Negli ultimi mesi si sente sempre più parlare e di fatto auspicare una seconda Norimberga, un processo attraverso il quale condannare chi ha gestito l'emergenza pandemica del Covid-19 in modo quanto mai controverso e discutibile. Il 20 novembre ricorrerà il 78° anniversario dell’inizio del processo di Norimberga; se chiedessimo ai più giovani cosa fu e cosa ha rappresentato questo processo per il mondo in cui viviamo, probabilmente otterremmo risposte che vanno dal “non so” al “non ricordo bene”; se poi dovessimo chiedere dell’altro processo, quello di Tokio, iniziato il 3 maggio del 1946, i nostri giovani probabilmente ci guarderebbero con aria interrogativa non sapendo cosa dire. Eppure entrambi hanno rappresentato una svolta importante sia per il contesto in cui si sono svolti, sia per gli assurdi principi che hanno stabilito. Per coloro che sono un po’ digiuni di storia, va detto che con questi due processi, i Paesi che avevano vinto la seconda guerra mondiale, giudicarono e condannarono i gerarchi e capi politici nazisti da una parte (Norimberga) e quelli giapponesi dall’altra (Tokio), ovvero i capi dei due Paesi che avevano perso la seconda guerra mondiale. E l’Italia direte voi? Anche lo Stato fascista aveva perso la sua guerra! Come disse Churchill: “La morte di Mussolini ci ha risparmiato una Norimberga italiana”.
Dilunghiamoci un po’ di più sul processo di Norimberga poiché quello di Tokio seguì le stesse linee guida e le stesse procedure. La decisione di sottoporre a processo i responsabili tedeschi fu presa già nel 1943, quando fu chiaro che la guerra sarebbe stata vinta dai Paesi Alleati; fu scelta anche la città ove tale processo si sarebbe svolto: Norimberga, in quanto città simbolo del potere nazista, la città delle celebrazioni del Partito del Reich. Fu altresì stabilito che i giudici e gli accusatori sarebbero stati cittadini e militari dei Paesi vincitori ovvero Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Francia. La Francia riuscì ad infilarsi fra i Paesi “vincitori” non si capisce bene in base a quale ragionamento, essendo stata sonoramente sconfitta dalla Germania, che l’aveva anche occupata militarmente e il cui contributo alla vittoria finale fu insignificante. Con lo stesso ragionamento dovevano considerarsi Paesi vincitori anche l’Olanda, il Belgio, la Polonia, la Cecoslovacchia e via dicendo, che invece furono tenuti rigorosamente fuori dalla composizione del collegio giudicante.
Le sentenze emesse al termine del processo furono di 12 condanne a morte a Norimberga e di 7 condanne a morte a Tokio, oltre a numerose condanne all’ergastolo e pene minori. Tutte le condanne a morte furono eseguite per impiccagione e il boia fu selezionato fra quelli Usa: il prescelto per Norimberga fu il sergente Woods; i corpi furono poi cremati nei forni di Dachau (significativa la scelta!) e le ceneri disperse nel fiume lì vicino.
Perché lo si è definito un processo-farsa? Per tanti motivi e non ci vogliamo assolutamente addentrare nelle motivazioni e nei cavilli giuridici che pure sono tanti e, se di interesse, possono essere trovati nei tanti libri o articoli scritti sull’argomento da eminenti giuristi di tutto il mondo.
Analizziamo il contesto solo sotto un aspetto umano, pragmatico e di puro buon senso. La Corte giudicante era costituita solo dai Paesi cosiddetti “vincitori” (abbiamo però visto che erano solo alcuni); non c’erano giudici da Paesi neutrali o di quelli sconfitti; erano quindi i “vincitori” che giudicavano i “vinti”!
Nessuno mette in dubbio il diritto dei “vincitori” di giudicare i “vinti”; fin dai tempi più antichi il popolo che vinceva aveva diritto di vita o di morte sui vinti, Cesare sfilò lungo i Fori a Roma con il suo carro luccicante con incatenato il suo grande nemico sconfitto Vercingetorige, e lo fece assassinare pochi giorni dopo! E così si è fatto nel Medioevo, nel Rinascimento; lo si è fatto con le guerre napoleoniche, con esili e imprigionamenti, lo si è fatto con la prima guerra mondiale.
Mai si era però voluto ammantare di una veste di legalità, istruendo addirittura un processo, il potere di esecuzione e di imprigionamento dei vincitori sui vinti; lo si faceva e basta! Era un diritto naturale, accettato da tutti.
Norimberga ha mandato a morte Ribbentrop quale fautore del patto Ribbentrop-Molotov; e perché non ha processato anche Molotov? Ovvio, perché Molotov apparteneva a un paese vincitore (l'Urss); ma allora non è stato un processo: è stato semplicemente il diritto del vincitore di condannare il vinto! E non fu questa l'unica, macroscopica "controversia" del processo.
E parlando di crimini di guerra e contro l’umanità, che furono il principale capo di accusa verso i nazisti, come vogliamo considerare il bombardamento di Dresda fatto principalmente dagli inglesi a febbraio del 1945? La città fu sommersa da migliaia di tonnellate di bombe al tritolo e al fosforo che la incendiarono completamente, radendola al suolo, colpendo case, ospedali, scuole, asili; Adenauer, da cancelliere, parlò di 250.000 vittime quasi tutte civili; la giustificazione per il bombardamento fu che vi era una fabbrica di cuscinetti, componente essenziale per veicoli e velivoli. E per distruggere una fabbrica si incendia e si distrugge una intera città? Con tutti i suoi abitanti?
Dresda fu chiaramente un atto deliberato per colpire civili e bambini indifesi e convincere la Germania ad arrendersi: per questo crimine nessuno ha pagato, perché fu commesso dai vincitori; ed è giusto così.
Ma non lo è se si pensa di instaurare un tribunale che giudichi i crimini di guerra e contro l’umanità in senso lato!
E le bombe atomiche sganciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki? Contrariamente a quanto asserito dalla storia ufficiale, non vi era alcun bisogno di usare questa arma terribile per far terminare la guerra! Il Giappone era ormai allo stremo, racchiuso sul suo ultimo lembo di terra, isolato da tutti, le importazioni di energia e viveri interrotte; era solo questione di tempo, 6 mesi al massimo secondo gli storici, e sarebbe crollato, senza alcun bisogno di invasione da parte degli americani. Ma gli USA avevano impegnato tempo e denaro per sviluppare l’atomica e non vedevano l’ora di vederne gli effetti reali su di una città e sui suoi abitanti. È comprensibile, ed è anche comprensibile la decisione di Truman di sfruttare la situazione della guerra con il Giappone prima che si arrendesse, per provarla.
Ma non fu un crimine di guerra e contro l’umanità? Sì, certo che lo fu! Però fu compiuto da un “vincitore” e quindi legittimo!
Alla fine quanti furono realmente gli imputati condannati a Norimberga?
Dei 177 imputati che furono processati, 35 furono rilasciati e 142 condannati. Dei 142 condannati, 26 furono sentenziati alla pena di morte (7 nel processo ai dottori, 4 nel processo Pohl e 15 nel processo agli Einsatzgruppen); dei 118 non condannati a morte, 20 furono condannati al carcere a vita e 98 ottennero una sentenza inferiore ai 25 anni.
Pochi? E tutti gli altri criminali? Furono assunti dalle superpotenze vincitrici. Stava per iniziare la Guerra Fredda e servivano loro criminali veramente bravi da arruolare nelle proprie fila.