Chi ha figli, nipoti o una vasta cultura automobilistica conosce già Micro-Mobility, che oltre a lavorare per una mobilità sostenibile vende nel mondo qualcosa come tre milioni e mezzo di monopattini all’anno. Forte di questo successo, per alzare la sfida Micro ha lavorato con una visione: portare una nuova idea di automobile nelle città. Così è nato Microlino e così, quest’anno, è arrivata la versione 2.0, una sorta di arma definitiva per chi vuole una soluzione diversa: stile ricercatissimo, zero emissioni e una facilità di manovra che per un auto è semplicemente inarrivabile. Abbiamo guidato questa piccola astronave tra le strade di Torino, dalla stazione di Porta Nuova alla fabbrica in cui viene prodotta.
Il concetto che sta dietro a questo mezzo è semplice ma inattaccabile: la maggior parte delle automobili vengono usate da una, massimo due persone, per percorrenze medie giornaliere di circa trentacinque chilometri e ad una velocità di 30 Km/h. Ergo, i grossi SUV che popolano le città sono in buona parte sovradimensionati: il fatto che un mezzo da due tonnellate venga usato per portare una persona che ferma la bilancia a 60 Kg è quasi imbarazzante. Ecco che quella di Microlino, quindi è una risposta concreta a cui si aggiunge un ingrediente fondamentale, lo stile.
Welcome to the bubble car
L’idea di bubble car nasce con BMW Isetta, un sogno italiano presentato a metà di quegli anni Cinquanta in cui le idee cambiavano il mondo ogni giorno. Era leggera, tondeggiante e con apertura frontale, tutte caratteristiche riprese da Microlino che, però, aggiunge un elemento fondamentale alla narrazione: il motore elettrico. Nello specifico trattasi di un propulsore decisamente compatto sull’asse posteriore con 12,5 kW di potenza e una coppia massima di 89 Nm, il quale permette a Microlino di raggiungere una velocità massima di 90 Km/h. Tutto con la patente A1, quella per le moto 125cc, o la normale patente dell’auto. Andiamo però con ordine. Microlino è stato disegnato dai torinesi di Icona e non serve un esperto ad accorgersi che si tratta di qualcosa di nuovo. Innanzitutto, le foto non gli rendono giustizia: quando ne vediamo una dozzina ad aspettarci con la porta anteriore sollevata il colpo d’occhio è notevole. L’asse anteriore è poco più largo (1473 mm) di quello posteriore, la pulizia delle linee è totale e ovunque si posi lo sguardo si ha la sensazione che quel dato particolare sia stato studiato con enorme attenzione. Pensiamo ai fari che inglobano gli specchietti, ad altezza montante A: per ridurre al minimo il peso, le frecce a led sono posizionate sul frontale e quindi gli “occhi” del Microlino segnalano meglio l’ingombro laterale. C’è poi il tettuccio apribile, un bagagliaio da 230 litri (non male, per la verità) e una striscia a led al posteriore che ricorda un’auto da corsa. Per questa giornata abbiamo a disposizione Microlino in allestimento Dolce, un tributo alla dolce vita romana che si traduce in cinque tinte pastello (Santorini White, Amsterdam Orange, Zurich Blue, Milano Red e Paris Mint), cerchi bianchi e interni dedicati. Per chi cerca qualcosa di più affilato c’è l'allestimento Competizione, che offre invece verniciature opache in tre colorazioni: grigio, verde scuro e antracite. Anche in questo caso, cambiano i colori di cerchi e interni.
Microlino Loves Torino
Entrare a bordo è piuttosto semplice, il sedile - che è più una panchina a due posti - può essere aggiustato sulle necessità di chi guida e l’impressione è quella di avere davanti un prodotto spartano ma ben fatto. C’è, per esempio, una generosa cassa bluetooth che assolve il compito dell’autoradio: perché? Microlino pesa appena 435 Kg (batterie escluse) per questioni sia di omologazione che di risparmio energetico. Per lo stesso motivo manca il condizionatore (arriverà nel 2024), anche se l’aria calda la si può inserire e il tettuccio apribile riesce a creare dei gran flussi d’aria se tenuto socchiuso. A parte questo, la bella strumentazione a colori presenta tutte le informazioni del caso, che possono essere gestite con una altro piccolo pannello al centro della vettura: per il dashboard sono addirittura presenti due diversi layout.
