Il 2023 è stato un anno chiave per Byd, il produttore di automobili cinese il cui nome sta per “Build Your Dreams”, traducibile in inglese come “costruisci i tuoi sogni”. Il colosso di Shenzhen, fondato nel 1995 dal miliardario Wang Chuanfu e passato dallo sfornare batterie per cellulari al diventare il primo venditore di veicoli elettrici (ev) al mondo, ha infatti superato per la prima volta Tesla, da anni il leader indiscusso del settore, coronando così una straordinaria ascesa. La creatura di Elon Musk ha chiuso il quarto trimestre del 2023 consegnando 1,808 milioni di vetture, totalizzando un +38% rispetto al 2022. Tuttavia, a strapparle la corona di prima società venditrice di auto full-electric è stata proprio la Byd. Nell’ultimo trimestre del 2023, infatti, l’azienda cinese ha venduto 526,409 unità a fronte delle 484,507 di Tesla, centrando il primo, storico, sorpasso nei confronti dell’azienda statunitense. Un sorpasso parziale perché Tesla è comunque stata leader dell’anno solare 2023 (1,8 milioni di vetture vendute contro le 1,5 milioni di Byd), ma che certifica le enormi potenzialità, nonché ambizioni, del brand made in China. Byd, tra gli altri record, può vantare oltre 9 auto su 10 tra quelle vendute oltre la Muraglia e la conferma per il secondo anno consecutivo di maggior costruttore globale di veicoli a nuova energia (Nev), con 3,02 milioni di unità vendute contando anche le ibride plug-in.
Le ambizioni di Byd
Tranquilli: se non avete ancora sentito parlare del nuovo re dei veicoli elettrici non dovete preoccuparvi più di tanto, visto che il colosso con sede a Shenzhen si definisce “il più grande marchio automobilistico di cui non hai mai sentito parlare”. Dovreste però aggiornarvi in fretta. Già, perché Byd è presente in oltre 70 Paesi in 6 continenti – Italia compresa – e, sempre nel 2023, ha incrementato le vendite annuali del 61,9%, entrando per la prima volta nella top 10 dei principali costruttori globali di auto. Certo, il futuro è ancora tutto da scrivere, ma Tesla inizia seriamente a preoccuparsi. L’azienda cinese produce ed esporta ev di vario tipo, dalle auto ai taxi, dai furgoni agli autobus, e, a differenza di Tesla, realizza anche ibridi plug-in. Rispetto all’azienda statunitense, inoltre, Byd è nota per offrire auto a prezzi più convenienti, e questo l’ha aiutata a raggiungere un gruppo più ampio di consumatori. Per la cronaca, il suo modello entry-level viene venduto in Cina per poco più di 10 mila dollari, mentre la Tesla Model 3 più economica costa più di 32 mila dollari. Quelli di Israele e Thailandia sono attualmente i principali mercati esteri di BYD, dove la società asiatica è al primo posto nelle vendite di veicoli elettrici. Le sue autovetture più vendute coincidono con i modelli Qin e Song. La prima è una berlina compatta disponibile come ibrida plug-in o completamente elettrica, mentre Song è un Suv crossover compatto. No, per chi se lo stesse chiedendo le autovetture Byd non sono ancora disponibili negli Usa, ma i suoi autobus elettrici vengono venduti nel Paese.
La sfida a Tesla (e non solo)
Byd ha lanciato il suo primo modello ibrido plug-in alla fine del 2008. Da quel momento in poi l’azienda ha spiccato il volo sfruttando al meglio l’enorme sostegno del governo cinese al settore dei veicoli elettrici. Dal 2015, invece, domina l’industria cinese degli ev, avendo superato sia i rivali nazionali che esteri. Ma come ha fatto una quasi anonima società cinese a dominare la scena spolpando gradualmente la concorrenza, Tesla compresa? Per rispondere alla domanda può essere utile dare un’occhiata al listino prezzi di Byd e Tesla. Come ha sottolineato la Cnn, negli Stati Uniti i quattro modelli di Tesla – Model 3, Model Y, Model S e Model X – hanno prezzi che vanno da 40 mila a 120 mila dollari. In Cina, il modello Tesla più economico, il Model 3, come detto ha un prezzo di partenza di 32.375 dollari. La vettura ha un'autonomia di 272 miglia con una carica completa e una velocità massima di 140 miglia all'ora. Il brand cinese, sempre in Cina, offre invece Byd Seagull il cui prezzo di partenza è di 10.392 dollari. Il modello in questione ha una velocità massima di 81 miglia all'ora ed è disponibile con due batterie. La più piccola ha un'autonomia di 190 miglia, mentre la più grande di 251 miglia. Byd, dunque, è in grado di offrire una vasta gamma di veicoli elettrici a prezzi convenienti, massimizzando le vendite e le entrate, espandendo al contempo la propria presenza in nuovi mercati. Dal 2020 l’azienda produce da sola le “batterie Blade” al litio ferro fosfato (Lfp) da utilizzare nelle proprie auto e da vendere ad altri produttori di automobili, come Toyota. La sfida lanciata da Byd è quindi globale.
La regia della Cina
Il successo di Byd non avrebbe potuto trovare concretezza senza l’apporto dello Stato cinese. Pechino può contare su due vantaggi chiave da sfruttare per dominare il campo degli ev. Innanzitutto, la Cina ospita il più grande mercato automobilistico del mondo, sia in termini di produzione manifatturiera che di vendite annuali. Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, il settore è destinato a crescere, con una produzione interna del Paese che dovrebbe raggiungere i 35 milioni di veicoli entro il 2025. Il secondo vantaggio fa rima con il controllo del Dragone delle catene di approvvigionamento globali delle batterie. Oggi il gigante asiatico controlla in modo schiacciante le catene di approvvigionamento dei minerali critici che alimentano le batterie dei veicoli elettrici e altre tecnologie energetiche pulite, tra cui grafite, litio e cobalto. Questa posizione è particolarmente pronunciata nel caso delle terre rare, elementi necessari per la produzione delle stesse batterie (oltre che di tantissimi altri prodotti d’uso più o meno quotidiano). Come ha evidenziato Foreign Policy, nel settore delle terre rare l’85% della lavorazione e il 92% della produzione di magneti sono attualmente controllati dalla Cina. Gli Stati Uniti sono sempre più preoccupati per l’aumento dell’esportazione degli ev made in China e starebbero meditando di rafforzare i dazi sui veicoli elettrici cinesi (che devono già affrontare una tariffa pari al 25%). Anche l’Unione europea ha avviato un’indagine anti-sovvenzione relativa ai sussidi cinesi negli ev e potrebbe imporre dazi. Byd, che sta costruendo fabbriche in Europa, America Latina e Asia come parte di uno sforzo volto ad espandere le proprie vendite in questi continenti, è un ottimo esempio di come le aziende cinesi abbiano sfruttato le suddette dinamiche per ottenere un vantaggio prezioso sulla concorrenza. Negli ultimi tre anni, intanto, le esportazioni globali di ev cinesi sono aumentate di un clamoroso +851%. E la maggior parte di queste auto sono finite a riempire le corsie delle strade europee.