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Vladimir Luxuria compie 60 anni: dolore, orgoglio, amore, famiglia: “Non mi sono mai piegata”. Si racconta a Roberto Alessi e rivela chi ieri la derideva e oggi la rincorre per un selfie

  • di Roberto Alessi Roberto Alessi

  • Foto: Ansa

24 giugno 2025

Vladimir Luxuria compie 60 anni: dolore, orgoglio, amore, famiglia: “Non mi sono mai piegata”. Si racconta a Roberto Alessi e rivela chi ieri la derideva e oggi la rincorre per un selfie
Vladimir Luxuria compie 60 anni e riflette sul significato del tempo che passa, tra orgoglio e consapevolezza. In un’intervista intima e intensa, racconta la fatica dell’accettazione, la forza ritrovata nella famiglia e la “dolce vendetta” del riscatto televisivo…

Foto: Ansa

di Roberto Alessi Roberto Alessi

Vladimir Luxuria compie sessant’anni il 24 giugno. Certi giri di boa fanno impressione anche perché Vlady, come la chiamiamo sempre, ci ha sempre dato l’idea di qualcosa di giovane, trasgressivo, di una sincerità disarmante. Riportiamo l'intervista di Roberto Alessi, direttore di Novella 2000, per il quotidiano L'Edicola.

Vladimir Luxuria
Vladimir Luxuria Ansa

Vlady, che botta questi 60.

Certo, meglio girare questa boa perché l’alternativa è di certo peggiore.

Già, diventi maggiorenne. E ti rendi conto che vieni presa come una signora piuttosto elegante, ma matura?

Sì, esatto.

Festeggerai?

Sì, in famiglia perché dalla famiglia ho tratto la mia forza dopo tanto viaggiare, dopo tanto apprendere e anche dopo tanto soffrire perché, diciamolo, la vita ci dà tutto, il bene e il male, il piacere e purtroppo anche il dolore. In famiglia dovremmo ricevere tutti una carezza sul cuore e la mia ha saputo darmela e me la dà tuttora.

Ricordo che gli inizi non è stato facile per te farti accettare dalla tua famiglia, a Foggia, dove ti eri abituata a tornare a casa con gli occhi neri, dove i bulli ti tiravano le pietre perché eri gay, poi trans.

E non è stato facile neanche per loro scoprire di avere un figlio che non era quello che si immaginavano.

Chi ha fatto il primo passo?

Entrambi, tutti. Le mie due sorelle hanno fatto un lavoro di avvicinamento con i miei genitori, hanno parlato, hanno spiegato, ma anch’io ho dovuto fare un lavoro di avvicinamento. Ho dovuto farmi conoscere dai miei genitori e loro si sono aperti, hanno parlato, credo abbiano anche pianto.

Lacrime, sì, per un amore ritrovato, quello di un figlio che diventava una figlia, comunque da amare e che comunque li amava. Mi ha commosso quando ho letto che tuo padre, camionista, ha guidato il suo camion a Foggia al corteo del Pride.

Mio padre è uno degli uomini più dolci e buoni che ci siano nella vita, di una bontà assoluta. Al Pride di Foggia c’era anche mio fratello, che è un uomo grande e grosso e lavora come commercialista. Al Pride lui è voluto essere vicino a noi. Ironicamente si è messo pure un boa di struzzo. E questo la dice lunga sulla mia famiglia e su mio fratello: lui è un tifoso del Foggia, con amici ultras, con frequentazioni molto virili in ambienti molto virili, ma è molto orgoglioso anche di me e mi vuole bene come io voglio bene a lui.

Vladimir Luxuria
Vladimir Luxuria Ansa

Negli anni spesso mi hai raccontato che oggi quando torni nella tua città capita che quelli che ti deridevano per strada e ti insultavano oggi corrono da te e chiedono un selfie. Potenza della televisione.

Sì è vero ed è come una vendetta fredda, vedere chi mi disprezzava che oggi mi adula. Però è una cosa anche positiva: significa che la televisione mi ha permesso di parlare di certi problemi, di certe esistenze, di certe realtà che venivano ignorate o peggio venivano volutamente evitate.

La tua gioventù a Foggia deve essere stato un incubo...

Non solo, perché chi mi ha conosciuta mi ha subito apprezzata, chi aveva modo di parlare con me capiva chi ero e non solo mi accettava, ma addirittura mi voleva accanto. Pensa che a Foggia, nel mio istituto scolastico, sono stata eletta rappresentante d’istituto, ripeto, eletta. La mia prima elezione quindi non è stata al parlamento come deputato, ma a Foggia, nella mia città, nella mia scuola.

Certo che tu eri una grana: perché sei sempre stata una bandiera, ti sei sempre messa in mostra, sei stata un’attivista.

Ed è forse per questo che sono amata. Perché ho dato. E non mi sono mai piegata. Non ho mai accettato, neanche nel lavoro, di fare qualcosa in cui non credevo. Ho perso anche dei soldi, ho perso tante occasioni. Felice di averlo fatto.

Di questi sessant’anni, che cosa avresti voluto cambiare?

Non si può cambiare nulla, tempo perso a pensarci.

Essere così in vista, magari ha allontanato anche l’amore? Per alcuni non è facile accettare di essere messo in un cono d’ombra.

Ne ho avuti di amori, ho amato, sono stata anche molto amata, anche da un politico di destra molto in vista, ma di cui non farò mai il nome.

Ed ora? Hai una storia?

Vorresti dire che a 60 dovrei sistemarmi? Ora sono single, non ho storie, ma sono serena.

Ogni passione è spenta, come dice il libro di Vita Sackville-West, l’amante di Virginia Wolf?

No. Ti rispondo con un altro titolo di libro, quello di Papa Francesco nella sua conversazione con padre Antonio Spadaro: “La mia porta del cuore è sempre aperta”.

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