Lo sportello (o portiera, come preferite) ha una chiusura morbida, basta accompagnarlo, mentre per accendere Microlino è sufficiente girare la chiave: no benzina, no rumore. A questo punto sarà sufficiente cambiare posizione ad una rotella sulla sinistra per impostare il cambio automatico in Drive e partire. Sensazioni del primo metro: lo sterzo è fenomenale. Non solo ha un design sportivo, è anche estremamente preciso e comunicativo per via del fatto che non c'è servosterzo, ma Microlino è abbastanza leggero da non rendere mai faticose le manovre. Sensazioni del decimo metro: le sospensioni lavorano benissimo. Il freno, invece, va premuto con decisione, ma tenete presente che avendo una frenata rigenerativa (che ricarica la batteria in fase di decelarazione) conviene prodursi in frenate lunghe ma leggere in modo da massimizzare la resa energetica. In pochi minuti ci rendiamo conto che Microlino non è soltanto svelto nel traffico e facilissimo da guidare - quasi un go kart - è anche fonte di una certa gioia infantile, inaspettata e preziosa come l’odore del mare quando la senti dopo tanto tempo. Il generoso parabrezza lascia intravedere tutta la città, il tettuccio apribile richiama l’estate, dalle casse suona un electro swing che alleggerisce il cuore. Ecco, Microlino ci fa desiderare di non avere accanto un collega ma una compagna con cui raggiungere un bell’agriturismo sui colli per goderci la giornata. Anche perché dei rifornimenti non c’è da preoccuparsi troppo: i tre tagli di batteria (6 kWh, 10,5 kWh e 14 Kwh) offrono rispettivamente un’autonomia di 91, 177 e 230 chilometri, mentre la ricarica si effettua in circa tre ore con una normalissima presa Shuko. Le colonnine sono per le automobili e Microlino non ne ha bisogno. Dopo qualche chilometro passato ad assaporare queste sensazioni premiamo il pulsante con un razzo disegvato al centro per passare alla modalità Sport: la differenza si sente eccome, ed anche se la coppia non provoca alcuno slittamento del posteriore la sensazione di restare attaccati al sedile c’è, così come c’è un baricentro estremamente basso a mantenere Microlino su quattro ruote anche quando cerchiamo di metterlo in crisi. Se Microlino ha stupito noi che guidavamo, ha fatto di più con chi ci vedeva passare: telefoni alzati, sorrisi, saluti, qualche domanda. Esattamente quello che sarebbe successo se avessimo girato per la città con un panda al guinzaglio, ma senza risentimento da parte degli animalisti.
Torino è la città dell'auto: la fabbrica è qui
Arrivati allo stabilimento di CECOMP, che produce Microlino, ci rendiamo conto di quanto si lavori per la sicurezza e la qualità: abbiamo visto la linea coi nostri occhi, capito l’attenzione al dettaglio in ogni fase dell’assemblaggio - da piccole levigature ai test veri e propri, tra cui quello dell’autolavaggio - per capire che Micro-Mobility non vuole lasciare nulla al caso: vuole, sicuramente, trasmettere qualità. Per questo la struttura della carrozzeria è integrale e realizzata in lega d’acciaio e alluminio, in modo da massimizzare durezza e leggerezza. E, sempre per questo, gli interventi di manutenzione sono fissati annualmente, oppure ogni diecimila chilometri percorsi. Se il mondo della micromobilità si sta aprendo, le microcar elettriche faranno sempre più parte delle nostre vite, dunque meno consumi di carburante, comunque la si voglia vedere, e meno consumo del suolo, perché dove parcheggi una vettura di segmento C riesci a farci stare due Microlino, che misura una lunghezza complessiva di 2,5 metri esattamente come la prima Smart. Alla conferenza stampa di lancio, assieme ai signori del Gruppo Koelliker che avranno in gestione vendita e promozione di Microlino in Italia, c’era anche una famiglia di quattro persone. Janine e Wim con i loro due figli, Merlin e Oliver. Parlano poco e sorridono tanto, sono molto gentili con tutti. Sono, scopriamo, i proprietari della Micro-Mobility.
Quanto costa un Microlino e come acquistarlo
Microlino ha un prezzo di 21.090 euro (a cui sottrarne fino a 4.000 in caso di rottamazione) con batteria da 6 kWh, mentre per aumentare la capacità serve aggiungere altri 1.500 euro, dunque la 10,5 kWh costa 22.590 euro e la 14 kWh 24.090 euro. Questo sia per l'allestimento Dolce che per il Competizione. D’altronde ad essere venduto è un oggetto realizzato in Italia, con componenti per due terzi italiani e al novanta percento europei, perché Microlino è soprattutto un oggetto di design con cui puoi aggirare buona parte delle ZTL.
A pensare alla distribuzione come detto c’è il Gruppo Koelliker, che apre le ordinazioni a giugno (già 30.000 i preordini ricevuti) e prevede le prime consegne tra fine luglio ed inizio settembre. Per i primi 50 clienti è stata pensata un’edizione con finiture ad personam, mentre da subito sarà possibile acquistare Microlino con un finanziamento. La sensazione e che nel giro di un anno, tra i centri delle grandi città e le belle località di mare, ne vedremo un numero esagerato. Il che tutto sommato non ci dispiacerebbe affatto.