Nel 2021 la provincia italiana delle multe era Milano, stando ai report del Ministero degli Interni. E, neanche per mettere a repentaglio la fama di primus inter pares, il capoluogo lombardo ancora una volta mira in alto. Da settembre 2021 ad agosto 2022 le contravvenzioni fatte a Milano sono state 2.452.900. Un po’ come se ogni residente nella città metropolitana si fosse beccato due multe (bambini al voltante illegalmente compresi, pure a 3 anni) nell’arco di 12 mesi. Un record che supera di gran lunga le multe prese nello stesso arco di tempo l’anno precedente, circa 1.900.000. Per il capo della Polizia locale, Marco Ciacci, è il “segno concreto della volontà di portare in strada più sicurezza e prevenire incidenti”. Non è chiaro se sia un’autocritica al lavoro svolto negli anni precedenti o un modo di lodarsi senza avere bene in mente che un maggior numero di multe, se non è dovuto a una mancanza nel 2020-2021 di controlli, non dimostra altro che un aumento delle violazioni del codice stradale; altro che più sicurezza e meno incidenti.
Un dato conferma il brutto andazzo milanese. Nel 90% dei casi di incidente, sono dovute partire delle indagini (anche se su questo dato Ciacci si fa bello) per rintracciare il responsabile dell’omissione di soccorso. Milano, Milano … sarà pure una metropoli internazionale, l’unica città italiana di respiro europeo (come si dice), ma qualcosa proprio non va. E non solo tra i guidatori, ma anche nella vanità o i tentativi giustificazionisti delle forze dell’ordine. Altro che autoincensarsi per le indagini portate avanti, ci aspettiamo piuttosto che ci si vanti della mancanza di indagini avviate in un anno. Se più sicurezza equivale a più controlli e a più multe, e non a meno controlli e meno multe, allora Milano (ma tutta l’Italia) non ha solo un problema con il codice della strada, ma con la bussola sociale di una comunità civile.