Donald Trump e Benjamin Netanyahu, a torso nudo, sorseggiano un cocktail su una spiaggia dorata di Gaza. Attorno a loro, grattacieli di vetro scintillano al tramonto, yacht da miliardari solcano le acque di un mare improvvisamente pacificato, mentre il deserto palestinese è trasformato in un’oasi del lusso. Ma è tutto finto, creato dall’intelligenza artificiale e postato dal presidente americano, che con questo video ha scatenato reazioni opposte e inconciliabili.
Cazzullo: "Una profanazione di un luogo di dolore"
Per Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere della Sera, il video di Trump è un insulto alla memoria e al dolore delle vittime: “Il video che ha postato ieri, in cui Gaza viene trasformata dall’intelligenza artificiale in un resort dove lui e Netanyahu prendono un drink a torso nudo, è una profanazione di un luogo di dolore, una mancanza di rispetto verso tutte le vittime, palestinesi e israeliane”. Non solo: Cazzullo inquadra la vicenda in un quadro più ampio, quello di un Trump ormai del tutto privo di freni e in preda a un delirio di onnipotenza. “La vittoria gli ha dato alla testa. In pochi minuti, ha rivendicato di aver licenziato migliaia di dipendenti pubblici e ammanettato migliaia di migranti. Ha promesso meno vaccini e più trivelle. Si è vantato di aver chiuso UsAid, l’agenzia con cui gli Stati Uniti aiutavano i Paesi in via di sviluppo, e di aver stracciato gli accordi di Parigi contro il cambio climatico”. E ancora: “Ha spiegato che deprederà l’Ucraina per farsi ripagare gli aiuti di Joe Biden. Ha insultato il suo predecessore, la sfidante che ha battuto alle presidenziali, i giornalisti, che tanto sono antipatici a tutti”.
Cazzullo si spinge oltre e tocca il punto più sensibile: il sostegno di Trump ai rivoltosi del 6 gennaio. “Infine ha chiesto e ottenuto un applauso, che dico, un’ovazione per i golpisti che assalirono il Campidoglio, facendo quattro morti tra le forze dell’ordine”. Per Cazzullo, quindi, la parabola di Trump è chiara: un leader sempre più spregiudicato, che gioca con il dolore e con la politica come se fossero strumenti di intrattenimento.
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Capezzone: "Autentica crisi isterica della sinistra"
Di tutt’altro tono l’analisi di Daniele Capezzone su Libero, per il quale il problema non è il video, ma la reazione scomposta della sinistra italiana. “In America, i media fortemente anti-trumpiani si sono ben guardati dal prendere sul serio un clippino, e non hanno certo scatenato su quella fragile base una sorta di crociata etico-politica contro l’inquilino della Casa Bianca”. Mentre negli Stati Uniti il video è stato accolto con sufficienza, “qui in Italia, invece, da ieri mattina, è scattata un’autentica crisi isterica delle opposizioni”.
Capezzone non risparmia i nomi e le dichiarazioni. “Per il Pd, i primi a scattare come molle sono stati Matteo Orfini e Peppe Provenzano, in stereofonia”. Orfini: ‘Il video di Trump su Gaza è disgustoso, orribile, atroce. Un oltraggio, un'offesa a decine di migliaia di morti. Nessuno può tollerare una cosa del genere, tutti devono prendere le distanze. Tutti, a cominciare dal governo’. Provenzano, rincara la dose: “Il video di Trump su Gaza è osceno, aberrante, nega non solo il diritto internazionale e la dignità di un popolo, ma la stessa pietà umana. L’Europa reagisca con fermezza, la Palestina non può essere abbandonata. Meloni non può tacere, deve chiarire da che parte sta l’Italia”.
E ancora: “Non potevano rimanere inerti Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. I due rossoverdi hanno subito colto la palla al balzo per rilanciare una raccolta di firme su un appello intitolato ‘Trump fuori da Gaza’”. Un’iniziativa che Capezzone liquida con sarcasmo: “Morale: ‘Firma la petizione per fermare all’istante i folli piani di Trump’. Si capisce: tu firmi, e Trump si blocca subito, anzi ‘all’istante’”.
Anche Carlo Calenda si unisce al coro: “Il video di Trump su Gaza, indegno e ridicolo, da un lato rappresenta il delirio di un ego fuori controllo; dall’altro sancisce il fatto che gli Usa non sono più un partner per le democrazie occidentali. Attrezziamoci rapidamente in Italia e in Ue per affrontare lo tsunami che arriva”.
Capezzone stigmatizza l’incoerenza della sinistra: “Si continua invece a ripetere come una giaculatoria la formula ‘due popoli, due stati’. Obiettivo astrattamente desiderabile, certo: ma del tutto impraticabile e irrealistico fino a che una delle due entità statuali sarà sotto il controllo di un gruppo terroristico che ha per obiettivo statutario la distruzione di Israele”.
Due visioni opposte: da un lato Cazzullo, che vede nel video di Trump “una mancanza di rispetto verso tutte le vittime, palestinesi e israeliane” e il segno di una politica che si fa gioco di tragedie reali. Dall’altro Capezzone, per cui “il video di ieri non era certo un capolavoro estetico. Ma - piaccia o no - Trump, davanti ad anni di fallimenti altrui, per lo meno fa capire e mette a fuoco i termini del problema: si tratta di mettere Hamas fuori gioco, per far rifiorire un minimo di speranza”, mentre la sinistra italiana “twitta contro Trump” senza proporre soluzioni reali.
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