Siamo veramente sicuri che le auto elettriche permettono di risparmiare? Beh, è abbastanza assodato che per l’acquisto di una vettura full-electric si spende molto di più rispetto a una dello stesso segmento ma con motore termico (benzina, diesel o Gpl che sia). Il grande dubbio, però, riguarda il confronto tra ricarica e classico pieno. Uno dei punti forti della mobilità green, perlomeno all’inizio, riguardava sicuramente il bassissimo costo del rifornimento di energia, sia da una presa casalinga privata sia alle classiche colonnine, che comunque stentano ancora a svilupparsi in buona parte dell’Europa; basti pensare che il 61% di queste se lo dividono solamente Francia, Germania e Olanda. Inoltre, una recente inchiesta de La Verità ha fatto luce sui prezzi reali di queste strutture, che sembrano destinati a crescere sempre più. Lo rivela anche Roberto Parodi, giornalista e conduttore televisivo, in un video Instagram. Il Parods, questo il suo nome sui social, è conosciuto per essere uno dei maggiori critici del nuovo automobilismo ecologico, e in questa occasione ha paragonato le spese di un’auto elettrica rispetto al suo mitico Naftone. Quindi, ha preso in esame il viaggio di Typo-ita (utente Instagram) dalla Liguria in Croazia a bordo di una Polestar, dunque “una macchina a pile - sottolinea Parodi -. Ha sempre ricaricato alle colonnine fast, con qualche ricarica lenta. Ha fatto continua - il Parods - 1.270 chilometri, andando a 120 all’ora pagando un totale di 187 euro”. Poco? Tanto? Ecco la spiegazione, ed ecco perché per alcuni servirà la vaselina…
“Facciamo il paragone con il Naftone” dice Roberto; si tratta della sua Range Rover classica degli anni ’80, un vero e proprio mito a quattro ruote sui social. Comunque sia, “allora - comincia l’analisi di Parodi -, 1.270 chilometri, facendo dodici con un litro sono 105 litri di nafta, a un euro e ottanta fanno 190 euro”, solo tre euro in più rispetto al modello elettrificato. “La macchina a pile - continua il giornalista - ha speso come il Naftone, auto di quarant’anni e mezzo, quattro per quattro sempre in presa e coefficiente aerodinamico di un blocco di cemento che potete comprare tranquillamente al Brico”. Inoltre, sottolinea sempre Parodi, “senza considerare il tempo perso alle colonnine, lì a fare il sudoku, lavorando all’uncinetto, e altri passatempi ecosostenibili tipo mangiare grilli fritti”. Ed ecco che arriva l’ennesima stoccata, “non vorrei infierire, ma se avessi usato una macchina a diesel di oggi - afferma Roberto -, che fa tranquillamente diciotto con un litro, avrebbe speso (Typo-ita, ndr) ancora meno, 127 euro. Quindi sessanta euro in meno”. E a proposito dell’inflazioni dei costi delle ricariche, il Parods ha brutte notizie: “Le cose in futuro andranno molto peggio. E sì perché, se in Italia i veicoli elettrici dovessero aumentare tanto quanto vogliono Beppe Sala e gli amici di Strasburgo, a parte - sottolinea - che in Italia non produrremmo energia sufficiente per uno switch energetico di questa portata, ma le famose accise su benzina e gasolio - afferma - sarebbero magicamente traslate sulle colonnine, con effetti devastanti […] come già sta capitando in Olanda e in Norvegia”. Così, conclude la sua analisi Parodi, “sulle vostre Tesla oltre al sudoku, l’immaginetta di Elon Musk e Xi Jinping che vi ringraziano, quella dei poveri africani che si calano nelle miniere di cobalto, portatevi dietro anche un bel flaconcino di vaselina. Sì, ma non per la presa della colonnina, eh. No, quella entra bene…”.