La tragedia a Gorgo al Monticano, in cui hanno perso la vita Eralda Spahillar e Barbara Brotto, è ormai sempre più chiara. La Polo e la Bmw si sarebbero toccate durante una gara di velocità. La Procura fin da subito ha considerato l’idea di accusare il guidatore della Bmw 420 (il ragazzo di Eralda) di omicidio stradale, per la guida considerata pericolosa anche dalla sua ragazza, che in più occasioni si era lamentata su TikTok. L’ipotesi della gara clandestinaè ormai la più plausibile. Si parla di un testa a testa a 140 km/h, conclusosi probabilmente con un sorpasso che ha portato allo schianto della Bmw contro un platano. Quel rettilineo tra Godega e Sant’Urbano sarebbe dunque risultato fatale per le due ragazze.
Alla guida della Polo ci sarebbe stato Gezim Qerosi, un ragazzo di 18 anni e di origine albanese ora indagato per omicidio stradale. La procura di Treviso ha così avviato un’indagine e da quel giorno Qerosi non si è più fatto vedere. Rimasto in casa ad Annone Veneto per giorni, ha però lasciato una breve e laconica dichiarazione: “Ho visto il mio nome sui giornali, sono state scritte cose non vere, come il fatto che stavamo facendo una gara di velocità. Ma il mio avvocato ha detto che non posso rilasciare dichiarazioni. E in questo momento neppure me la sentirei”. Una versione che, tuttavia, non sembra coincidere con quella emersa attraverso il racconto dei suoi amici. “L’abbiamo incontrato il giorno dopo l’incidente e ci ha spiegato com’è andata» e inizia il racconto: «Io ero davanti, con la mia macchina lungo lo stradone, e Mikele dietro. Poi lui ha tentato di superarmi sulla sinistra. Andava veloce. La sua auto ha toccato la fiancata della mia e subito dopo ha perso il controllo”.
Ad aggiungersi però all’accusa di omicidio stradale potrebbe anche esserci quella di omissione di soccorso. È sempre Qerosi a raccontare agli amici: “In macchina ci siamo messi tutti a urlare e uno degli altri ragazzi che erano con me ha telefonato al 118, mentre tornavamo indietro. Siamo scesi e c’era l’auto di Mikele distrutta…”. L’amico che riporta di queste parole racconta anche di non aver saputo altro: “Era molto scosso, è tornato a casa e da quel momento non lo abbiamo più visto. In macchina ci siamo messi tutti a urlare - prosegue il racconto - e uno degli altri ragazzi che erano con me ha telefonato al 118, mentre tornavamo indietro. Siamo scesi e c’era l’auto di Mikele distrutta...”. Tuttavia, sempre il coetaneo è pronto a escludere la guida in stato di ebrezza: “Escludo fossero ubriachi - assicura il coetaneo che ha raccolto le confidenze di Gezim - nè lui né gli altri bevono alcolici. Forse quando hanno capito che non c’era più nulla da fare sono stati presi dal panico”.