che le indagini così come l’ispezione sanitaria sono state insufficienti, incomplete e non attinenti alla realtà nelle descrizioni e nelle motivazioni. Patrizia Nettis è, con pochi dubbi, un’ulteriore vittima sotterrata senza il rispetto.

