Chi meglio di lui poteva dare un giudizio sull’estetica di alcune delle auto più famose? Walter de Silva non ha bisogno di presentazioni. Fiat, Alfa Romeo, Audi, Lamborghini. Persino una collaborazione con Leica. È uno dei designer di maggior successo in Italia, compasso d’oro 2011 e, ovviamente un appassionato di auto. Anzi di più, un artista. E per la sezione Motori de Il Corriere della Sera dice la sua sulle auto più brutte: “La classifica sarebbe ben più nutrita di 10 modelli, ma ho voluto lasciare fuori quelli che, seppur brutti, avevano un concetto, una funzione e uno scopo. Insomma, quelli che erano brutti, ma intelligenti. Volete sapere quali sono i modelli brutto e stupidi secondo de Silva? Eccovi accontentati.
La Ford Anglia. Un errore, un passo falso, che non a caso porterà a una sostituzione lampo con un modello ben più fortunato, quello della Ford Escort. Ecco le parole di de Silva: “La Ford Anglia è una di quelle auto che non sono stilisticamente servite a nulla. Voleva imitare le auto americane ma non ci riuscì e fortunatamente non venne importala in Europa”. Se vi sembra cattivo dovreste sentire il podio. Ma andiamo per gradi. Anche la Simca 1000 non fu una gran mossa: “Un mito per la sua bruttezza, la Simca 1000 è diventata un po’ un simbolo di un matrimonio, quello tra il costruttore francese Simca e la Fiat, riuscito male. Nonostante le linee e soprattutto le proporzioni sgraziate fu un successo commerciale”. Nonostante la popolarità (1,7 milioni di auto vendute), la produzione di questo modello si interromperà nel 1978. Passiamo alla NSU Pinz, “piccola vettura a tre porte, hanno realizzato un capolavoro di banalità. Il disegno è estremamente piatto e privo di qualsiasi emozione, unico respiro quel rigoletto che gira intorno alla vettura, senza anima”. Banalità, insignificanza, mancanza di anima. Sono questi i difetti secondo de Silva. A cui si associa anche la mancanza, a volte, di spirito di impresa, che portò i progettisti di Renault a produrre la Renault 10 che, rispetto alla migliore Renault 8 non presentava molte modifiche, ma le poche furono davvero poco azzeccate: “Di fatto allungarono solo anteriore e posteriore squadrandoli il più possibile e ottenendo forme davvero brutte”. Torniamo in orbita Fiat con la Duna: “Credo che sia un’opinione comune” ricorda de Silva. “La Duna è stata una delle Fiat più brutte in assoluto. Nata per il Sudamerica ma importata anche in Italia, veniva prodotta in Brasile e Argentina. Una nota positiva? Lo spazio interno buono per la sua categoria”. Un’auto il cui contrasto con modelli migliori fu accentuato anche dal fatto che andava a sostituire la 128, “auto di tutt’altro spessore anche estetico”.
Banalità, insignificanza, mancanza di anima. Sono questi i difetti secondo de Silva. A cui si associa anche la mancanza, a volte, di spirito di impresa, che portò i progettisti di Renault a produrre la Renault 10 che, rispetto alla migliore Renault 8 non presentava molte modifiche, ma le poche furono davvero poco azzeccate: “Di fatto allungarono solo anteriore e posteriore squadrandoli il più possibile e ottenendo forme davvero brutte”. Torniamo in orbita Fiat con la Duna: “Credo che sia un’opinione comune” ricorda de Silva. “La Duna è stata una delle Fiat più brutte in assoluto. Nata per il Sudamerica ma importata anche in Italia, veniva prodotta in Brasile e Argentina. Una nota positiva? Lo spazio interno buono per la sua categoria”. Un’auto il cui contrasto con modelli migliori fu accentuato anche dal fatto che andava a sostituire la 128, “auto di tutt’altro spessore anche estetico”.
Per rimanere in Italia impossibile non citare, per de Silva, la Fiat Argenta: “Un capolavoro di bruttezza. Era una berlina di medie dimensioni uscita nel 1981, molto molto triste nelle linee quasi sovietiche. Troppo squadrata, decisamente impersonale, avrebbe dovuto essere un’ammiraglia ma il risultato finale è quello sotto gli occhi di tutti”. Per non parlare dell’americana AMC Gremlin, il cui nome in effetti già lascia a desiderare. “L’intenzione era realizzare un’auto a tre porte, forse shooting brake, per rilanciare il brand. Il risultato fu pessimo perché nacque un modello che effettivamente non apparteneva a nessuna categoria: era solo brutto”. Ma arriviamo al podio! Al terzo posto si piazza l’Inghilterra con un modello del 1973: la Austin Allegro. “Di Allegro questa Austin ha solo il nome. Era una vettura pensata per la classe media, nata per rispondere alle esigenze di risparmio e spazio, ma il risultato è davanti agli occhi di tutti. Sgraziata e sproporzionata ha segnato un’epoca per la sua bruttezza”.
Vi avevamo promesso cattiveria senza sconti, eccovela servita. L’argento lo ottiene, invece, la Gac M8: “Voliamo in Cina: qui Gac, uno dei più grandi gruppi della Repubblica popolare, ha realizzato un capolavoro della sproporzione: la M8”. E si appoggia all’immagine, più eloquente di qualsiasi discorso: “L’immagine spiega tutto, c’è ben poco da dire: bruttissima. La parte peggiore è la griglia frontale enorme, senza alcun senso”. E poi l’oro. Un oro che dovrebbe far discutere. Non si tratta infatti di un ricordo del passato, un modello ormai superato, ma dell’avanguardia pura. C’entra, ovviamente, Elon Musk e il suo ultimo pickup elettrico, il Tesla Cybertruck, che dovrebbe entrare nel mercato a fine anno. E in questo caso la bocciatura è davvero netta.