Il Mondiale 2022 volge al termine ad Abu Dhabi e la Ferrari si classifica al secondo posto in entrambe le classifiche iridate. Il malcontento è molto, nonostante le prestazioni del Cavallino siano state nettamente migliori rispetto a quelle biennio 2020-2021, in cui non si riuscì a vincere neanche una gara. Charles Leclerc conferma il suo talento e ottiene ottimi risultati. Nonostante questo l’addio di Binotto sembrava inevitabile già da quest’estate, per via dell’insoddisfazione per la gestione del campionato, e l’italiano chiuderà l’esperienza in Ferrari a fine dicembre.
Alcuni hanno parlato anche di una frizione proprio con Leclerc, che da tempo vorrebbe diventare primo pilota, nonostante l’ormai ex team principal avesse negato che vi potesse essere qualcosa di simile in Ferrari. Voci apparentemente smentite dalle parole che il campione di F1 ha dedicato proprio a Binotto: «La mia stima e il mio rispetto nei tuoi confronti non sono mai venuti meno, e abbiamo sempre lavorato con tutta le dedizione per raggiungere gli stessi obiettivi». Full stop.
Ma non è tempo di rilassarsi e già si guarda alla prossima stagione con molti punti di domanda sul ruolo del pilota Carlos Sainz, che non colleziona, a differenza dello scorso anno, molti successi. Fatta chiarezza sul rapporto con Leclerc, tra le cause non possono che restare i problemi tecnici tra lui e la sua auto, la F1-75. A dirlo è il padre, Carlos Senior, campione del mondo rally e vincitore della Dakar per ben tre volte.
Intervistato da Dazn ha parlato delle prestazioni del figlio: «La cosa più importante è che Carlos sia andato sempre migliorando», facendo riferimento alle ultime due gare e alla pole position di Austin. Poi spende due parole su Binotto: «Ci sono stati problemi di strategia, negarlo sarebbe da aziendalisti». Ma non per questo non confida nelle novità che proprio l’ex principal avrebbe messo in atto e che potrebbero avvantaggiare il figlio in futuro: «La vettura del prossimo anno ha alcune buone modifiche rispetto a quella che lo ha messo a disagio nel 2022». Sarà davvero così?