L’utopia di una mobilità green ha mostrato più volte i suoi evidentissimi limiti. Insomma, sembrerebbe proprio che le auto elettriche, perlomeno nello stato in cui sono state pensate fino a questo momento, non abbiano delle reali possibilità di risolvere da sole la questione dell’inquinamento e dello smog. Anche perché i motori a emissioni zero (teoricamente) che muovono queste chiacchieratissime vetture in realtà non sono poi così tanto ecologici. I dubbi riguardo le reali emissioni delle Ev (electric vehicle) erano già apparsi su MOW; ma adesso ci sarebbe un dettaglio ancora più inquietante, se si vuole, sull’argomento, e riguarda la Cina. A riportarlo è Tobia De Stefano su La Verità, in un articolo in cui riporta come, secondo uno studio condotto da Transport&Environment, “le batterie per le vetture elettriche prodotte nei Paesi membri dell’Unione potrebbero essere del 60% meno inquinanti rispetto a quelle assemblate in Cina”. Un buon incentivo occasione finanziare e aumentare la produzione anche in vista del famigerato (e dubbioso più che mai) 2035, no? Beh, a quanto pare no; tant’è che, scrive ancora De Stefano, “peccato che nel Vecchio continente (di batterie, ndr) se ne facciano davvero poche e che i progetti di implentazione da qui al 2030 siano fortemente a rischio”. A tremare sono “più della metà dei progetti annunciati per la produzione di batterie agli ioni di litio”, non una bella situazione per chi ha intenzione di elettrificare del tutto il proprio parco auto. Ma a rischiare non sarebbe soltanto il settore produttivo europeo, ma sono anche le tasche degli italiani…
Il giornalista de La Verità, infatti, parla di due croci: la prima riguarda la questione delle batterie; la seconda, invece, “rischia di diventare un fardello ancora più pesante da portare. Perché toccherà direttamente le nostre tasche”. Il dubbio era stato già insinuato qualche giorno fa da Roberto Parodi in un suo video Instagram, in cui ha pronosticato che “se in Italia i veicoli elettrici dovessero aumentare […] le famose accise su benzina e gasolio sarebbero magicamente traslate sulle colonnine, con effetti devastanti […] come già sta capitando in Olanda e in Norvegia”. Ebbene, adesso questo scenario annunciato dal Parods sembra stia per diventare realtà. Sul giornale diretto da Maurizio Belpietro, infatti, De Stefano rivela che “il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha evidenziato che c’è un lavoro in atto per capire in che modo sarà possibile sostituire il gettito che oggi arriva nelle casse dello Stato dal consumo di carburante per le auto diesel e benzina”. Si parla, secondo i numeri citati nell’articolo, di un carico fiscale che nel 2022 “è stato superiore ai 70 miliardi di euro e più di 30 sono arrivati dai carburanti”. Inoltre, continua l’analisi di De Stefano, “tra Iva e accise lo Stato guadagna dai carburanti circa il 60% di quello che gli automobilisti pagano alla pompa quando fanno rifornimento”, e si tratta di una somma a cui l’Italia non sembra essere disposta a rinunciare; e non c’è auto elettrica o sogno green che possa tenere: “Pensare che il tesoretto da recuperare, e quindi le nuove tasse in arrivo - conclude il giornalista -, possa essere inferiore ai 30 miliardi di euro, vuol dire peccare di eccesso di ottimismo”.