Nel corso di questi ultimi anni le auto elettriche, soprattutto da una certa corrente (o colore?) politica europea, ed europeista, sono state dipinte come delle specie di salvatrici del genere umano e soprattutto dell’ecosistema che ci circonda. Varie volte, però, sono arrivati numerose ricerche scientifiche autorevoli che hanno in qualche modo spezzato questa narrazione incantevole, almeno in facciata. Eppure, l’Unione Europea, a parte qualche ripensamento dell’ultima ora, e forse qualche poltrona ha cominciato a tremare in vista delle elezioni di giungo, non ha voluto sentire ragioni, nemmeno le richieste (o forse preghiere) di migliaia e migliaia di automobilisti contrari alla transizione, non per un fatto di ambiente o di inquinamento, ma per la semplice ragione che le Ev (electric vehicle) costano tanto, anzi troppo. Ma no, il Vecchio continente tira dritto, non si sa ancora per quanto a dire il vero, verso il 2035, anno in cui l’intero parco auto dei cittadini europei dovrebbe magicamente trasformarsi in un lotto di batterie al litio, ma prodotte in Cina queste eh. Comunque sia, adesso arriva l’ennesimo studio che si scontra con la visione green dell’Ue. A renderlo noto è Sergio Giraldo su La Verità, dove rivela come a Bruxelles ci sia “un elefante di nome Life Cycle Assessment (Lca)”, ovvero, riporta il giornalista, “la valutazione delle emissioni di Co2 nell’intero ciclo di vita di un veicolo”. Per l’Europa, però, questo acronimo sembra non esistere, visto che, scrive Giraldo “il regolamento europeo approvato lo scorso anno impone sì emissioni zero per gli autoveicoli nuovi dal 2035, ma ancora non dice come si misurano le emissioni”. E siamo così sicuri che le auto elettriche di queste non ne abbiano?
L’argomento è stato spesso trattato su MOW, ma adesso La Verità rivela alcuni dettagli esclusivi, e certamente curiosi. Insomma, si legge ancora nell’articolo di Giraldo, “se l’obiettivo è azzerare le emissioni di Co2 nei trasporti, non basta misurare le emissioni al tubo di scarico, che per un’auto elettrica sono ovviamente pari a zero […] occorrerebbe - continua - considerare le emissioni dei leggendari gas serra durante tutto il ciclo di vita dell’automobile”. Su questo tema cerca di porre alcuni parametri il Regolamento Ue 2019/631, poi modificato dal Regolamento Ue 2023/851, che però, riporta il giornalista italiano, “fa riferimento esclusivamente alle emissioni misurate al tubo di scarico, ignorando il ciclo di vita intero del prodotto”, con l’obiettivo di ridurre queste emissioni del 100% entro il famigerato 2035, e quindi, sottolinea ancora Giraldo, impostando “di fatto un obbligo di adottare l’auto elettrica”. Sì, viene chiamato “obbligo” da La Verità, e viene interpretato nella stessa maniera da molti (se non tutti) gli automobilisti europei, e soprattutto italiani. Eppure, continua ancora l’articolo, “anche i più bendisposti metodi Lca evidenziano come nel ciclo di vita di un veicolo a batteria le emissioni vi siano, eccome”. A evidenziare questo dettaglio è uno studio voluto dalla Commissione Tran del Parlamento europeo, secondo cui “nel ciclo di un’automobile a benzina di media cilindrata emette 269 grammi di Co2 equivalente per ogni km percorso, mentre un’auto elettrica ne emette 105. Meno della metà, certo, ma no zero”. Poi bisognerebbe prendere in considerazione anche altri fattori, per esempio, spiega Giraldo, “un’auto elettrica che ricola in Polonia, dove l’energia elettrica è prodotta in gran parte con il carbone, avrà emissioni Lca ben più alte della stessa auto che circola in Italia o in Francia”. E quindi, visto che l’Ue non sa, o comunque fa finta di non sapere, i dati reali delle auto elettriche, la domanda sorge spontanea: ma non è che ci sta prendendo in giro?