Che tra gli Usa e la Cina, nonostante le dichiarazioni di tolleranza (perché di certo non si può parlare di amore) delle scorse settimane, non corra buon sangue è cosa certa. E i dazi emanati da Joe Biden che “salgono dal 25% al 100% sulle auto elettriche”, come ricordato da Federico Fubini sul Corriere della Sera, rischiano di far degenerare questa sorta di atipica guerra fredda tra i due grandi blocchi. La soluzione adottata dal presidente democratico era nell’aria ormai da tanto tempo, tant’è che anche l’Europa sembra essere intenzionata a seguire le orme dell’America. Certo, non il Vecchio continente non opterà per le maniere forti, con dei dazi che “passeranno dal 10% al 25%, non oltre”, riporta il giornalista, eppure questa soluzione potrebbe trasformarsi l’Ue in un’arma a doppio taglio. Tutta colpa di alcuni brand automobilistici europei, come Volkswagen, Bmw e Mercedes Benz, che, si legge in articolo de Il Sole 24 Ore a firma di Alberto Annicchiarico, “sarebbero particolarmente esposti a misure di ritorsione del governo di Pechino”. Questo perché per le case produttrici in questione “la Cina è il più grande mercato unico. In più - continua Annicchiarico - le automobili che spediscono in Europa subirebbero analoga sorte (come le vetture bloccate nei porti statunitensi in questi giorni, ndr). Ancor oggi - si legge ancora sul 24 Ore - circa la metà delle auto importate in Europa dalla Cina sono prodotte da case europee”. I dirigenti di queste aziende, dunque, tendono ad allarmare l’Europa, cercando in qualsiasi modo di evitare soluzioni analoghe a quella americana. Tra questi ci sarebbe anche Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, che pare abbia cambiato idea riguardo i cinesi. Lo riporta sempre Annicchiarico: “Dopo l’annuncio del va alla distribuzione in Europa di due modelli (per iniziare) della partner Leapmotor, Tavares mercoledì ha dipinto i dazi ‘come una grande trappola’, perché non permetterebbero di evitare la ristrutturazione necessaria per affrontare la sfida. Oltre a fare risalire l’inflazione”. E in queste ore l’Europa sembra sia tentata a calmare le acquee…
Secondo quanto riportato da Fubini sul Corriere, la differenza tra gli aumenti dei dazi americani ed europei rivelerebbe il perché “gli europei venerdì a Stresa (dove è in corso il G7 Finanze, ndr) non abbiano fatto molto per nascondere l’irritazione dopo la mossa a sorpresa di Biden, annunciata nel pieno della campagna per la rielezione alla Casa Bianca”. In questa occasione Paolo Gentiloni, commissario all’Economia, ha dichiarato che “occorre condivisione. Evitiamo misure che possano essere poco note o addirittura nocive ai partner”, mentre secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti “se l’eccesso di capacità produttiva cinese non può accedere agli Stati Uniti, si riverserà su altri mercati” inclusi quelli europei, e ancora il collega tedesco Chrsitian Lindner ha commentato: “Evitiamo dazi generali, approfondiamo i problemi specifici. Una frammentazione del commercio globale creerebbe solo dei perdenti” (fonte Il Corriere della Sera). Insomma, l’Europa sembra avere il piede in due scarpe. e adesso comincia chiedersi sul serio quale scarpa sia meglio indossare: Cina o Usa? E l’equilibrio, adesso, sembra dipendere (anche) dalle auto elettriche.