La carbonara come metro di giudizio della civiltà. Male male se non sapete di cosa stiamo parlando, ma potete sempre rimediare leggendo l’ultimo libro di Zerocalcare “Quando muori resta a me”. Nel frattempo ci pensiamo noi di MOW a introdurvi nell’argomento. Infatti abbiamo partecipato a una delle ultime presentazioni romane del fumetto di Michele Rech, con ospite d’eccezione il creator Franchino Er Criminale. Diciamolo, una serata che gli amanti del genere hanno apprezzato non poco, e che è partita con il botto già dall’introduzione fatta da Franchino: “La genialità molto spesso va a braccetto con la pazzia, e signori e signore lui è matto (riferendosi a Zerocalcare). Va in giro per le capitali europee, e non solo, e come metro di giudizio, come strumento di valutazione di un popolo, lui che mangia solo yogurt bianco, plumcake e due banane, che cosa fa? Si mangia una carbonara. Lo devono sapere tutti, deve essere di dominio pubblico questa cosa”. E Michele non può fare altro che confermare: “Ho mangiato una carbonara nel ristorante del treno che andava da Helsinki alla Lapponia di notte, era nel menu. Allora, non è esattamente la roba che te immagini te, probabilmente. Mo sto a dire una cosa brutta, me ne rendo conto. Comunque era meglio dell'orso affumicato, perché l'orso se mangia il pesce e quindi sa de pesce. In quella carbonara lì magari c'era la panna, magari era precotta, surgelata, riscaldata però… ma io sono cresciuto con i Quattro salti in padella, porco due, quella roba a confronto...”. A buon intenditor poche parole. Ma le abitudini alimentari del fumettista romano sono ormai note ai più: non si cucina. Meglio andare di latte, biscotti e merendine e si va sul sicuro.
Chi scrive poi ha la sua stessa voglia di stare ai fornelli: signori, santifichiamo i surgelati e le carbonare precotte servite sui treni dall’altra parte del mondo. “Il cibo italiano che se mangia in Danimarca è cibo italiano danimarchizzato, e quindi per curiosità antropologica vado là perché so che comunque almeno un piatto di pasta me lo sarò mangiato. Poi io faccio dei viaggi che non durano mai più di 48-72 ore, quindi non è che sto senza pasta per chissà quanto tempo però è una cosa che tendo a fare”. E qui Franchino interviene con quello che pensiamo un po’ tutti ascoltando Zerocalcare: “ E funziona questa cosa? Cioè, poi fai le tue valutazioni?”. E Michele ci svela l’arcano sul mangiare la pasta fuori dall’Italia: “C'ho il taccuino di come si mangia la carbonara all'estero. Non la vado a mangiare nei ristoranti italiani però eh, ma nei ristoranti locali”. Anche noi Zero, praticamente sempre. “Comunque c'è sempre qualcuno che te fa la carbonara. Sti postacci di mer*a per i turisti te fanno sempre la carbonara a un certo punto”. E qui Franchino va con il super domandone, la cui risposta a Roma e dintorni potrebbe non essere così scontata: “Ma secondo te la carbonara è sopravvalutata?”. E Michele non ci delude: “Per me è effettivamente il cibo fatto mungendo gli apostoli di Gesù Cristo. Sono sicuro che prima o poi questo approccio all'antropologia verrà premiato”. Staremo a vedere, nel frattempo Franchino conclude dicendo che Zerocalcare saprà fare pure un sacco di cose ma no, proprio non sa magiare. E si è assunto l’onere di porre rimedio a questo sacrilegio della carbonara, portandolo lui stesso a mangiarne una davvero buona: “Poi te dico se è meglio di quella del treno”. Che dire, non fa una piega.