Gilles Villeneuve una volta disse "Se qualcuno mi avesse chiesto di esprimere tre desideri, il primo sarebbe stato quello di entrare nel mondo delle corse, il secondo di correre in Formula 1, il terzo di guidare per la Ferrari". Ed effettivamente la carriera di quello che è stato e che ancora rimane uno dei piloti più amati della F1 ha centrato tutti e tre gli obiettivi, diventando anche campione del mondo, nel 1974, del campionato di motoslitta.
Ma non poteva andare in maniera diversa: è natato e cresciuto in Québec, l’unica provincia completamente francofona del Canada e che ha un inverno talmente lungo e rigido che si ingloba l’autunno e la primavera. Lì le motoslitte sono, effettivamente, uno dei mezzi che si imparano a guidare prima dell’auto.
Una passione per la montagna fortissima, quella di Villeneuve, che, nel 1976, lo ha spinto ad acquistare una Ford Bronco nuova e che, successivamente, lui stesso ha preparato per dedicarsi all’off road.
Ci piace immaginare che la Bronco, che verrà a breve messa all’asta, sia stata acquistata per celebrare il contratto che lo avrebbe visto scendere in pista nel campionato di F1 con una McLaren a partire dall’anno successivo.
Quando Villeneuve si portò a casa la nuova auto, tra l’altro, non aveva ancora idea del fatto che il suo terzo desiderio si sarebbe presto avverato, e che sarebbe stato ingaggiato dallo stesso Enzo Ferrari per le ultime due gare del 1977 e, poi, per i successivi cinque anni, fino alla sua scomparsa durante il GP del Belgio nel 1982.
Si dice che la Ford Bronco sia stata utilizzata da Villeneuve a Monaco e sulle Alpi Francesi e che sia stata modificata dallo stesso Villeneuve con una carrozzeria allargata, doppi serbatoi per il carburante, un V8 da 5,0 litri modificato, cambio a 4 marce Doug Nash, selettore Hurst Competition, sedili Recaro, cerchi in acciaio bianchi, pneumatici Mickey Thomspon extra larghi, un verricello anteriore, volante in stile rally e tachimetro montato sul piantone dello sterzo.
Tutto fa pensare che con questo fuoristrada il pilota canadese si sia divertito parecchio anche se, da quel maledetto giorno del 1982, è rimasto all’interno di un capannone e ora necessiterebbe di un bel restauro conservativo.
Si prevede che l’asta, promossa da Aguttes, possa far lievitare il prezzo ben oltre la stima che si aggira sui 100.000 euro e non potrebbe essere diversamente visto il pedigree.