Il movimento green dell’automotive sbatte contro l’ennesimo problema. Insomma, sembra proprio non esserci pace per le auto elettriche, che mai hanno fatto breccia nel cuore degli automobilisti, e quelli italiani si sono rivelati i più difficili da ammaliare, e soprattutto non hanno mai sfondato né sul mercato, e i numeri evidenziano questo fatto, né tantomeno nell’immaginario collettivo, che è stato sempre più attratto dalle incongruenze della nuova mobilità ecologica. Mobilità, scrive Sergio Barlocchetti su La Verità, che sembra essere stata creata a tavolino dai dirigenti europei; e questa, secondo il giornalista, è “cosa nota”. L’autombilismo a zero emissioni, quindi, ha avuto sempre a che fare con una mole immensa di problemi; ma dalla sua parte proponeva alcuni aspetti positivi. Tra questi ultimi, era presente sicuramente il dato riguardo il costo delle ricariche delle vetture, più basso rispetto al rifornimento classico di benzina e gasolio, eppure… Ecco la “nuova fregatura”, come la descrive Barlocchetti: “Soltanto ora, alla luce della situazione geopolitica attuale, si avvertono i sintomi di un sistema ancora immaturo […] ma soprattutto inadeguato nell’infrastruttura di ricarica. Non tanto per il numero delle colonnine, ma per l’effettivo funzionamento delle stesse e per una giungla di tariffe in constante oscillazione e aumento”. Sì, i costi aumentano; e nemmeno di poco…
La Verità riporta, così, “la notizia che l’azienda di ricariche del gruppo Eni, ovvero Be charge, ha inviato a tutti i clienti una mail nella quale comunica la cancellazione degli abbonamenti, ovvero - spiega Barlocchetti - di quei piani tariffari che permettevano risparmi per gli automobilisti con vetture elettrificate che percorrono un numero elevato di chilometri”. Insomma, per i possessori di vetture con propulsori “eco” non è più tempo di risparmiare; non che lo sia mai stato visto il prezzo d’acquisto esagerato che normalmente hanno questi modelli sul mercato. Comunque sia, si legge ancora sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, “un colpo di software per aggiornare sistemi e colonnine ed ecco che ora si pagherà da 0,65 euro/kWh (per ricarica da rete a corrente alternata fino a 22kW, prima era 0,60, +8,34%), fino a 0,85 per le ricariche rapide da 99 kW, 0,90 euro/kWh per quelle fino a 149 kW e 0,95 per le ultrarapide oltre i 150 kWh”. Per farla breve: “Tradotto in soldi - secondo i calcoli di Barlocchetti - prendendo un consumo medio di 12 kWh, la distanza di 100 chilometri si percorre pagando da 7,8 a 11,4 euro. Considerando che al self service un litro di gasolio oggi si trova a poco meno di 1,8 euro al litro e che una berlina media di Euro6 a 110 chilometri l’ora percorre la stessa distanza con circa 5 litri, la cifra pagata è meno di 10 euro”. Ma questo andamento ad aumentare il tariffario è comune in tutte le società, eccezion fatta per alcune estere “come Tesla, che ha ridotto del 7% il prezzo dell’energia e del 2% quello degli abbonamenti, e Ionity, che - riporta il giornalista - non ha variato il prezzo al consumo e ha addirittura ridotto il costo dell’abbonamento Passport da 11,9 a 5,99 euro al mese”. Insomma, le auto elettriche non sono cosa per l’italiani a quanto pare, né tantomeno per gli automobilisti europei; una tesi sostenuta anche dal numero delle vendite che, rivela Barlocchetti, sul mercato europeo hanno fatto segnare un -2,8%, mentre, secondo Unrae (Unione nazionale rappresentati autoveicoli esteri), “le auto elettriche passano dal 4,8% al 3,3%”. Un futuro già appassito? “Ora per Bruxelles - si legge su La Verità - cambiare rotta sarà costoso e complesso, ma necessario”.