"In linea con la propria policy aziendale Ferrari non accoglierà nessuna richiesta di riscatto in quanto acconsentire a simili richieste finanzierebbe attivita' criminali e permetterebbe agli autori delle minacce di perpetuare i loro attacchi. Nella convinzione che la migliore linea d'azione sia quella di informare la nostra clientela, abbiamo notificato ai nostri clienti la potenziale esposizione dei loro dati e la natura dell'evento" si legge nella nota della società. Questa la reazione del Cavallino alla richiesta di riscatto relativa ad alcuni dati di contatto dei propri clienti a seguito di un attacco informatico.
Lo ha fatto sapere la stessa Ferrari, che sempre nella nota ha spiegato che "dopo aver ricevuto tale richiesta, abbiamo immediatamente avviato un'indagine in collaborazione con una società di cybersicurezza leader a livello mondiale. Inoltre, abbiamo informato le autorità competenti e siamo certi che faranno tutto quanto in loro potere nello svolgimento delle indagini". Anche perché, si precisa, "Ferrari tratta molto seriamente il tema della confidenzialità dei propri clienti e comprende l'importanza di quanto accaduto abbiamo collaborato con esperti per rafforzare ulteriormente i nostri sistemi, della cui solidità siamo fiduciosi. Possiamo inoltre confermare che la violazione non ha avuto alcun impatto sull'operatività della nostra azienda". Un attacco informatico arrivato a sei mesi da quello ransomware del gruppo RansomExx, che portò alla luce 7 gigabyte di documenti interni. Nonostante i rischi che sta correndo, comunque, l’azienda ha ammesso di essersi già affidata a esperti del settore per riuscire a mettere in sicurezza i dati.