Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha fatto l’unico cosa giusta possibile, cestinare quella trovata inutile del Nitag, il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni, che vedeva, tra i 22 esperti nominati, anche due medici famosi per uscite no vax, che ora negano di essere no vax ma solo critici, scettici, fedeli al metodo scientifico. Potremmo non fare i nomi, come non li ha fatt Il Giornale, che si sta sforzando di far passare un messaggio molto preciso: Schillaci è contro la libertà di opinione. La maggioranza sembra abbastanza unita, soprattutto i due terzi meno votati alla cultura, Lega e Fratelli d’Italia, nel criticare la scelta di Schillaci di buttar già un gruppo consultivo al cui interno potevano parlare e intervenire Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle, popolari grazie alle loro critiche in tempo di covid. Dall’elezione di Giorgia Meloni qualsiasi pseudo commissione per indagare sulla Pandemia doveva passare necessariamente dalla vulgata ideologica e propagandistica della destra no vax, e stavolta ci erano anche riusciti. All’interno di una Commissione istituita dal governo per le vaccinazioni avremmo avuto due medici no vax. Un po’ come se nella Commissione consultiva per l’istruzione nelle scuole ci fossero degli “esperti” convinti dell’inutilità, anzi della dannosità, dei libri.

Matteo Salvini, in un momento di pausa tra il lavoro di Ministro dei Trasporti e l’hobby di Ministro degli Interni (e ultimamente pure quello degli Esteri), tenta la strada di ministro della Salute e bacchetta il collega, uno dei pochi all’esecutivo con delle competenze specifiche per il suo ruolo. E lo fa dicendo: “Qui non ci sono dei dogmi e da un comitato consultivo di 20 persone azzerare chi non la pensa come il mainstream non mi sembra scientificamente corretto”. Domanda: ma Salvini che ne sa di cosa sia o no scientificamente corretto? Quale sarebbe il “pessimo segnale” dato da Schillaci, che è un ministro e deve servire lo Stato, non l’elettorato leghista? Salvini è un chiacchierone. Chiacchiera, cioè non dice nulla di sensato. Ma non è l’unico. Il ministro dell'Agricultura, anche lui neolaureato in medicina, sostiene: “Gli organismi plurali servono a contenere idee differenti e la storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto. Lo è statisticamente, ma lasciare spazio a tesi diverse e non soffocarle è la strada maestra”. In che modo un gruppo tecnico consultivo di un esecutivo è il luogo del dibattito scientifico? La scienza è un affare del governo di turno? I gruppi tecnici non dovrebbero servire per mettere in dubbio il consenso scientifico, ma per discutere di questioni operative. Alla verità scientifica ci pensano gli scienziati nelle università, nei lavoratori e altrove. Non Lollobrigida. Non Paolo Bellavite. Non Matteo Salvini.
