Due orecchini, macchiati di sangue. Uno trovato sulle scale, accanto al corpo senza vita di Chiara Poggi, nel seminterrato di casa sua a Garlasco. L’altro a pochi metri. Nessuno dei due, finora, è mai stato analizzato. Non è un dettaglio secondario, ma un buco nero nelle indagini su uno dei delitti più discussi degli ultimi vent’anni. Un caso che sembrava chiuso e che invece continua ad aprirsi. Stavolta è Chi l’ha visto? ad allargare il campo. Federica Sciarelli ha rivelato che quei due orecchini potrebbero contenere tracce di sangue dell’assassino. “Molto probabilmente è il sangue di Chiara, ma potrebbe esserci il dna di chi l'ha afferrata. Vanno sicuramente analizzati”, ha detto la genetista Marina Baldi. Sciarelli ha aggiunto una nota inquietante: “Ammesso che esistano ancora”. Chiara Poggi aveva 26 anni. È stata uccisa il 13 agosto del 2007 nella sua abitazione in via Giovanni Pascoli. Per quel delitto è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, l’allora fidanzato. Ma attorno a quella sentenza continuano ad addensarsi ombre, oggetti ignorati e reperti mai toccati dagli investigatori.


Non solo gli orecchini: tra i materiali raccolti e mai analizzati anche un cucchiaino “ricco di dna”, braccialetti, un orologio imbrattato, pezzi di tappetino del bagno, ma anche confezioni di tè, yogurt, cereali, biscotti, sacchetti e tutti i “para-adesivi” con le impronte. “Reperti che oggi potrebbero avere grande interesse”, ha spiegato ancora la genetista. Perché è da lì, da ciò che è rimasto fuori dalla scena processuale, che potrebbe emergere qualcosa. E poi c’è un file. Nome in codice: abusati550.doc. Salvato su una chiavetta USB trovata tra gli effetti personali della vittima. Dentro, le ricerche di Chiara su presunti casi di pedofilia a Garlasco. Una curiosità? Una coincidenza? O, come ipotizza la Sciarelli, “aveva scoperto qualcosa”? Chiara, secondo alcune testimonianze raccolte dalla trasmissione, si sarebbe interessata anche al santuario della Madonna della Bozzola, punto di riferimento spirituale della zona. Un uomo, oggi latitante, ha raccontato che “Chiara aveva scoperto il giro di uno scandalo sessuale legato al santuario e che avrebbe voluto denunciarlo”. Una bomba. Ma con la miccia spenta: l’uomo non è attendibile, ha un profilo criminale pesante e nessuna delle sue affermazioni è stata verificata. Eppure quel file esiste. Eppure quegli orecchini sono stati trovati. Eppure ci sono campioni che nessuno ha mai toccato. Chiara non può più parlare. Ma gli oggetti che aveva intorno forse sì. A patto che qualcuno voglia ascoltarli.

