Camere in motel e escort pagate in cambio di favori giudiziari. Auto di servizio usate come se fossero proprie. Indagini non autorizzate, pedinamenti con GPS, gomme bucate, lettere anonime, accuse orchestrate. Sembra una trama pulp, e invece è l’inchiesta della Procura di Pavia, ribattezzata “Clean 2”, che ha portato a processo tre ex carabinieri e un imprenditore. Ma il punto non è solo il reato – dalla corruzione allo stalking, fino al peculato – il punto è chi c’è dietro. Tra gli imputati c’è anche Antonio Scoppetta, 51 anni, ex carabiniere del Nucleo di polizia giudiziaria, che per chi conosce il caso Garlasco è un nome che torna. Sì, perché Scoppetta è lo stesso militare che, all’epoca delle prime indagini su Andrea Sempio – l’amico del fratello di Chiara Poggi – fu incaricato di verificare la sua posizione. Verifiche lampo, chiuse in fretta su richiesta dell’allora procuratore Mario Venditti (che oggi, guarda caso, è indagato in un altro filone d’inchiesta). E ora che Scoppetta è sotto accusa, la domanda viene da sé: quanto era limpida la gestione delle indagini su Chiara Poggi? “Doveroso – scrive il settimanale Giallo, diretto da Albina Perri – sgombrare il campo da possibili errori, forzature e zone d’ombra”. Oggi la Procura di Pavia è un’altra cosa: c’è Fabio Napoleone al comando e accanto a lui il procuratore aggiunto Stefano Civardi – lo stesso che sta seguendo il caso Garlasco riaperto.


L’impressione è che quanto emerso da “Clean 2” abbia acceso riflettori non solo su favori e escort, ma anche su un passato giudiziario che fa acqua da più parti. Scoppetta è difeso da Gianluigi Tizzoni, lo storico legale della famiglia Poggi. Secondo l’accusa, avrebbe fornito informazioni riservate al collega Maurizio Pappalardo – ex comandante del Nucleo informativo, oggi agli arresti domiciliari – in cambio di denaro, sesso, vacanze, persino fuochi d’artificio. Trentaquattro prenotazioni al Motel Riz, medicinali per la disfunzione erettile, visite specialistiche, mobili pagati, ferie ad Auronzo di Cadore: la lista è lunga e surreale. Ma non basta.Tra il 2019 e il 2021, Scoppetta avrebbe pedinato l’ex fidanzata di Pappalardo, utilizzando apparecchiature in dotazione alla Procura. Non solo: avrebbe scritto una lettera anonima per screditare il nuovo compagno della donna, bucato le gomme della sua auto, e inviato un esposto all’INPS e alla Procura contro il nonno della vittima. La donna è oggi parte civile. Il peculato? Per l’uso sistematico dell’auto di servizio per motivi personali: almeno 14 volte, dice l’accusa. Il clima in Procura, dopo la riapertura del caso Garlasco, si è fatto “ostile” – parola dell’avvocato di Pappalardo, che ha chiesto il trasferimento del processo a Brescia. E indovinate chi è indagato lì? Proprio Mario Venditti, il vecchio procuratore di Pavia.
