Sono passati appena due giorni da quando l’Alfa Romeo Milano, il nuovo B-Suv della casa italiana, è stata presentata in grande stile proprio nel capoluogo lombardo, con la presenza speciale di Carlos Tavares (amministratore delegato di Stellantis) e del sindaco di Milano Beppe Sala. In queste quarantotto ore l’auto, però, stata letteralmente travolta dalle critiche degli automobilisti italiani, o perlomeno da una buona fetta di questi. Ma ci troviamo di fronte a un flop annunciato? Nessuno sembra voler prendere le parti della nuova creazione del Biscione, soprattutto dopo che questo ha innescato un altro polverone tra Tavares e il governo a causa della sua denominazione; ma a difendere l’auto ci pensa Masterpilot Emiliano Perruca Orfei. Il pilota e giornalista di Automoto.it, infatti, ha deciso di far luce sulla questione con un lungo video YouTube. Molti degli appunti mossi in queste ore riguardano il design della vettura e soprattutto La poca “italianità” del progetto; a questo proposito Perruca Orfei afferma che “la macchina di per sé è una bella macchina”, ma allo stesso tempo ammette che non si tratta di un’auto per gli alfisti tradizionalisti. Nel segmento in cui si posiziona la Milano, infatti, “ci sono quelli che fino a ieri hanno comprato la Mini. Ci sono quelli che fino a ieri hanno comprato la (Nissan) Juke. Ci sono quelli che fino a ieri - continua Masterpilot - hanno comprato oggetti decisamente modaioli”, ma di sicuro non c’è l’appassionato tipo di Alfa Romeo; o almeno chi si professa tale. Infatti, cari alfisti con la Mito o la T-Roc, ascoltate cosa ha da dirvi Emiliano…
Ciò che differenzia questo B-Suv dai precedenti modelli del marchio del Biscione è che ci troviamo di fronte alla prima Alfa Romeo realizzata da Stellantis, dunque, sottolinea Perruca Orfei, la Milano “non è quell’Alfa là. Sicuramente non è quell’Alfa là, ma quelli dell’Alfa Romeo - assicura - lo sanno. […] Quell’Alfa là è la Giulia, quell’Alfa là può essere la Stelvio, quell’Alfa là forse la rivedremo tra un po’”. Si tratta, dunque, di una rivoluzione totale per la proposta del brand di Arese, ma chi è che in questi due giorni ha bocciato l’operazione? “C’è il vero alfista che non commenta - dice Masterpilot -, l’alfista de noantri che deve sempre dire qualcosa, però poi va in giro in Q2 o in T-Roc, e poi - continua il giornalista - abbiamo tutta una serie di inventati, così, che commentano a caso sparando puttanate tipo ‘la Mito era meglio’”. Insomma, è vero che la Milano non è un’Alfa come molti si aspettavano, ma è pur vero che arriva di un’idea completamente differente dai vecchi modelli, e cioè da una collaborazione nata sotto il tetto di Stellantis che punta a usare poche piattaforme per più modelli. Ma Perruca Orfei garantisce che non si tratta nemmeno di una modalità usata solamente da Tavares, visto che, come afferma nel suo video YouTube, “la Mito era una Punto, che a sua volta è una Opel Corsa”. Insomma, continua l’esperto, “la logica attraverso la quale si è arrivati poi a una definizione di una macchina come l’Alfa Romeo Milano è esattamente la stessa con la quale si facevano precedentemente le altre macchine”. Dunque, sottolinea, questo nuovo B-Suv “ha senso che esista”, anzi, garantisce ancora Emiliano, di Milano “ne venderanno anche tante” visto che, come si legge nella descrizione del video, “questa Alfa Romeo, esattamente come la Mito, non è un’auto per veri alfisti ma è un oggetto ‘premium’ che andrà a strizzare l’occhio alla clientela della Juke, della Q2, della Mini e di tutti gli altri oggetti alla moda che anche Stellantis vuole andare ad incrociare con i suoi prodotti. Fine”.