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Pisto is Free

Zuckerberg fa un video per dire che ci rende la nostra libertà ma è solo business e lecchinaggio

Moreno Pisto

8 gennaio 2025

Ieri Mark Zuckerberg ha postato un reel dove con nonchalance dice che Instagram e Facebook torneranno dei social liberi. Ma non lo ha fatto per amore di libertà. Ma per business. Per algoritmo. E lecchinaggio verso il nuovo potere di riferimento (Trump). E tutta questa storia in fondo dimostra solo una cosa: che sono i padroni delle piattaforme a decidere quando, quanto e come tirare i fili di quella che crediamo essere libertà ma che in realtà è solo una nuova forma di schiavitù. Qui vi spieghiamo meglio. Testo generato dal video tramite sistema di AI

di Moreno Pisto Moreno Pisto

No, caro Marchino non è così che funziona. Attenzione: ieri Mark Zuckerberg ha postato un reel dove dice: “Basta, torniamo alle origini di Facebook e Instagram quando vigeva la massima libertà di espressione”. Tutto bene allora no? E invece no. Non proprio.

https://mowmag.com/?nl=1

Marchino ha detto anche che semplificheranno le policy, miglioreranno i loro filtri e torneranno a promuovere i contenuti politici. Allora, punto primo: dicendo così ha quindi ammesso che Facebook, Ig e Threads non erano liberi e commettevano troppi errori, censurando post che non andavano censurati. Marchino ha utilizzato palesemente (tra l’altro con nonchalance) la parola censura, in nome del fantomatico politically correct. Ok. Punto due: ma i danni fatti, chi li ripaga? A tutte le persone a cui ha bloccato gli account ingiustamente provocando anche un danno economico cosa dice? Come li risarcisce? Punto terzo, il più importante: settimana scorsa una vignettista del Washington Post si è dimessa perché uno dei suoi disegni era stato bloccato prima della pubblicazione. La vignetta mostrava i proprietari delle mega aziende del web, compreso il suo editore Jeff Bezos, fondatore di Amazon, che si inchinavano a Trump. Il riferimento era chiaro: ora che Trump è tornato al potere più forte di prima tutti questi si devono prostrare davanti a lui per ottenere incentivi, benefici fiscali e protezione, altrimenti il loro destino, con l’avanzata di Musk e delle varie piattaforme cinesi, sarebbe segnato. Infatti, la vignetta è stata CENSURATA. E la vignettista Ann Telnaes per protesta si è licenziata.

La vignetta di Ann Telnaes che non è stata pubblicata sul Washington Post
La vignetta di Ann Telnaes che non è stata pubblicata sul Washington Post

Insomma, il discorso è sempre il solito: o ti adegui al potere forte di riferimento o sei fuori. Ricordatevi. Zuckerberg non ha preso quest’ultima decisione per amore di libertà, no. Questa non è libertà, è business. È algoritmo. Questa non è libertà, è lecchinaggio, propaganda Usa. Chiaro, molti possono dire molto meglio quella che altre, ma sempre propaganda rimane, soprattutto in tempi di guerre subdole che stiamo vivendo. Anche perché tutta questa storia, se proprio vogliamo dirla tutta, dimostra solo una cosa: che i padroni delle piattaforme decidono quando, quanto e come tirare i fili di quella che crediamo essere libertà ma che, appunto, di libertà è solo una parvenza. Perché in realtà è solo una nuova forma di schiavitù. La schiavitù della visibilità gestita dalle piattaforme dei tecnofeudatari, che vanno maneggiate con molta consapevolezza. La consapevolezza che fanno di tutto per farci perdere, come racconto in Resistenza intellettuale (Nfc editore, 2024).

Cliccando sul manifesto troverai il libro di Moreno Pisto, "Resistenza intellettuale" (Nfc editore, 2024)
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