Una guerriglia urbana annunciata. E che si sarebbe potuta evitare, in un concorso gigantesco di colpe, provvedimenti tardivi o errati, appelli che arrivano fuori tempo massimo e che hanno solo avuto l’effetto di esacerbare gli animi. A Napoli si contano i danni, dopo poco meno di 24 ore di violenze, devastazioni, provocazioni: auto della polizia incendiate, decine di agenti feriti, il lancio di bidoni dei rifiuti e di oggetti, tra cui gli arredi di diverse attività commerciali, contro le forze dell’ordine che si sono poste come argine tra gli ultras dell’Eintracht Francoforte e del Napoli. Per ora si contano una decina di arresti, tra ultras del Napoli e tedeschi. Il conto è destinato a salire nel corso delle ore. Gli ultras dell’Eintracht sono stati identificati alle prime ore del mattino e poi piazzati su bus messi a disposizione dal Comune di Napoli, in direzione Roma, Salerno, Capodichino.
Al centro del quadrato, la liturgia degli ultras, dei gemellaggi tra tifoserie con in comune l’odio verso una terza tifoseria, in questo caso i tedeschi spalleggiati dagli ultras dell’Atalanta, che - come si legge in alcune chat private - avrebbero acquistato dei tagliandi per la partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League, affinché si infiltrassero in diversi settori dello stadio Maradona per creare disordini tra il tifo campano.
C’è stata la fiera degli errori, anzi degli orrori. Perché su Facebook - vicenda ricostruita questa mattina da alcuni quotidiani - c’erano diverse avvisaglie dei piani degli ultras tedeschi, tra cui una “visita” poco amichevole al murale di Diego Armando Maradona ai Quartieri Spagnoli, nel centro storico di Napoli, divenuto in poco meno di tre anni una specie di luogo di pellegrinaggio. Le avvisaglie erano sotto gli occhi degli addetti ai lavori.
Nel corso di un vertice in Prefettura, alla presenza del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis - che ha invocato l'applicazione del metodo Thatcher che alla fine degli anni '80 ha ridotto all'osso la forza degli hooligan - il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, ha spiegato che i tifosi tedeschi non erano in possesso di biglietto. Inoltre, sugli ultras tedeschi: segnalati dalla polizia di Francoforte come soggetti pericolosi, sono arrivati alla spicciolata su pulmini tra Bari, Pescara, Roma. Anche in auto da Bergamo, accompagnati dagli ultras dell'Atalanta. La fotografia dello scenario inquietante, di una strategia partita settimane prima e messa a punto al dettaglio per evitare i controlli della polizia. Il prefetto di Napoli ha anche spiegato che il corteo dei tifosi tedeschi che ha originato gli episodi di violenza e devastazione non è stato impedito perché avrebbe consentito dei controlli capillari e impedito lo scontro fisico (che in alcune aree della città è in realtà avvenuto) tra i due gruppi di ultras.
In ogni caso, questa mattina Napoli si è svegliata con i segni della devastazione: il centro storico, il lungomare fatti a pezzi - diversi locali hanno fatto la conta dei danni, che ammonta a migliaia di euro, tra tavolini distrutti e vetrate infrante -, l’incredulità per aver dovuto assistere alla distruzione di pezzi della propria città da parte di un centinaio di teppisti, che si sono spostati da Francoforte per produrre danni, per ristabilire le leggi non scritte del codice degli ultras.
“Le colpe sono di chi si occupa di gestire l’ordine pubblico che ha il dovere di essere a conoscenza, anche se non condivide o giustificare le dinamiche di una parte del tifo organizzato”, spiega un docente, pendolare sull’asse Napoli-Roma, “Se i 350 ultras dell’Eintracht che sono arrivati a Salerno fossero stati prelevati o indirizzati dalle forze dell’ordine all’interno dello stadio Maradona, anche se sprovvisti di biglietto per la partita, non sarebbe accaduto quello che abbiamo visto. E, per evitare il secondo round, avvenuto alla fine della partita, avrebbero potuto ricondurli a Salerno, identificarli prima. Insomma, più di una cosa non ha funzionato”.
Dunque, evitare la passerella cittadina dei violenti tifosi tedeschi, che sono sotto la lente dell'Uefa per altri episodi di violenza e che all'andata hanno accolto con cori ingiuriosi e alcuni agguati i tifosi azzurri a Francoforte. Quella passerella, nel dizionario del mondo ultras, sa di offesa per la tifoseria di casa, offesa ovviamente patita e raccolta dagli ultras del Napoli. Tra l’altro, c’era il precedente: i tifosi del Napoli, per la gara d’andata in Germania, non sono stati accolti con gli onori del caso. Anzi.
Il caso è diventato ovviamente politico, alcune forze parlamentari hanno chiesto lumi al titolare del Viminale, Piantedosi, prima che ci fossero i primi chiarimenti in Prefettura, a Napoli. Il sentimento più diffuso nelle radio napoletane, anche su Radio Kiss Kiss Napoli, voce ufficiale del Calcio Napoli, è la rabbia dei tifosi che vedono deturpare il nome della città, finita sulla cronaca nazionale e internazionale, mentre vive forse il suo momento migliore da decenni sul fronte del turismo.
Si chiede conto dei responsabili, si invocano provvedimenti più efficaci per evitare altri episodi di questo tipo. Si ricorda che, in occasione di diverse trasferte di coppa, i tifosi del Napoli senza biglietto sono stati tenuti in disparte, sotto il controllo della polizia, in aree riservate nei dintorni dello stadio. È accaduto a Liverpool. È accaduto qualche ora prima ai tifosi dell’Inter nella trasferta di Champions a Oporto. C’è chi invoca un metodo più incisivo per colpire il microcosmo degli ultras, per andare a colpire le dinamiche del tifo organizzato che cerca di resistere a un nuovo modo di vivere lo sport dal vivo.
Altri appassionati, anche sulle pagine social dei principali siti di informazione sul Napoli calcio, si scagliano contro il presidente dell'Uefa Ceferin che aveva criticato la decisione del Tar di proibire la trasferta dei tifosi tedeschi a Napoli, alludendo anche a punizioni per le società che non avrebbero accolto "gli ospiti", anziché assumere contromisure, chiaramente di concerto con le forze dell'ordine dei paesi nazionali, contro la rete internazionale del tifo organizzato, che tra alleanze trasversali e un rinnovato codice di condotta, mette in pericolo vite.