Quanti modelli di auto italiane hanno fatto la fine del dodo, l'animale estinto per antonomasia? Al netto di quelle che, in fondo, non rimpiangeremo: tante, forse troppe. Comprese alcune che erano diventate a tutti gli effetti dei bestseller. Il Masterpilot Emiliano Perucca Orfei mette un punto sulla Jeep Renegade, modello rinnegato in maniera del tutto autolesionista da Stellantis. «Se c'è una cosa che mi manda ai matti in Italia, è come le aziende automobilistiche e motociclistiche non riescano quasi mai a dare continuità ai prodotti che le hanno rese celebri o ai prodotti di successo. Quante auto sono sparite?». Ed eccoci al punto. Anzi, alla Punto, e alle sue gloriose compagne di catena di montaggio. «La Ritmo: sparita. La Uno, sparita. Però quantomeno erano automobili sostituite da modelli che non riprendevano il nome della serie precedente, ma introducevano un nuovo modello con un altro nome. La tendenza invece di questi anni è quella di far sparire il modello e basta. Senza sostituirlo con un cazzo, come se non fosse mai esistito, come se non si potesse utilizzare quella piattaforma di clienti per andare a realizzare una nuova macchina. Un cazzo. La Giulietta: morta. Per tanti anni c'è stata, poi hanno fatto la Tonale al posto suo. Ne vendevano un pacco. Morta. La Mito? Morta. La Punto? Sparita. Quante macchine sono scomparse? Sono riusciti a far sparire anche la 500 termica, cazzo. Per cosa? Per fare il bidonazzo elettrico e poi dire: “Ah, no cazzo, ci siamo sbagliati, dobbiamo rimettere in linea la termica”. Adesso rimetteranno forse in linea anche l’Abarth. Speriamo. Cazzo, con un motore decente c’hanno quel 1.3 lì che va da Dio. Metti il T4, non è che ci vuole una scienza: basta e avanza per fare un’Abarth a 180 cavalli, cazzo, anche se un po’ più pesantina.»

Poi, la vera follia: togliere dalla produzione una delle Jeep più vendute e apprezzate di sempre. Masterpilot fa notare anche un particolare non indifferente: la cinghia a bagno d'olio. «Anche per la Renegade, che è stato un grandissimo capolavoro di Marchionne, prodotta a Melfi su piattaforma Small Wide, quindi la stessa piattaforma che veniva utilizzata anche dalla vecchia Compass, questa macchina sparisce dai radar. Un enorme successo, e sparisce dai radar. Tra l'altro le due macchine, la Renegade e la Avenger, che sono due macchine in segmento B, entrambe di categoria simile ma diverse, sono riuscite a convivere per un bel po' di tempo. Questo perché erano riusciti, diciamo, a differenziarle abbastanza bene. Sulla Renegade trovavi dei motori un po' più sostanziosi rispetto al puro tecchizio, mentre sull’Avenger trovavi il puro tecchizio, tra l'altro manuale con cinghia a bagno d'olio. Per un casino di tempo è stata venduta così. Non so se le abbiano tutte passate a catena, ma tantissime Avenger sono in giro sono a bagno d'olio. Sottolineiamolo questo fatto.» Bagno d'olio che, sottolineiamo e sottoscriviamo, è stato una delle più grosse cretinate ingegneristiche degli ultimi anni, con cinghie da cambiare in brevissimo tempo finite anche nei motori ibridi. «E anche nell'esatto momento in cui hanno introdotto l’ibrida, cazzo, non è che hanno detto: “Dai, mettiamo la catena anche sulla normale manuale”. No cazzo, sulla manuale hanno continuato ad andare avanti con la cinghia in bagno d'olio. Adesso non so se l'abbiano cambiato, ma il giorno in cui ci hanno presentato l’ibrida ci siamo chiesti, abbiamo chiesto ai capi della Stellantis: “Ma scusa, per quale motivo uno lo fai a catena e l'altro lo fai a bagno d'olio? Falli tutti e due a catena”. Niente, boh. Non lo so, evidentemente dovevano finire gli stock. Adesso cosa succede? Evidentemente hanno razionalizzato la gamma e quindi ti ritrovi con l’Avenger nel basso di gamma, la Compass nel medio di gamma e poi tutta la roba pseudoamericana nell’alto di gamma.»

Scelte di mercato del tutto discutibili, soprattutto se messe a paragone con altre case automobilistiche che hanno preferito, giustamente, puntare sulla continuità. «La Renegade, che è stato un enorme successo, è venuta fuori con tutte le motorizzazioni possibili immaginabili. Ha avuto la trazione integrale, ha avuto il 1.4, tutti i motori possibili di Stellantis quella macchina ce li ha avuti. Non dargli continuità è roba tipica da azienda italiana. Le aziende italiane non riescono ad avere la logica di una Volkswagen che porta avanti gli stessi modelli da una vita. O la logica Porsche, con la 911. Fanno cose che non hanno continuità, quindi non riesci a giocarti bene tutta la parte precedente in termini di acquisizione del cliente: ogni volta riparti da zero. Io sta roba qua onestamente non la capisco. Ma funziona allo stesso modo anche in Aprilia, per intenderci. Fanno la Shiver poi boh, dimenticata. La Dorsoduro, venduta un botto… sparita. Tutto così. Gli scooter uguale. In Ducati, per fortuna, sono riusciti in qualche modo - evidentemente perché sono finiti sotto Audi - a dare quantomeno una continuità al prodotto. La Panigale è passata da bicilindrica a V4. Tra l'altro questa è già la terza generazione di V4, se non sbaglio. Hanno fatto la bicilindrica, poi la V4, e adesso hanno rifatto la V4. Quindi sì, tre generazioni più i restyling. Però la moto continua a chiamarsi Panigale. Una volta avrebbero cambiato nome ogni volta, ma almeno la filosofia di prodotto è rimasta la stessa, cioè dall’851 in avanti. Per carità, poi gli han cambiato il motore, hanno tolto il traliccio… pensa ai ducatisti che si erano tatuati il Desmo. Per fortuna quello c'è ancora. Cazzo, se glielo levano devono cancellare il tatuaggio! Anche perché già sulle moto da corsa hanno messo la molla. Comunque, dall’851 in avanti c’è stata una continuità logica, capisci? L’851, l’888, il 916, poi 955, poi 996, 998, 999, 1098, 1198, poi il 1199 Panigale, il 1299 Panigale e tutti i V4. C’è una continuità logica nel prodotto che segue anche l'evoluzione della MotoGP e della Superbike.»
La soluzione? Forse era impossibile? «Si poteva differenziare. Anche perché io ero rimasto al fatto che la Renegade sarebbe stata sostituita. E quello che non mi spiego è proprio questo, capisci? Evidentemente ci hanno provato, ma con le piattaforme che avevano veniva fuori troppo uguale all’Avenger o non sufficientemente tecnica per proporla a marchio Jeep. Probabilmente sarà questo. Però mi spiace sinceramente. Mi ricordo il giorno in cui Marchionne ha presentato la Renegade. Mi spiace per una tipologia di prodotto che sicuramente è stata molto interessante sotto un milione di punti di vista e che ha tenuto a galla Fca in un periodo molto difficile. Fca dovrebbe essere molto grata alla Renegade. Non so se mi spiego. Adesso sicuramente sono molto grati all’Avenger. Si baciano le manine, cazzo, quando la vedono. “Che bella che sei!” Le danno i baci, la limonano, cazzo, quando esce dalla linea di produzione, perché in effetti è un grande successo. Però onestamente non riuscire mai a dare continuità a un prodotto, a un nome, a una storia, a me sembra una follia.»
