Tutti si affannano a raccontare la propria verità, sempre diversa e sempre più intricata. Eppure, Emanuela Orlandi manca da casa da più di quarant’anni. Dopo le parole di Papa Francesco l’attenzione è tornata di nuvo sul presunto fascicolo che al tempo sarebbe passato sulla scrivania di Benedetto XVI. Stavolta a dire la sua è stato monsignor Pagano, prefetto dell’Archivio apostolico vaticano, durante la trasmissione ‘La Torre di Babele’ in onda su La7 condotta da Corrado Augias nel corsa della puntata dal titolo ‘I segreti del Vaticano’. Pagano nel suo intervento ha fatto chiaro riferimento alle presunte carte in possesso della Santa Sede: “In archivio non c’è pagina, riga su riga, neanche a immaginarlo. Anche perché è un fatto abbastanza recente rispetto ai nostri documenti. Io un fascicolo di Emanuela Orlandi so che esisteva, forse è quello che hanno visto sulla scrivania di Benedetto XVI. È il fascicolo dell’eco della stampa che Monsignor Scotti, che era archivista in segreteria di Stato mi mostrò”.
Non solo, ha infatti tirato in causa anche il legale della famiglia Orlandi: “D'altra parte, l'avvocato Laura Sgrò diceva che il procuratore Alessandro Diddi del tribunale Vaticano, dopo un po' che ebbe l'inchiesta, disse che aveva trovato numerose carte impolverate. Forse le carte impolverate devono stare da noi. Per avere polvere devono aver decenni. Ma da noi non ci sono. Dove le abbia trovate non si sa. E dopo quella dichiarazione, però, non è comparso nulla”. Noi di MOW dopo aver ascoltato queste dichiarazioni abbiamo contattato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela: “Pagano ha detto delle falsità rispetto al fascicolo. A Laura Sgrò non hanno mai fatto vedere nulla”. È difficile credere che in Vaticano non sia stato prodotto nessun fascicolo circa la misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana appena quindicenne. Perché affannarsi così tanto a smentire l’esistenza di eventuali fascicoli? Del resto, anche la stessa Laura Sgrò ha smontato il racconto fatto da monsignor Pagano: “Mi duole smentire questo amorevole racconto, in quanto destituito completamente di ogni fondamento e pienamente immaginario. Ho fatto ripetute formali richieste dal 2017, non ultima quella al Santo Padre, pubblicata dal Corriere della Sera il 19 novembre 2019, di poter prendere visione di quanto in possesso delle autorità vaticane sulla vicenda di Emanuela Orlandi, ma mai mi è stato mostrato nulla".