Il New York Times descrive il primo giorno di Conclave come una «meditazione che si protrae e un conteggio inconcludente, con tre principali contendenti»: Pietro Parolin, Robert Francis Prevost e Peter Erdo. Il resoconto, firmato da quattro inviati del quotidiano statunitense a Piazza San Pietro, porta il titolo: «Come un tranquillo americano diventa Papa».
L’articolo si basa sulle dichiarazioni di una dozzina di cardinali, raccolte per ricostruire le fasi salienti delle votazioni che hanno portato all’elezione del nuovo pontefice. Secondo quanto riferito dal cardinale David delle Filippine, «non avevamo cenato e non c’erano pause, nemmeno per il bagno. Ma si decise di procedere alla votazione». Una prima indicazione, quella serale, che per il cardinale Juan José Omella fu «una sorta di sondaggio preliminare». Il cardinal Lazarus You Heung-sik della Corea del Sud ha affermato che «diversi candidati ottennero voti significativi».
Dopo il rientro a Casa Santa Marta, come raccontato dal cardinale inglese Nichols, si discusse della situazione attorno a un pasto atteso. Il New York Times evidenzia che «gli italiani erano divisi» e che questa frammentazione avrebbe sfavorito la candidatura del cardinale Parolin. Quanto a Peter Erdo, sostenuto da una coalizione conservatrice con appoggi anche africani, secondo l’articolo non appariva in grado di ottenere il consenso necessario in un collegio cardinalizio in larga parte nominato da Papa Francesco.

Nel corso della serata, ha preso forma la candidatura di Robert Francis Prevost. Cinque giorni prima del Conclave, sabato 3 maggio, durante l’estrazione a sorte degli incarichi, Prevost fu selezionato per collaborare nella gestione delle riunioni quotidiane. Un’occasione che, a detta di molti, ha consentito ai cardinali di conoscerlo meglio e di apprezzarne il metodo. Il cardinale Joseph W. Tobin di Newark ha riferito di avergli detto: «Bob, potrebbero proporlo a te».
Nel corso della quarta votazione, ha raccontato il cardinale You, «le schede si spostarono in modo schiacciante verso il cardinale Prevost». Un momento teso e carico di emozione, come descritto dal cardinale Tagle: «Gli ho chiesto: “Vuoi una caramella?”. E lui ha risposto: “Sì”». Tobin ha aggiunto che in una delle votazioni lo vide «con la testa tra le mani».
Nel pomeriggio è arrivata l’ultima votazione. Secondo quanto riferito, la Sistina sarebbe «esplosa in un’ovazione in piedi» nel momento in cui Prevost ha raggiunto 89 voti, superando la soglia dei due terzi. Il cardinale David ha ricordato: «Rimase seduto! Qualcuno dovette tirarlo su. Eravamo tutti con le lacrime agli occhi». I voti continuarono a crescere, avvicinandosi alle tre cifre. Il cardinal Désiré Tsarahazana del Madagascar ha concluso: «Ha ottenuto una maggioranza molto, molto ampia di voti».
