Continua l’avventura di Zerocalcare al Comic-Con di San Diego. Superato l’ostacolo dell’aeroporto, Michele Rech è tornato a parlare di un tema che ha affrontato anche lo scorso anno: la massiccia presenza dei barboni per le strade. Ma stavolta, e non ce lo aspettavamo, è andata diversamente. Mentre il modo che il fumettista romano usa per renderci partecipi della sua vita, per la gioia dei suoi fan, è sempre lo stesso. Quale? Tiktoker da milioni di follower scansatevi e fate spazio a Zerocalcare: disegnetti con in sottofondo quel suo parlato veloce e in dialetto romano che lo rendono unico e inimitabile. Chapeau. “Allora, siccome a San Diego devo stà in fiera alle 10 de mattina non dormo un caz*o, colpa de sto fuso orario de mer*a. Alle 5 de mattina ho deciso de andà a corre. Può sembrà una scelta psicotica lo so. Ma perché ho visto che ce sta un parco che se chiama Balboa. Come Rocky Balboa, capito? Sta roba me da nà schicchera de testosterone calcola. Adrianaaa! Guarda me sa che c'è passato pure uno de Rebibbia”. Dice mentre inquadra un adesivo con scritto “Rebibbia Regna” sul cartellone del parco. Ed è in questi casi che i prezzi delle case di Rebibbia, e siamo seri quanto basta, conoscono un’impennata dei prezzi di vendita: “Compriamo casa dove abita Zerocalcare”. Chi scrive non è proprio sicura che questo fenomeno di “Rebibbia quartiere super top” sia conosciuta aldilà dei confini del Raccordo. Ma tanto basta. E qui la chicca del video: “Mo mi madre starà a pensà: “Ma c'hai 40 anni, ma perché devi fà ste caz*ate che te fai beve in America? Guarda se te metti a fà la fine de Chico Forti, ma tanto a te non è che te viene a pijà la Meloni”. Attenzione. La mamma di Zero, come sempre rappresentata con le fattezze di Lady Cocca, centra il punto in pieno. Ovvero, c’è poco da giocare negli States (o anche in quel di Budapest) se poi non hai chi ti viene a “raccattare”. Severo ma giusto.
Ma il punto, seguendo il racconto di Zerocalcare sarebbe anche e soprattutto un altro: “Avevo dato pe scontato che avrei beccato il solito milione de persone accampate pe strada. Più fatte de crack. De norma pure col caz*o de fori. Quell'umanità dolente che era la cifra de sta città l’anni scorsi. Invece un caz*o. Niente, voto. So tipo spariti i barboni”. E qui arriva il vecchio saggio che porta a spasso il cane a cui porgere la domanda delle domande: “Sorry, but where are all the homeless? E sto vecchio saggio cor cane me guarda e me dà la sua risposta”. Premessa: “Sta cosa piatevela co le pinze”. Ma noi ci fidiamo di Michele: “Li hanno cacciati più lontano, se non intervieni sulla causa le persone non è che spariscono. Vanno da un’altra parte. È passata sta legge che non ponno sta vicino a niente, e quindi se vanno a buttà vicino al fiume che è un luogo salubre dove ce stanno solo malattie, esondazioni e lontananza da tutti i servizi in caso di necessità. Insomma, da 5 stelle su Booking. Comunque quando si parla de gente che vive pe strada non è mai così facile. Tipo, apro un dormitorio, risolto il problema. La vita è leggermente più complessa di una puntata de Peppa Pig. Ce sta un sacco de gente che nei dormitori comunque non ce va. No perché è schizzinosa. Tante volte parliamo di gente che sta male. Che si porta appresso certi traumi di cui manco sappiamo un caz*o. O delle situazioni psichiche impicciate”. Questa la soluzione secondo Zerocalcare: “Toccherebbe imparà a conosce e a convive pure co quello che ce metta a disagio. Così uno realizza che sono persone in carne e ossa, no figure astratte che vivono in un ghetto lontano”. E qui passa e chiude, per tornare a parlare dei dinosauri bellissimi (sua passione dalla tenera età dell’infanzia) che ci sono in fiera. A ognuno il suo. Thank you sir, you are my wonderwall.