L’Aie (Agenzia internazionale dell’energia) è allarmata dalla tendenza che vede un continuo aumento delle dimensioni e del peso (oltre che della potenza) delle auto. In pratica, per il sempre più conclamato affermarsi dei Suv, ormai arrivati a circa metà della domanda di mercato sia negli Usa che in Europa (ora c'è pure quello Ferrari...). Qual è il problema? L’Aie (organismo intergovernativo fondato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – Ocse – dopo la crisi pretrolifera del 1973) nel suo ultimo report “Tracking clean energy progress” accolla ai veicoli a ruote alte la responsabilità di vanificare o comunque mettere a repentaglio i progressi tecnologici che hanno portato a ridurre il consumo di carburante e le emissioni di anidride carbonica.
“Grazie ai continui miglioramenti tecnologici – scrivono dall’Agenzia nella sezione del report dedicata ad auto e furgoni – il consumo specifico di carburante è diminuito. Tuttavia, la tendenza di lungo termine all’aumento delle dimensioni e della potenza dei veicoli ha rallentato i progressi”. L’obiettivo dell’Aie sarebbe lo scenaro Net Zero (emissioni nette nulle) entro il 2030, e per raggiungerlo le emissioni dovrebbero calare del 6% all’anno e – circostanza che al momento pare chimerica – almeno il 60% delle vendite dovrà riguardare veicoli elettrici: l’anno scorso le auto vendute sono state per il 92% con motore tradizionale endotermico…
I Suv sono passati dal 17% delle vendite globali nel 2010 al 44% del 2020 e al 46% del 2021. Per arginarne la diffusione secondo l’Agenzia si potrebbero (o dovrebbero) introdurre misure atte a rendere la vita più difficile ai possessori di sport utility vehicle, come parcheggi basati riservati alle auto più piccole o permessi di parcheggio più costosi (come già fanno per esempio a Berlino e a Vancouver). D'altronde anche altri ambientalisti stanno prendendo di mira i Suv, con "provvedimenti" diretti e non proprio piacevoli...