Un bambino come un’auto, con tanto di "optional" e programma premium, preventivo di spesa, pagamento a rate e "immatricolazione" con "passaggio di proprietà"? È un po’ quello che succede nel discusso mercato dell’utero in affitto (o, come da definizione politicamente corretta, “gestazione per altri”). Noi di MOW non ci siamo accontentati delle discussioni e delle dicerie, e abbiamo voluto verificare sul campo e in prima persona come avviene il tutto. Chiaramente all’estero, visto che in Italia la pratica non è consentita (per quanto non manchino gli italiani che vi facciano ricorso). Prima in Spagna, in un’agenzia che ha varie sedi in Europa, e poi contattandone un’altra a Cipro, in quello che poi è diventato anche un servizio per Zona Bianca, andato in onda su Rete 4.
Il direttore di MOW Moreno Pisto è volato a Barcellona per vedere come funziona una di queste cliniche che offrono la maternità surrogata. Si è finto interessato e ha fissato un appuntamento. La società pare molto seria e internazionale e, vista la provenienza del potenziale cliente, dirotta su un’addetta alle vendite italiana che spiega ogni dettaglio della procedura.
“Noi – spiega – siamo l’azienda che si fa pagare di più e lo sappiamo, ma perché lavoriamo in una certa maniera. Noi diciamo che al massimo ci impieghiamo 18 mesi a realizzare il vostro sogno. Ultimamente la legge italiana sta facendo ridere perché tanto non possono fare niente… Non lo possono fare il reato universale. Lo stanno facendo per intimorire le persone per non farlo”.
È possibile scegliere il sesso del bambino e anche le sue principali caratteristiche fisiche. Il programma premium è da 80 mila euro a rate. È il prezzo tutto incluso per affittare una madre surrogata e fare un figlio.
Da dove arriva il “prodotto”?
“Indirizzo per esempio prima in Georgia, poi in Grecia, poi in Albania e negli Stati Uniti”. Questi sono i quattro Paesi “dove c’è una legge di maternità surrogata”.
E l’Ucraina?
“Noi per ora abbiamo stoppato, perché capisci bene che non ci sentiamo tranquilli a far nascere il vostro bambino in un bunker”.
Come si possono scegliere la madre (o le madri, se la gestante è differente dalla donatrice dell’ovulo)?
“In base alle foto: quando era piccola, 18 anni e con la famiglia. Sono donne che devono avere al massimo 38 anni, donne che hanno già avuto bambini e che sono sposate, quindi la donante la selezionate voi in base a questo. La gestante la selezioniamo noi perché dobbiamo vedere se è compatibile”.
E come?
“Vi manderemo tre o quattro candidate e in base alla foto la potete selezionare. Chiaramente, oltre a questo, in base al vostro fenotipo. Che cosa vuol dire? La voglio mora, capelli (sic) verdi, quello è un formulario che vi faremo compilare”.
E poi?
“Inizialmente facciamo firmare il contratto alla gestante, non alla fine. Quindi la gestante perde i diritti sul bambino inizialmente. Quindi si ha la tranquillità al cento per cento che non verrà poi a bussare alla vostra porta”.
In questa “simulazione” la scelta è di un parto in Georgia, uno dei pochi Paesi in cui puoi anche assistere al parto, tagliare il cordone ombelicale e registrare subito il figlio a nome di entrambi i genitori.
E riguardo ai costi: “Allora, si firma il contratto e si pagano 26 mila euro”. Poi i pagamenti avvengono scaglionati, con le ultime rate alla conferma della gravidanza e al terzo mese di gestazione.
Quanto all’agenzia online con base a Cipro: “La clinica sceglie una donatrice secondo le vostre caratteristiche, tipo colore delle unghie (?), capelli, statura, etnia, carnagione eccetera. Ma poi sul nostro sito c’è la possibilità di scegliere una donatrice attraverso la foto, però a pagamento, perché una donatrice anonima è compresa nel pacchetto, invece con la foto è a pagamento”.
La gestante sta bene durante la gravidanza? Viene retribuita adeguatamente?
“Noi le paghiamo uno stipendio mensile diciamo di 300 euro ogni mese, e poi quando partorisce e firma tutte le carte [e le rinunce] riceve il suo ultimo compenso di 10 mila euro”.
In totale si parla di circa 45 mila euro tutto compreso.
Le ragazze sono costrette o libere?
“Assolutamente è la loro scelta, la loro scelta. Nessuno le costringe”.
Ma sono povere?
“Non sono africane, non esageriamo. Loro stanno bene”.
Le bionde costano di più?
“Dipende dalla donatrice, da 450 a 600 euro, dipende da quanto è richiesta e poi da quanto è bella, da questo dipende”.
Ogni quanto lo fanno queste ragazze? Ogni quanto restano incinte?
“Loro riposano un pochino, tipo sei mesi, e poi fanno altri programmi”.
Dove partorirebbe la madre surrogata?
“La madre può partorire in Italia direttamente, oppure in Repubblica Ceca o in Georgia”.
In Italia però non è legale, com’è possibile?
“Fai finta che hai messo incinta un’altra donna. La leggenda è questa, perché questa è una donna normale come tutte le altre. Non è che c’è scritto su ‘sono una madre surrogata’, assolutamente”.